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Cosa Determina la Resistenza alla Siccità nelle Piante? Come Aumentarla?

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Con i cambiamenti climatici in atto, sempre più zone vanno in contro a desertificazione, inoltre l'incremento della popolazione impone uno sfruttamento più intenso del territorio. Ogni chilometro conquistato dal deserto equivale a tonnellate di cibo in meno per la popolazione.

Pare ovvio che non tutte le piante hanno la stessa resistenza alla siccità, alcune possono addirittura vivere ai confini dell'arido deserto del Sahara, dove non piove praticamente mai, altre invece morirebbero anche in una "normaleestate del Sud Italia.

  • Come fanno le piante a sopravvivere con poca acqua? 
  • Quali rimedi si possono utilizzare per ridurre le innaffiature? 
  • A cosa è dovuta la differente capacità di resistere alla siccità ed al caldo torrido? 
  • Quali meccanismi mettono in atto le piante per limitare i danni?

Camelia Sofferente per Mancanza di Acqua


Una domanda che mi sono sempre posto è :

"Una pianta riesce a resistere alla siccità perché ha bisogno poca acqua o perché le sue radici riescono a pescarla laddove altre non arrivano?

Sicuramente una pianta adatta a climi secchi tende ad avere un apparato radicale più espanso e, generalmente, più profondo. Anche una stessa specie, se cresciuta in ambienti diversi, tende a fare radici più profonde in terreni aridi.
Tuttavia, in zone in cui non piove mai, l'acqua si troverebbe solo ad una profondità in cui non ci sarebbe abbastanza ossigeno per lo sviluppo radicale.
Inoltre le radici servono anche da ancoraggio e la relazione "disponibilità d'acqua/dimensioni dell'apparato radicale" non è sempre così lineare; anzi le radici più grandi al mondo sono proprio quelle di alcuni Ficus che vivono in zone tropicali, soggette a frequenti piogge (vedi Record delle Piante).

Che aver radici profonde non sia l'unica strategia per resistere alla siccità si può notare anche nella coltivazione in vaso; qui lo sviluppo delle radici è forzatamente limitato, eppure specie diverse possono essere innaffiate con frequenze ben diverse.
In molti casi, comunque,è più importante l'efficacia con cui le radici assorbono l'acqua, più che le dimensioni in sé

Il bilancio idrico è però dato dall'acqua assorbita, meno l'acqua persa. In altri termini, in ambienti aridi, è fondamentale limitare al massimo la dispersione di acqua.

Le piante che vivono in ambienti secchi vengono definite specie Xerofili (o Xerofite) ed hanno evoluto una serie di adattamenti morfologici e fisiologici atti a ridurre al minimo lo spreco di acqua.

La principale perdita di acqua nelle piante avviene per traspirazione, tramite gli Stomi, delle microscopiche aperture collocate sulle foglie.


Adattamenti Anatomici :

Le piante Xerofile hanno generalmente internodi (spazio tra una foglia e l'altra) corti, un portamento arbustivo ed una chioma folta. In questo modo le foglie si ombreggeranno meglio l'un l'altra ed, all'interno della chioma, si creerà un microclima meno secco rispetto all'aria circostante.
Alcune piante, per limitare al minimo la perdita d'acqua, hanno perso le foglie (o al più le hanno trasformate in spine), relegando la funzione fotosintetica ai rami.
Anche piante che non adottano questa strategia hanno solitamente foglie più piccole rispetto a quelle di specie che vivono in zone piovose, basti pensare all'Olivo o al Rosmarino, due piante tipiche della Macchia Mediterranea.
Persino nella stessa pianta le foglie più esposte al Sole sono più piccole e disposte in maniera più ravvicinata, rispetto a quelle ombreggiate. Infine le Xerofite tendono ad avere foglie con un maggior rapporto volume/superficie e, talvolta, sono dotate di una leggera peluria che aiuta a trattenere l'umidità atmosferica. 
Minor superficie fogliare equivale a minor evaporazione e, dunque, minor perdita di acqua.

Altre piante Xerofile hanno invece trasformato il proprio fusto ed i propri rami in veri e propri serbatoi, che fungono da riserve idriche. Le piante grasse (o Succulenti), come ad esempio Agave, devono il proprio nome alla presenza di acqua nei tessuti del fusto/rami, la quale conferisce il tipico aspetto carnoso ed "ingrossato".

Il Xerofite hanno, solitamente, una riduzione del numero di stomi ed una cuticola più spessa. Quest'ultima è una sorta di rivestimento idrofobico dell'epidermide ed ha il compito di ridurre l'evaporazione fogliare.
Le foglie di piante con uno spesso strato di cuticola risultano coriacee, robuste e meno flessibili; inoltre, una volta staccate dalla pianta, possono rimanere turgide per più giorni, prima di afflosciarsi.
Basta fare la prova staccando una foglia di Olivo ed una di Ciliegio : dopo un giorno quella di Olivo sembra come le altre foglie attaccate alla pianta, quella di Ciliegio, invece, appassisce già dopo un'ora.

Estivazione su Euphorbia dendroides


Adattamenti Fisiologici :

Alcune piante che vivono in Deserti in prossimità delle coste (ad esempio la Welwitschia mirabilis, nel deserto della Namibia, in Africa) prelevano l'acqua di cui hanno bisogno non dal suolo ma, grazie a particolari foglie, dalla nebbia.

Un altro meccanismo, presente ad esempio nel Fico d'India, è l'adozione del Ciclo CAM durante la Fotosintesi. In questo caso l'apertura degli stomi fogliari, e la conseguente assimilazione di Anidride Carbonica (CO2), avviene solo durante le ore notturne, periodo in cui le minor temperature e la maggior umidità riducono le perdite di acqua per traspirazione.

Un'altra strategia per tollerare la siccità è quella di innalzare la concentrazione dei soluti all'interno della cellula vegetale, modificando di fatto il gradiente osmotico tra interno ed esterno cellula. Dato che l'acqua si sposta secondo gradiente, sarà favorito il suo ingresso in cellula, garantendo così una pressione di turgore sufficiente (l'acqua preme sulle pareti della cellula, come farebbe l'aria in un palloncino), anche in condizioni siccitose.

Altre specie ("effimere"), prevalentemente erbacee, riescono a fuggire alla mancanza di acqua sviluppandosi molto velocemente.
In pratica i semi (resistenti alla siccità) germogliano solo dopo un periodo di piogge e, in poche settimane, sono in grado di svilupparsi, fiorire e produrre nuovamente semi, prima di morire di siccità; il ciclo si ripeterà non appena torneranno le piogge, talvolta anche dopo anni.

Poco più di 300 specie sono anche chiamate Piante Della Resurrezione poiché adattano una strategia molto particolare; tra di esse la più nota è la Falsa Rosa di Gerico (Selaginella lepidophylla), originaria del Deserto di Chihuahua, nel Nord del Messico.
Queste piante, infatti, non cercano di "risparmiare acqua", semplicemente sono in grado di mantenere in vita le proprie cellule anche se fortemente disidratate (umidità inferiore al 7%).
Dopo le piogge, le foglie appassite si reidratano, riprendono turgore e ricominciano a crescere fino alla successiva carenza idrica.

Un altro esempio è l'Estivazione, tipica di alcune specie della Macchia Mediterranea come Euforbia arborea (Euphorbia dendroides).
Qui, contrariamente a quanto siamo abituati a vedere, la perdita delle foglie avviene in estate, proprio in concomitanza della stagione più calda e secca.
In autunno, non appena riprenderanno le piogge, dalle gemme germoglieranno nuove foglie e la pianta si svilupperà nella stagione più fresca ed umida.
Anche altre specie mediterranee, pur non perdendo le foglie in estate, entrano in una sorta di stasi vegetativa da Giugno a Settembre.
Un processo simile avviene anche in zone monsoniche dove diverse specie, ad esempio i Baobab, perdono le foglie nella stagione secca e vegetano solo in quella delle piogge.


Pianta Morta di SiccitàCosa Succede ad una Pianta Disidratata ?:

Le cellule vegetali sono composte per circa il 70% di acqua, alcuni organi addirittura il 90%. L'acqua è il liquido in cui sono disciolti i minerali ed i nutrienti e la linfa, che mette in comunicazione le varie parti di una pianta, è una soluzione acquosa.
Inoltre l'acqua è indispensabile per mantenere un'elevata pressione di turgore, la quale impedisce che la cellula si afflosci.

In carenza di acqua le piante innescano dei meccanismi di sopravvivenza. In condizioni di siccità, le radici di molte specie producono l'Acido Abscissico (ABA) che, trasportato a livello fogliare, induce la chiusura degli Stomi.
Questo evento preserva l'acqua altrimenti persa per traspirazione ma, al contempo, non permette l'assimilazione di CO2, inibendo di fatto la fotosintesi.
La prima conseguenza è il blocco della crescita, ma se lo stress continua la pianta inizierà ad eliminare il superfluo. In primis la pianta inizierà a non nutrire più i suoi frutti, causandone l'abscissione, successivamente indurrà la parziale caduta delle foglie (meno foglie = meno perdita di acqua).
Se lo stress idrico si protrae troppo a lungo le foglie iniziano ad afflosciarsi, per poi seccarsi, lo stesso destino tocca poi ai rami, ai fusti e, con la morte delle radici, la morte dell'intera pianta.
Inoltre, anche in condizioni di stress sub-letali, la pianta sarà più soggetta ad infezioni ed attacchi da parte dei patogeni.

Danni Siccità su Foglia


Come Proteggere le Piante dalla Siccità ?:

Per tutte le specie, ma in modo particolare per le Piante da Frutto (ed Orticole), è essenziale prevenire condizioni di siccità che porterebbero, nei casi migliori, ad una ridotta produzione di frutti.

Oltre alle precipitazioni, l'aridità del suolo dipende dal tipo di terreno; ad esempio è noto che l'argilla trattiene meglio l'acqua rispetto alla sabbia e quindi, a parità di pioggia, la siccità sarà più acuta in un terreno sabbioso.
Per gli Ortaggi è importante acclimatarli; nei primi stadi di sviluppo, infatti, tenderanno ad emettere radici più profonde se verranno innaffiati poco, viceversa concentreranno la propria energia nella crescita della parte aerea, rendendo loro più suscettibili a futuri stress idrici.

Coprire il suolo con materiale come foglie, fieno etc. (tecnica della Pacciamatura) può essere utile a mantenere la condensa notturna (rugiada) ed ad evitare l'evaporazione diurna del terreno.
Anche la potatura a verde, riducendo il volume di foglie, può aiutare a diminuire la perdita di acqua. Non a caso, quando si trapiantano grossi alberi, si riduce anche la chioma, poiché la % di radici sopravvissute non riuscirebbe a bilanciare l'acqua persa per traspirazione.

Ovviamente molte piante, in ambienti torridi e siccitosi, gradirebbero un'esposizione a mezz'ombra, almeno nelle ore centrali della giornata.

Anche a livello di concimazione si può fare qualcosa: si sa che l'Azoto (N) è indispensabile per le piante (è contenuto nelle proteine, nel DNA, nella clorofilla etc) ed è il responsabile della crescita e della produzione di "massa verde", il Potassio (K) è invece responsabile del mantenimento della pressione osmotica, così come della regolazione della traspirazione.
Dato che un eccesso di foglie ed una mal regolazione della traspirazione indurrebbero maggiori danni da stress idrico, potrebbe essere importante usare concimi con un minor rapporto N/K.

Miglioramenti geneticiper produrre piante più resistenti alla siccità sono in atto in tutto il mondo. L'obbiettivo è proprio quello di sviluppare ibridi in grado di meglio tollerare le carenze idriche, così da poter aumentare la superficie coltivabile, contrastando l'avanzare dei deserti.
Gli Stomi (vedi sopra) sono composti anche da Cellule Guarda che, muovendosi, regolano l'apertura di queste fessure fogliari.
Questi fori, essenziali per gli scambi gassosi tra ambiente e piante,  lasciano però passare anche l'acqua.
Dato che si conoscono alcuni dei geni coinvolti nella regolazione dell'apertura/chiusura degli stomi, alcuni ricercatori li stanno modificando per trovare un giusto equilibrio tra perdita di acqua per evaporazione ed efficacia della Fotosintesi, spostando l'asticella verso il "risparmio d'acqua".

Erica con foglie secche


Come Coltivare la Pianta della Canfora (Cinnamomum camphora) ?

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L'Albero della Canfora (Cinnamomum camphora), talvolta chiamato anche Canforo, è una pianta ornamentale e da ombra molto diffusa in Italia, specialmente nei parchi e nei grossi giardini di zone a clima Mediterraneo.

Dove può essere piantata la Canfora? Quali temperature sopporta? Quanto diventa alta?

Fioritura Pianta Canfora


Foglie Cinnamomum camphora
Origine, Diffusione ed Utilizzi :

Cinnamomum camphora è una specie originaria del Giappone e dell'isola di Taiwan, dove cresce nelle piovose foreste a confine tra il clima subtropicale e quello temperato caldo.
Oggigiorno la specie è stata esportata un po' in tutti i paesi che ne consentano la coltivazione; la ritroviamo dall'Australia, agli Stati Uniti, sino alle nazioni del Sud Europa.
In Italia è comune lungo le coste del Mediterraneo, ma ancora di più nelle zone miti, ma umide, del Nord Italia, come le sponde dei grandi laghi prealpini (ad esempio il Lago Maggiore).

Sebbene venga piantata prevalentemente per la sua bellezza, la pianta della Canfora trova impiego anche nella produzione di un Olio molto ricercato. Esso è ottenuto dal legno della pianta ed è ricco di "Canfora", il principio attivo di natura organica che ha dato il nome alla specie.
Quest'olio è utilizzato come antitarme, ma anche in Medicina come analgesico locale, antimicrobico e per sedare la tosse; tuttavia, se non perfettamente raffinato, può avere effetti tossici, anche importanti.


Nuova Vegetazione Cinnamomum camphoraBotanica e Fisiologia :

Albero della Canfora è il nome volgare della Cinnamomum camphora, una specie appartenente alla nota famiglia delle Lauraceae, le cui specie formano la Laurisilva, una foresta sempreverde che un tempo dominava interi ecosistemi caldo-umidi.
Dopo le ultime glaciazioni questo tipo di ecosistema, presente allora nel caldo ed umido bacino Mediterraneo, si spostò più a Sud, confinandosi negli arcipelaghi nord atlantici (Isole Azzorre, Madeira e le Canarie occidentali).
La Canfora è una stretta parante della Pianta della Cannella, entrambe appartengono al genere Cinnamomum ed, ad un sguardo superficiale, sono facilmente confondibili.

Cinnamomum camphora è una specie sempreverde che può superare i 45 metri (148 ft) di altezza, con una chioma particolarmente densa ed espansa.
Il tronco, che può superare i 5 metri di circonferenza (16 ft), è solitamente singolo, ma non è raro trovare esemplari multi-fusto. Ad ogni modo il tronco (o i tronchi) crescono piuttosto slanciati ed hanno una corteggia grigio-marroncina che, con gli anni, tende a fessurarsi verticalmente.
I giovani rami sono invece lisci, di color verde ed impiegano molto tempo a lignificare.

Le foglie della Canfora sono molto eleganti, hanno una forma ovale, un color verde brillante con tre  (o cinque) venature principali di color giallo e, se strofinate, emanano un odore molto caratteristico.
La foglia giovane è molto "tenera" e spazia da sfumature giallo-verdino sino al rossiccio.

Le infiorescenze sono dei racemi che spuntano dalle gemme apicali dei rami di un anno e si sviluppano a partire dall'ascella fogliare della nuova vegetazione. I fiori sono molto piccoli, ermafroditi, di color bianco crema, gialli o verdognoli a seconda del clima e della varietà e sono impollinati dai Ditteri, ma anche dal alcune specie di farfalla.
Alla fioritura, che in Italia avviene a metà primavera, seguono i frutti, delle piccole bacche sferiche che a maturità sono lucide e nere.

L'apparato radicale di questa pianta è assai sviluppato, ampio e vigoroso, motivo per cui se ne sconsiglia la piantumazione vicino ad abitazioni, tubature o zone piastrellate.
Inoltre la Cinnamomum camphora è particolarmente longeva ed è facile trovare esemplari plurisecolari ed, occasionalmente, anche con oltre 1000 anni di età, con radici grosse come rami, che si espandono su un'area superiore a quella della chioma.

Germogliamento pianta canfora

Fioritura Cinnamomum camphora


Coltivazione, Cure, Clima e Moltiplicazione :

Se avete un diverso spazio a disposizione ed un clima adatto, la coltivazione della Canfora non presenta particolari difficoltà.
Sebbene la Cinnamomum camphora sia nativa di zone pianeggianti calde ed umide (o di zone montane, se più vicine ai Tropici), mostra un'ottima tolleranza al freddo e la si può coltivare in molte zone d'Italia.
La pianta dormiente può tranquillamente superare senza danni temperature di -10° C (14° F) e, se occasionali e limitate, si riprende anche da gelate più forti. La si potrebbe considerare una buona pianta indicatrice, per le pianure più fredde del Nord Italia.

In natura prospera in zone in cui ci sono anche oltre 2000 mm (80 in) di pioggia all'anno, tuttavia, grazie alle radici espanse, dimostra una buona resistenza alla siccità. Una pianta adulta ed affrancata non necessita, generalmente, innaffiature e le irrigazione, in zone a clima Mediterraneo, sono necessarie solo durante i primi anni dalla messa a dimora.

Il terreno ideale è fresco e ben drenante, mentre rifugge da quelli troppo pesanti; inoltre ha una buona tolleranza sia alla salinità del suolo, sia ai venti salmastri, la si può dunque piantare anche in zone costiere.
L'esposizione ideale è in pieno Sole, ma cresce bene anche in zone di mezz'ombra, soprattutto durante la fase giovanile.

Le potature non sono assolutamente necessarie, vengono semmai eseguite per contenere le dimensioni della chioma che, come detto in precedenza, se lasciata crescere liberamente può diventare davvero imponente.

La riproduzione avviene solitamente per semina, tenendo conto che i semi di questa specie non rimangono germinabili a lungo e solo semi freschi garantiscono una buona percentuale di successo. Un altro metodo, meno diffuso, è tramite talea semi-legnosa. In questo caso si preleva un giovane ramo e lo si interra in sabbia mantenuta costantemente umida sino ad avvenuta radicazione.
In entrambi i casi, se piantata in terreni ottimali, la crescita è molto veloce.

Gemme Gonfie Cinnamomum camphora

Rami Cinnamomum camphora

Tronco Pianta Canfora

Cinnamomum camphora in Riva al Lago

Che Cos'è una Pianta OGM? Come Funziona?

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Ormai da qualche anno la parola "OGM"è sulla bocca di tutti, la si sente alla tv, sui giornali, così come nei centri commerciali o nei negozi di alimentari.
Tuttavia, in merito alla questione, aleggia una sorta di "mistero" ed il mix paura/ignoranza induce spesso il consumatore a diffidare ed a preferire cibi "non OGM", senza neppure sapere cosa realmente siano e quali siano le differenze.

Ma cosa vuol dire OGM? Un cibo ottenuto da piante OGM è davvero così pericoloso? Perché? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Golden Rice vs Riso Classico


Il termine OGM è l'acronimo di "Organismo Geneticamente Modificato" ed è riferito ad esseri viventi, in particolar modo piante (e talvolta animali) ad uso alimentare, a cui l'ingegneria genetica ha dato una mano per migliorarne la qualità o la resistenza ai patogeni.


Per meglio comprendere il significato occorre aver ben chiaro il concetto di selezione naturale e di come ogni organismo si sia adattato all'ambiente in cui vive, grazie a mutazioni casuali del proprio DNA.
Ogni caratteristica di un essere vivente, dalla resistenza ai parassiti, al numero di semi contenuti in un frutto, è determinata da uno o più Geni.
Praticamente tutti i parametri dipendono dai Geni, oltre che dalla disponibilità di acqua, luce, nutrienti etc...


Ora, prima di parlare delle piante OGM, vorrei fare una breve introduzione su quella che è stata la prima applicazione concreta dell'ingegnerie genetica.

Come molti di voi sapranno, coloro che soffrono di Diabete (salvo rari casi) devono assumere dall'esterno un ormone (Insulina), dato che il loro corpo non ne produce a sufficienza o la produce mal funzionante.
Fino a qualche decennio fa l'insulina si ricavava dai maiali, in poche parole si doveva purificare dal sangue e dal pancreas dei maiali, quest'insulina (di maiale, non umana) era quanto di meglio si potesse trovare.

Con l'avvento delle Biotecnologie, i Biologi Molecolare individuarono il gene responsabile della produzione dell'insulina umana, lo replicarono e lo introdussero in Escherichia coli, il classico batterio modello utilizzato negli studi di Genetica.
Questo batterio così modificato aveva tutti i suoi geni più il gene dell'insulina umana. Crescendo esprimeva tutti i suoi geni, ma anche quello "estraneo" che portava alla produzione dell'insulina umana.
A questo punto bastava far crescere in laboratorio una coltura batterica e da essa purificare l'insulina umana.
Si poteva così ottenere insulina umana (non di maiale), la si produceva in laboratorio (senza aver bisogno di una fattoria) e con rese ben superiori.

Ebbene, questo E. coli "ingegnerizzato" potrebbe essere un perfetto esempio di organismo geneticamente modificato.

Se vogliamo pensarla in un altro modo, gli OGM sono delle forzature dell'Evoluzione. Ovvero, studiando un gene se ne può capire la funzione così da poterlo cambiare, "potenziare" e/o trasferirlo da una pianta all'altra, velocizzando un processo naturale casuale che potrebbe richiedere migliaia di anni.


Esempi di Piante OGM :

  • Mais Bt : L'esempio più noto di OGM in agricoltura è senza dubbio il Bt-Mais. Bacillus thuringiensis è un batterio sporigeno che vive nel terreno ed è in grado di produrre la Tossina Bt, innocua per l'uomo, ma letale per i Ditteri e per le larve di molte specie di Lepidotteri, tra cui la Piralide del Mais (Ostrinia nubilalis). Gli scienziati hanno individuato il gene della Tossina Bt e l'hanno trasferito da Bacillus thuringiensis alle piante di Mais, ottenendo così una pianta transgenica con un limitato fabbisogno di insetticidi. 
  • Golden Rice (Riso Dorato) : Questa varietà di Riso contiene elevate quantità di beta-carotene, il precursore della vitamina A, responsabile del color "dorato" di questo riso. In questa selezione, inserendo geni originariamente presenti nei Narcisi, nel Mais e nel batterio Erwinia uredovora, è stata introdotta una nuova via metabolica che porta alla produzione del beta-carotene. Il riso, normalmente povero del precursore della Vitamina A, è l'alimento principale di molte popolazioni sottosviluppate. Carenze nella Vitamina A possono causare diverse patologie, tra cui la cecità. Coltivare Golden Rice in questi paesi potrebbe migliorare la qualità della vita di queste persone.
  • Pomodori a Lunga Conservazione : Negli Stati Uniti, nel 1994, vennero messi in commercio dei Pomodori OGM che avevano il vantaggio di marcire solo dopo molto tempo, potendo così maturare direttamente sulla pianta, anche se destinati a luoghi lontani. Questa varietà transgenica aveva delle modificazioni nei geni che normalmente producono quella sostanza che porta al deperimento dei pomodori.
  • La Soia : l'introduzione di un gene batterico all'interno di questo vegetale, ha permesso di ottenere piante resistenti al Glifosato, la sostanza erbicida più economica e diffusa. Il diserbo "chimico" ha permesso una maggiore resa ed una limitata lavorazione del terreno.

Quelli sopracitati sono solo alcuni degli esempi, ma le applicazioni degli Organismi Geneticamente Modificati sono praticamente illimitate.
Alcuni gruppi di ricerca, studiando i Geni che regolano l'apertura e la chiusura degli Stomi, stanno cercando di ottenere piante resistenti alla siccità, così da poterle coltivare in zone in cui ora morirebbero di sete.

Piralide su Mais non OGM


Come si Ottiene una Pianta OGM ?

Per ottenere un OGM si deve spesso inserire un gene "esogeno" (prelevato da un'altra specie o costruito artificialmente in laboratorio) all'interno dell'organismo in questione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, questo processo richiede un intermediario che, nelle piante, è di norma il batterio Agrobacterium tumefaciens.

In soldoni si prende il Gene X, lo si clona (inserisce) in A. tumefaciense che, successivamente, lo trasferisce  nelle piante che infetta.

Dato che l'efficienza di successo è assai limitata ci devono però essere dei marcatori di selezione associati al gene che si vuole inserire. Questi marcatori sono spesso delle resistenze agli antibiotici.

Si crea in vitro un plasmide (una sorta di cromosoma circolare) con all'interno il Gene X e, per es., il Gene Res-Amp.
Ora si cerca di "inserire" questo plasmide all'interno di A. tumefaciense. Questa tecnica si chiama trasformazione e può avere un'efficienza di 1 su 1 milione.

Supponiamo di avere 10 milioni di batteri e di trasformarli con il nostro plasmide (Gene X-Gene-Res-Amp). Statisticamente 10 batteri avranno preso (incorporato) il plasmide (avranno quindi sia il Gene X di nostro interesse, sia il marcatore che conferisce resistenza all'Ampicillina), mentre gli altri 9.999.990 no.

Come si fanno a distinguere i 10 batteri che ci interessano rispetto tutti gli altri?
Semplicemente li si fanno crescere in presenza dell'antibiotico Ampicillina. Gli unici che sopravviveranno saranno coloro che hanno inglobato il plasmide (e di conseguenza il gene di resistenza all'Amp).

Ora si utilizzeranno questi 10 batteri per infettare la pianta a cui si vuol donare il Gene X e, con altri marcatori, si selezioneranno gli eventi positivi.


Quali Sono i Campi di Utilizzo degli OGM ?

In ambito agricolo gli OGM permettono di ottenere piante più resistenti sia agli stress biotici (es. Virus, Batteri, Insetti), sia a quelli abiotici (es. Gelo, Siccità, Salinità del Suolo, etc..).
Oppure ingegnerizzare Batteri ambientali, affinché migliorino le caratteristiche chimico-fisiche del suolo in cui vivono, permettendo così una più proficua futura coltivazione agricola.

Nel campo alimentare, come abbiamo visto con il Riso transgenico, si possono ottenere frutti contenenti un maggior numero di Vitamine o con migliori qualità organolettiche. Oppure Animali geneticamente modificati che producano latte con una minor quantità di Lattosio (che può essere causa di allergie ed intolleranze) od una maggior concentrazione di Caseina, la principale proteina del latte.

Gli Organismi Geneticamente Modificati trovano impiego anche in Medicina. Grazie a loro si può produrre l'Insulina (leggi sopra) ed altri Ormoni, così come Anticorpi, Vaccini ed Antibiotici. Tuttavia sarebbe limitante non menzionare gli OGM nella Ricerca; per studiare la funzione di un Gene bisogna modificarlo od eliminarlo, così da capire quali sono le differenze tra "avere o non avere" quel gene.
In tutti i laboratori di ricerca di Biologia Molecolare si effettuano mutazioni e clonazioni, dal Batterio sino ai Mammiferi. Di fatto queste "cavie" sono in tutto e per tutto degli OGM, in quando il loro Genoma (insieme dei Geni) è stato modificato artificialmente.

In fine non dimentichiamoci l'ambito industriale dove gli OGM permettono di risanare  terreni contaminati da metalli pesanti o da inquinanti di varia natura (Batteri Bio-risanatori); oppure di ottenere sostanze come Etanolo ed altri alcool, utilizzabili come bio-carburanti.


Quali Sono i Vantaggi e gli Svantaggi degli OGM ?

Sebbene l'opinione pubblica sia piuttosto scettica, la maggior parte degli scienziati ritiene che gli OGM non presentino particolari rischi a livello alimentare e non son mai state trovate delle correlazioni tra utilizzi di OGM ed insorgenze di particolari patologie.
I vantaggi, come avrete letto sopra, sono notevoli. Permettono di ampliare l'areale di coltivazione, di ridurre le perdite causate da insetti e patogeni vari,  di meglio nutrire le popolazioni dei paesi in via di sviluppo etc..

Ma tutto questo comporta dei rischi?

Fin qua abbiamo menzionato solo i vantaggi, a dover di cronaca si devono però riportare anche gli svantaggi, affinché uno possa metterli entrambi sulla bilancia e trarne le conclusioni che crede.

Se dal punto di vista alimentare gli OGM sono del tutto paragonabili ai "naturali", questo non si può dire per quanto riguarda la salvaguardia della biodiversità.
Sappiamo che in natura ogni essere vivente ha un proprio compito, spesso del tutto ignorato; bene, se impedissimo alle larve di Ostrinia nubilalis di mangiare il Mais, poiché tutte le coltivazioni sono di Mais Bt, allora questo insetto potrebbe ridurre il proprio tasso di riproduzione ed alterare i delicati equilibri preda-predatore ad esso collegati.
Inoltre la tossina Bt, pur non essendo tossica per l'uomo, potrebbe esserlo per altri animali ed influire negativamente sulla biodiversità di questi ecosistemi.

L'altro grosso problema sono le resistenze agli antibiotici. Come abbiamo letto sopra, per ottenere piante transgeniche, si utilizzano come marcatori dei geni che conferiscono resistenze contro antibiotici specifici.
Se questi geni venissero trasferiti nell'ambiente e ci fosse il passaggio di DNA da organismo ad organismo (che è un evento naturale), allora si potrebbero creare dei ceppi patogeni resistenti agli antibiotici. Questo, ovviamente, li renderebbe più difficili da combattere e debellare, qualora infettassero un uomo.

Alcuni OGM (ad esempio la Soia resistente agli erbicidi) incentiverebbero il diserbo chimico, con maggiori rischi di inquinamento del suolo e riduzione della biodiversità della flora.

Anche il problema economico-politicoè rilevante. L'ideazione e la riproduzioni degli OGM richiede studio e ricerca, di certo finanziariamente non sostenibili dal singolo agricoltore.
Le grandi multinazionali biotecnologiche potrebbero (o meglio lo sono già) diventare delle forti lobby, in grado di condizionare scelte politiche e/o finanziarie, decidendo come, a quanto e a chi vendere i loro OGM.

In ultimo, alcune proteine "esogene", prodotte dai geni "esogeni", potrebbero risultare allergeniche per talune persone, come del resto potrebbero esserlo alcune "classiche" proteine contenute in tutte le piante selvatiche.

Insomma OGM sì o OGM no?

Io sono sicuro che gli OGM possano rappresentare un modello di sviluppo per una popolazione sempre più numerosa e con sempre meno risorse.
Ovviamente ogni nuovo OGM deve esser validato e testato (l'alterazione anche di un solo gene potrebbe causare delle reazioni a cascata), tuttavia credo non esistano rischi concreti per la salute umana.

Il consiglio è di documentarvi, di trovare informazioni e di fare le vostre scelte, in base alle vostre idee.
Senza conoscere un argomento si diventa marionette in mano ai media, alla moda o a quello che dice il vicino di casa.

Pomodoro OGM vs Pomodoro selvatico

Come Coltivare la Strelitzia reginae, una Pianta dal Fiore a Forma di Uccello

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Sulla Terra esistono migliaia di fiori, con diverse forme, colori e dimensioni; tuttavia molti di loro tendono ad avere somiglianze morfologiche stereotipate nel "classico fiore".
Oggi vorrei parlare della Strelitzia reginae, una pianta sub-tropicale dal fiore molto particolare, tanto da farle meritare l'appellativo di Uccello del Paradiso (Bird of Paradise).

Strelitzia reginae

Fioritura Strelitzia reginae


Iniziamo subito col dire che questo fiore, a forma di uccello, è in realtà tipico del genere, non della specie.

Il genere Strelitzia contiene al suo interno solo 5 specie, oltre ad innumerevoli ibridi e varietà :

  • Strelitzia reginae : sicuramente la specie più comune e diffusa a scopo ornamentale, nonché quella di cui parlerò profusamente in questo articolo.
  • Strelitzia nicolai : probabilmente la seconda per diffusione che, rispetto alla precedente, ha un maggiore sviluppo e fiori dai colori meno sgargianti. Anche di questa parlerò nelle prossime righe.
  • Strelitzia alba (S. augusta) e Strelitzia caudata : sono in realtà molto simili alla precedente, tanto che le differenze sono difficilmente apprezzabili ad occhio nudo e, per questo motivo, vengono spesso confuse tra loro.
  • Strelitzia juncea : quest'ultima è invece distinguibile dalle foglie che, diversamente dalle 4 precedenti specie, sono affusolate ed arrotolate, dando quasi l'impressione che siano dei tubi a sezione circolare. La crescita di questa pianta è contenuta e paragonabile a quella della Strelitzia reginae.

Origine e Generalità :

L'origine dalla Strelitzia è da ricercarsi nella parte meridionale dell'Africa, sebbene oggi sia naturalizzata anche in alcune zone del Messico.
Il Re d'Inghilterra Giorgio III ereditò il Royal Botanic Kew Gardens nel 1772 e permise a sua moglie, appassionata di Botanica, di aiutarlo nella gestione e nella selezione delle piante.
Un anno più tardi Sir Joseph Banks importò un esemplare di Strelitzia reginae dal Sud Africa. La regina Carlotta se ne innamorò, a tal punto da nominare questa rarità esotica in base al suo nome di famiglia, Meclemburgo-Strelitz.

La Strelitzia è il fiore simbolo della città di Los Angeles, ma oggigiorno è diffusa un po' in tutte le zone tropicali del Mondo, sconfinando anche nelle zone più miti d'Italia ed Europa.


Botanica e Fisiologia :

La Strelitzia appartiene alla famiglia delle Strelitziaceae, di cui fa parte anche l'Albero del Viaggiatore (Ravenala madagascariensis), uno dei simboli del Madagascar.

La Strelitzia reginaeè una specie erbacea perenne endemica del Sud Africa, dove cresce prevalentemente nei boschi situati ai margini delle coste. Questa pianta, dal portamento a cespuglio, raggiunge a stento i 2 m (6,5 ft) di altezza, sebbene si possa mantenere anche più bassa.
La sua crescita così contenuta le permette di essere agevolmente coltivata anche in vaso, rendendola una perfetta pianta da appartamento.
Strelitzia reginae è una pianta praticamente priva di fusto, o meglio esso è formato solo dai lunghi e carnosi piccioli delle numerose foglie.
Le radici sono sono espanse, carnose e, se coltivate in piena terra, possono diventare molto voluminose. In qualche modo assomigliano a quelle delle Carote.
Le foglie sono ovali, di color verde-argentato e con una profonda nervatura centrale da cui dipartono quelle laterali (un po' come fosse una "lisca di pesce"). Esse sono ravvicinate, lunghe circa 50 cm (20 in) e larghe sino a 20 cm (8 in), sebbene abbiano un picciolo che supera agevolmente il metro (40 in).
Sebbene più piccole, le foglie dell'Uccello del Paradiso assomigliano molto a quelle del Banano.
Il pezzo forte è però il fiore che, come detto in precedenza, ricorda molto la forma di un uccello ed in modo particolare della Gru (Grus grus) in volo.
Le infiorescenze sono formate da steli cilindrici molto lunghi che, in prossimità dell'apice, ruotano di 90°, come fosse una "L" rovesciata. Questa "estremità", detta spata, ricorda la forma di un becco e da essa sbocciano più fiori di color arancione, giallo e blu, con sfumature violacee.
Nelle zone con estati calde e secche, la Strelitzia reginae entra in uno stato di quiescenza e la fiorituraè relegata al periodo che va dall'autunno alla tarda primavera/inizio estate.

Foglie Strelitzia

Fiori Strelitzia reginae


La Strelitzia nicolai la si potrebbe paragonare alla versione "gigante" della Strelitzia reginae, sebbene con alcune differenze.

Strelitzia nicolai è la specie che cresce di più, può infatti superare gli 8 m (26 ft) di altezza. Le foglie sono anch'esse molto grosse e, diversamente dalla S. reginae, tendono a sfaldarsi sotto il soffio del vento.
Questa specie è arborea ed, osservandola, potrebbe sembrare una sorta di palma con le foglie di un Banano.
Il fiore ha una forma simile a quello della S. reginae, maè circa 2-3 volte più grande ed è più "cupo", essendo colorato di blu scuro, bianco e grigio.
La sua fioritura, in zone calde, è distribuita durante tutto l'anno con un picco estivo, ma solitamente è meno frequente ed abbondante rispetto alla "cugina" minore.


Coltivazione, Clima, Cure e Moltiplicazione :

La Strelitzia reginae, per una crescita ottimale, richiede un'esposizione a mezz'ombra, con Sole diretto al tramonto e/o all'alba. Tuttavia si può sviluppare abbastanza bene in un luogo luminoso, ma all'ombra, malgrado in questa condizione (tipica degli interni di casa) la crescita sia più stentata e la fioritura scarsa o assente.
In zone calde, in pieno Sole, si possono avere bruciature alle foglie, specie quelle appena emesse. La Strelitzia nicolai è forse leggermente più tollerante nei confronti della luminosità e si può sviluppare abbastanza bene anche in pieno Sole, sebbene gradisca un po' d'ombra durante le ore centrali della giornata. Date le sue dimensioni, questa specie mal si presta alla coltivazione in vaso o in zone troppo ventose.
La Strelitzia è piuttosto resistente alla siccità e, una volta affrancata, non necessità normalmente innaffiature; se coltivata in vaso si deve annaffiare solo quando la terra inizia a seccarsi in superficie.
Queste piante si adattano ad un'ampia gamma di terreni, sebbene in zone particolarmente aride, terreni sabbiosi le renderebbero più bisognose di irrigazioni.
Le concimazioni, se coltivate in piena terra, non sono necessarie e possono essere fatte solo occasionalmente, mentre se coltivate in vaso dovrebbero essere eseguite almeno un paio di volte all'anno.
La S. reginaeè considerata sensibile al gelo, tuttavia può tollerare brevi ed occasionali picchi di -3°/-4° C (27-25° F). Queste temperature devono però essere limitate a poche ore e, anche in questo caso, potrebbero danneggiare la chioma.
La S. nicolai è meno rustica e temperature anche di poco inferiori agli 0° C (32° F) potrebbero ucciderla o bruciarle interamente le foglie.
In Italia crescono bene nelle zone costiere del Sud ed in quelle più riparate del Centro-Nord. Ai giardini di Nervi (in Liguria) sono presenti entrambi gli esemplari e, anche senza protezioni, superano l'inverno indenni.
La potatura è dispensabile e si limita all'eliminazione delle foglie seccate.

La riproduzione può avvenire tramite semina o divisione dei cespi.
Nel primo caso i semi, che sono tossici, impiegano circa 1-2 mesi prima di germinare e lo sviluppo iniziale non è particolarmente rapido, si dovranno infatti aspettare 4-5 anni per ottenere la prima fioritura.
Nel secondo caso, verso Giugno, si preleva una pianta e, con un coltello affilato e sterile, si divide una radice dall'intrecciato ammasso radicale, lo si trapianta in un vaso con terriccio  umido, tenuto in posizione ombreggiata per circa un anno.

Avrete capito quanto particolare e meritevole siano le specie di Strelitzia. Se avete un giardino in un luogo adatto scavate una buca e piantatale nel terreno, altrove concentratevi sulla Strelitzia reginae, tenetela in vaso e collocatela in serra o in appartamento, sebbene in quest'ultima condizione la fioritura sarà un evento poco probabile.

Fiore Strelitzia reginae

Foglie Strelitzia reginae

Fusto Strelitzia nicolai
Foglie Strelitzia nicolai
Strelitzia nicolai

Com'è la Pianta dell'Anacardio (Anacardium occidentale)? Dove Cresce?

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Gli Anacardi sono dei frutti secchi che, oggigiorno, si possono comprare in tutti i supermercati. Essi sono prodotti dall'Anacardio (Anacardium occidentale), una pianta tropicale che vive nella foresta amazzonica.

Come si coltiva l'Anacardio? Può crescere e fruttificare in Italia? Di quale clima ha bisogno per svilupparsi?

Anacardium occidentale

Frutti di Anacardio


Origine e Diffusione :

L'Albero dell'Anacardio è nativo del Brasile, ma lo si ritrova selvatico anche nelle pianure del resto dell'America tropicale. 
Molti secoli fa i portoghesi lo esportarono in altri continenti ed oggi, a livello commerciale, è coltivato in molte zone tropicali del Mondo, dall'Asia all'Africa, dove in alcune aeree si è addirittura naturalizzato, formando ampie foreste.

Tra i maggiori produttori a livello mondiale troviamo l'India, la Costa d'Avorio, il Vietnam, il Brasile, la Nigeria, il Mozambico, l'Indonesia e le Filippine.

La produzione mondiale di Anacardi è in ascesa e, tra i frutti secchi, si colloca al quarto posto, subito dopo Pistacchi, Noci e Mandorle.


Botanica e Fisiologia :

L'Anacardio (Anacardium occidentale) è una specie sempreverde appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, di cui fanno parte anche Pistacchio e Mango.
Questo albero raggiunge un'altezza media di circa 10-12 m (33-39 ft), cresce solitamente su un unico tronco piuttosto tozzo e contorto.
La chioma, dal portamento espanso, è folta e con numerosi rami, tanto che nei vecchi esemplari la sua larghezza e superiore all'altezza della pianta stessa, con rami ricadenti che quasi toccano il suolo.

Foglie Anacardium occidentaleLe foglie sono di forma ovale, di dimensione variabile, lunghe sino a 20 cm (8 in) e larghe circa la metà. Esse sono lisce, coriacee,  con un'unica grossa venatura centrale da cui dipartono quelle laterali, sono disposte a spirale ed, a maturità, hanno color verde brillante (mentre da giovani hanno sfumature rossastre).

Chioma AnacardioL'infiorescenza è un racemo emesso dalla parte apicale dei nuovi rami ed è formata da numerosi fiori, maschili o ermafroditi, solo raramente femminili.
Ogni singolo fiore è di piccole dimensioni, con 5 petali, 5 sepali e di color bianco-rosa.
La fioritura, che nei paesi a clima monsonico avviene nel periodo secco, si prolunga per diverse settimane (tra 4 ed 8). In Florida l'Anacardio fiorisce in primavera, mentre in zone prettamente tropicali con piogge ben distribuite durante l'anno, la fioritura può verificarsi in qualsiasi momento dell'anno.

Le radici si sviluppano inizialmente sotto forma di profondo fittone, che successivamente si "ramifica" lateralmente. L'apparato radicale dell'Anacardio adulto è massiccio ed esteso.

Ma arriviamo alla parte più interessante: il frutto.
Contrariamente a quanto si pensi, il frutto dell'Anacardio è in realtà composto da due parti ben diverse, ma saldamente unite tra loro.
La parte secca, chiamata anche "Nocciola di Acagiù" o "Mandorla di Acagiù", è quella che comunemente troviamo in vendita in Italia; mentre la parte fresca, detta anche "Mela di Acagiù", è consumata solo a livello locale e praticamente sconosciuta in Europa ed all'infuori dei tropici.

La Noce di Anacardioè in realtà il "vero" frutto ed ha la forma di un fagiolo. All'interno del rigido guscio (pericarpo) è contenuto un unico seme oleoso, che rappresenta la parte edule di questa noce.
Il seme al naturale contiene un olio irritante che deve essere rimosso con il calore, per questo motivo gli Anacardi, prima di essere sgusciati, devono essere tostati.
Diversamente da altri frutti secchi, gli Anacardi hanno una maggior concentrazione di acqua ed una consistenza più soffice, questo li rende però più facilmente deperibili.

La Mela di Anacardioè un falso frutto in quanto derivante dall'ingrossamento del peduncolo fiorale. Esso ha le dimensioni di una mela, ma la forma di una pera ed, a maturità, può essere giallo o rosso. La buccia è molto sottile (e questo è forse il motivo per cui viene commercializzato solo a livello locale), mentre la polpa ha la consistenza di quella di una mela, ma è fibrosa e dal sapore leggermente acidulo. Dalla Mela d'Anacardio si estrae anche un succo che, dopo esser stato leggermente fermentato, viene utilizzato per la produzione di una bevanda gustosa, fresca e dissetante.

Dalla fioritura alla completa maturazione dei frutti devono passare circa 80-90 giorni, mentre se si è interessati solo alla Nocciola di Acagiù (e non alla Mela di Acagiù) basteranno 2 mesi.

Pianta di Anacardio

Fiori di Anacardio


Coltivazione, Clima e Moltiplicazione :

Anacardium occidentaleè una specie abbastanza semplice da coltivare, a patto che lo si faccia nel clima idoneo. L'Anacardio deve essere cresciuto in una zona tropicale o subtropicale calda, laddove le temperature minime non scendano quasi mai sotto i 10° C (50° F).
Temperature di 0° C (32° F) arrecano gravi danni anche a piante adulte, devono perciò essere coltivati in zone "frost-free" (prive di gelo); per questo motivo in Italia la sua coltivazione è proibitiva.
La temperatura media giornaliera ideale di crescita è di 25° C (77° F), ma può sopportare anche temperature massime di 40° C (104° F).
Questa specie gradisce un'esposizione assolata ed un'umidità atmosferica relativa intorno al 70%.

Per quanto riguarda le piogge, l'Anacardio si può coltivare sia in zone piovose che in zone semi-aride, tuttavia sarebbe meglio che nel periodo di fioritura fosse abbastanza secco, in quanto i fiori sono soggetti ad infezioni e marciumi.

Questo albero è piuttosto resistente alla siccità e prospera anche con soli 600 mm (24 inch) di pioggia all'anno.
L'Anacardio cresce su un'ampia gamma di terreni, anche quelli poco fertili, dove altre piante da frutto deperirebbero, tuttavia preferisce suoli sabbiosi a pH acido. Anche senza concimazioni lo sviluppo è buono e la resa soddisfacente.
Negli impianti commerciali, se la siccità è molto prolungata ed il terreno trattiene poca acqua (come la sabbia), si effettuano irrigazioni sotto chioma, per evitare marciumi ai fiori/frutticini.

La pianta di Anacardi si può riprodurre tramite innesto, tuttavia non sono state selezionate molte cultivars ed anche i vivai vendono prevalentemente semenzali. I rami, anche se trattati con ormoni, radicano con estrema difficoltà, perciò non si può riprodurre per talea.
La semina rimane il mezzo di moltiplicazione più diffuso e facile. I semi freschi germinano in poco tempo (2-3 settimane), ma rimangono  vitali per poco tempo.
Nei climi adatti, durante la stagione più calda, si possono piantare direttamente nel terreno. Se viene fornita acqua, la crescita dell'Anacardio è veloce quasi come fosse erba e l'entrata in produzione avviene mediamente 3-5 anni più tardi e si protrae per altri 50 anni. Una pianta adulta può produrre fino a 35 kg (77 lb) di frutta all'anno.

Fioritura Anacardium occidentale

Frutticini Anacardium occidentale

Anacardi in Maturazione

Frutto Anacardio Maturo

Anacardi

Albero di Anacardio di 3 anni

Beschorneria yuccoides, Coltivazione e Cure

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Oggi vorrei parlarvi della Beschorneria yuccoides, una pianta succulenta molto ornamentale, ma ancora poco conosciuta in Italia.
Questa specie appartiene alla famiglia delle Asparagaceae e, come ci ricordano i suoi fiori, è una parante dell'Agave e degli Asparagi.

Il genere Beschorneria comprende circa una decina di specie originarie del Centro America. La parola greca "oides" significa "simile"; la Beschorneria yuccoides deve infatti il suffisso ("yuccoides") proprio alla sua somiglianza con il noto genere di piante Yucca.
La Beschorneria yuccoides è nativa degli aridi altopiani del Messico, dove cresce ad un'altitudinecompresa tra 2500–3000 metri (8200–9800 ft) sopra il livello del mare.

Beschorneria yuccoides


Com'è Fatta la Beschorneria yuccoides ?

Questa specie è perenne sempreverde, ma erbacea e priva di un vero e proprio tronco o ramificazioni. La parte visibile della pianta è composta da verdi foglie dalla forma lanceolata, molto lunghe (60 cm o 24 inch) e strette (nella parte centrale 4 cm o 1.5 inch), che assomigliano a delle "spade".
Esse sono disposte a raggiera, con le vecchie foglie quasi parallele al suolo, mentre quelle nuove perpendicolari. Una pianta adulta è composta mediamente da 25-35 foglie.

La fioritura, che in Italia avviene in primavera (Aprile-Maggio), può esser più o meno copiosa o addirittura assente in qualche annata.
L'infiorescenzaè una spiga carnosa lunga mediamente dai 100 ai 200 cm (40-80 in), dall'atipico color rosso-rosa e pendente. Essa è composta da numerosi fiori a forma di campana, lunghi circa 5 cm (2 in), a loro volta raggruppati in 4-5 unità lungo lo stelo e più numerosi all'apice dell'infiorescenza. 
Ai fiori seguono i frutti dalla forma allungata, contenenti i semi.

Chioma Foglie Beschorneria yuccoides

Fioritura Beschorneria yuccoides

Dove si Può Coltivare la Beschorneria yuccoides ?

Questa specie succulenta cresce a forma di cespuglio e se ne possono piantare anche più esemplari per formare aiuole dall'aspetto tropicale.
Sebbene sia distribuita a latitudini tropicali, l'Habitat di questa pianta grassa è a quote elevate, in zone semi-desertiche. Per questa ragione ha sviluppato una naturale resistenza, sia alla siccità, che al freddo.

Ovviamente rimane pur sempre una pianta Messicana e lì, anche in montagna, le temperature sono più miti che in Italia. 
Se ne può tentare la coltivazione laddove le temperature non scendano di norma sotto i -5° C (23° F), a -7° C (19° F) i danni inizia ad essere rilevanti, sotto questa soglia la pianta muore. Indicativamente può crescere bene in zone USDA 9 o superiori, che corrispondono alle zone costiere Tirreniche, a quelle del basso Adriatico, sulle Colline del Sud Italia e nei microclimi più miti del Nord Italia (personalmente ho visto questa specie sulle rive del Lago Maggiore).
L'esposizione ideale è in pieno Sole, ma si sviluppa (e fiorisce) agevolmente anche a mezz'ombra.
Una volta affrancata la Beschorneria yuccoides non necessita irrigazioni ed, in un terreno ricco, non vuole neppure concimazioni.

Questa pianta grassa si propaga facilmente per semina ed, entro 5 anni, la pianta è completamente sviluppata e matura.

Infiorescenza Beschorneria yuccoides

Fiori Beschorneria yuccoides

A Cosa Servono le Radici di Una Pianta? Quanti Tipi di Radici ci Sono?

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Tutti sappiamo che le piante sono dotate di un apparato radicale, tuttavia solo in pochi conoscono quali siano esattamente le funzioni delle radici, come avvenga il loro sviluppo, quale sia la loro struttura e quanto possano crescere.

Radici Scoperte
Quanto Possono Essere Profonde le Radici? Quando Crescono?

La radice rappresenta la parte sotterranea di una pianta ed è soggetta a geotropismo positivo, ovvero si orienta nello stesso verso della forza di gravita, cioè dal suolo verso il centro della Terra.
L'espansione e la profondità delle radici dipende sia dalla specie, sia dall'età della pianta, sia dal tipo di terreno.
E' noto che nei terreni fertili e costantemente irrigati, l'apparato radicale sia meno espanso e profondo rispetto a quello che si può trovare laddove ci sia siccità.
In questa seconda condizione, infatti, le radici si devono sviluppare più in profondità per riuscir a "pescare" acqua (per dettagli sulla resistenza alla siccità clicca qui).
A parità di precipitazioni, nei terreni che trattengono meglio l'acqua (ad esempio quelli argillosi) ci sarà uno sviluppo radicale più contenuto rispetto a quello che ci sarebbe in un suolo molto drenante (ad esempio sabbioso).
L'estensione delle radici è, solitamente, superiore alla proiezione della chioma sul terreno, mentre, contrariamente a quanto si creda, la maggior parte dell'apparato radicale è concentrato nei primi 80 cm (32 in) di suolo e raramente si trovano radici ad una profondità superiore ai 3 m (120 in), poiché il terreno diventa meno fertile e l'ossigeno sempre più scarso.

Le radici sono così imponenti che il loro peso a secco potrebbe superare quello dell'intera pianta e la loro lunghezza totale potrebbe essere inimmaginabile, come perfettamente illustrato in un articolo di Dittemer del 1937. Egli analizzò lo sviluppo radicale della Segale Invernale (Secale cereale) e, dopo 16 settimane di crescita, riscontrò la presenza di circa 13 milioni di radici laterali, la cui somma superava i 500 km (319 mi) di lunghezza.

Se proviamo a seminare noteremo che, durante il germogliamento, la radice è sempre il primo organo a spuntare dal seme e solo successivamente si svilupperanno le prime foglioline.
Questo perché le radici sono la parte "vitale" dell'intera pianta e, morte loro, morirebbe l'intera pianta. Ciò non è necessariamente vero per la parte aerea, infatti, in seguito ad incendi od a potature drastiche, la chioma può venir completamente distrutta, ma se le radici sopravvivono c'è speranza che riescano a "ricostruire" la pianta nella sua interezza.

Le radici crescono in funzione delle condizioni della rizosfera (suolo). In zone equatoriali, con terreno ricco di nutrienti ed acqua, le radici possono crescere durante tutto l'anno.
Nelle zone temperate (come l'Italia) il picco di crescita si ha nei mesi primaverili, mentre l'aridità estiva lo riduce drasticamente. Contrariamente a quanto si possa credere, un minimo di sviluppo radicale si ha anche nel periodo invernale, persino sotto il suolo innevato.

Radici "stampella" Ficus

Radice Albero Divelto

Come è Fatta una Radice ?

Le radici si possono essenzialmente dividere in tre porzioni :

  • Zona di Accrescimento : rappresenta l'apice delle radici ed è costituita da tessuto meristematico, ovvero da cellule in grado di dividersi indefinitamente. L'allungamento delle radici è dovuto alla moltiplicazione delle cellule di questa zona che, poco alla volta, sono in grado di penetrare anche nei terreni più duri.
  • Zona di Assorbimento : man mano che la radice si allunga, la zona di accrescimento si "trasforma" in zona di assorbimento, dotata di peli radicali, tramite cui la pianta ricava acqua e sali minerali dal terreno. 
  • Zona di Trasporto : fa da collegamento tra la precedente zona ed il fusto; attraverso di essa passa la soluzione acquosa che andrà sino alle foglie. Questa zona, nelle piante arboree, è lignificata.

A livello morfologico le radici si possono distinguere anche in base all'angolo geotropico, cioè quello compreso tra il prolungamento teorico del fusto sotto terra ed il suolo. Per intenderci se una radice avesse un angolo di 90°, allora sarebbe parallela alla superficie della terra.

Detto questo, se l'angolo geotropico medio è maggiore di 60°, l'apparato radicale sarà superficiale, se è compreso tra 30° e 60° sarà espanso, se inferiore a 30° fittonante.

Molte piante sviluppano un fittone (radice poco ramificata e profonda) nei primi mesi di sviluppo, per poi espandersi anche lateralmente, diventando una radice fascicolata (in cui anche le diramazioni raggiungono il diametro della radice principale).

Radice di Pomodoro

Quali Sono le Funzioni delle Radici ?

Meccanica : l'apparato radicale serve a tener l'albero ben saldo ed ancorato al terreno, impedendo che venga divelto dai venti e dalle intemperie. Inoltre le radici aiutano a ridurre l'erosione del suolo, prevenendo dannose frane e smottamenti.
In alcune piante rampicanti, come l'Edera, si sviluppano anche radici avventizie, cioè radici aeree il cui compito è quello di far "aggrappare" le proprie liane ai tronchi ed ai rami di altre specie, così da ottenere una migliore esposizione ai raggi solari.
Comune tra le piante del genere Ficus (es. Ficus retusa) è l'emissione di radici aeree dalle branche principali. Queste radici non servono per appigliarsi a qualcosa, ma si allungano verso il suolo, radicando a contatto con esso. In altre parole funzionano da sostegno e si comportano come una sorta di "stampella" per sorreggere il peso di questi rami enormi.


Trofica (Assorbimento e Conduzione) : come abbiamo letto sopra, i peli radicali assorbono l'acqua in cui sono disciolti i sali minerali, i quali forniscono alla pianta Azoto, Fosforo, Potassio e tutta una serie di microelementi.
Questa soluzione acquosa prende il nome di Linfa Grezza (povera di Glucosio e di sostanza organica) e, per capillarità, si muove contro gravità per raggiungere le foglie. Qui, tramite la fotosintesi clorofilliana, la linfa si arricchisce di zuccheri, diventando Linfa Elaborata, la quale distribuisce poi i nutrienti alle cellule dell'intera pianta.
Le radici normalmente assorbono anche ossigeno (motivo per cui si sviluppano prevalentemente nel primo strato di terra); tuttavia le Mangrovie vivono in ambienti salmastri, in cui il suolo è privo di questo gas. Questi alberi hanno sviluppato delle atipiche strutture radicali (Pneumatofori) a forma di "tubo" che, uscendo dal terreno, assorbono ossigeno, un po' come farebbe un subacqueo con il suo boccaglio.
In particolari specie, come le Orchidee, le radici sono esclusivamente avventizie ed hanno anche il ruolo di nutrire la pianta, svolgono la fotosintesi e sono in grado di assorbire l'acqua che su di esse si condensa (ad es. le goccioline che formano la nebbia).


Riserva : le radici sono uno dei principali organi di accumulo di sostanza organica. Le piante (soprattutto se decidue), durante gli stadi più precoci di germogliamento primaverile attingono energia proprio da qui e, dopo la fogliazione, ripristineranno le riserve per l'anno successivo.
In alcune piante semi-desertiche le radici sono succulente e fungono da "serbatoi" di acqua, in altre (ad esempio Patate, Ravanelli, etc.) la radice immagazzina amido, diventa carnosa e la funzione di accumulo diventa addirittura la più rilevante.


Riproduttiva : alcune specie hanno un'elevata capacità di emettere polloni, ovvero rami che spuntano da gemme situate sulle radici e "bucano" il terreno, generando un nuova pianta. Sono note popolazioni clonali che si estendono per ettari, formate dal migliaia di esemplari, tutti discendenti da un'unica radice (vedi qui, la colonia Pando, Populus tremuloides).


Regolatrice : il meristema apicale delle radici produce e secerne anche alcuni ormoni (es. Citochinine) con importanti funzioni fisiologiche.
Inoltre le radici di alcune specie producono sostante tossiche, in grado di inibire la crescita nei paraggi di altre piante. In questo modo eliminano la competizione per i nutrienti, potendosi così sviluppare al meglio.


In ultimo vorrei ricordare le Micorrize, ovvero una simbiosi che frequentemente si instaura tra le radici delle piante e diverse specie di funghi. In questo caso i funghi proteggono le radici dalle infezioni, dai patogeni, dagli stress idrici ed aumentano la velocità di assimilazione dei sali minerali etc..in cambio ricevono zuccheri e vitamine.
Un'altra simbiosi comune avviene tra i batteri azoto-fissatori (ad es. quelli del genere Rhyzobium) e le radici di alcune leguminose (ad es. Fave  e Fagioli). Questo rapporto permette ai vegetali di utilizzare l'azoto atmosferico che questi batteri fissano ("importano") nel terreno.

Pneumatofori


Radice Avventizia Edera

Radice di un Vecchio Faggio

Come Combattere il Marciume Nero della Vite o Black Rot (Guignardia bidwellii) ?

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La maggior parte delle varietà di Vite (Vitis vinifera) è soggetta ad infezioni fungine, alcune delle quali possono arrecare gravi perdite di produzione.
La difesa contro questi patogeni diventa perciò di fondamentale importanza, ma anche capire la loro fisiologia ed il loro modo di riprodursi può aiutare a prevenire il diffondersi della malattia. 

Oggi vorrei parlare del Marciume Nero della Vite, conosciuto anche col termine inglese "Black Rot" e causato dal fungo Guignardia bidwellii, appartenente alla divisione degli Ascomiceti.
Esso colpisce tutti gli organi della pianta, dalle foglie ai frutti, rendendo quest'ultimi immangiabili. L'acino colpito dal marciume nero, come leggeremo più avanti, ammuffisce e secca, una sintomatologia simile a quella riscontrata durante gli attacchi di Botrite (Botrytis cinerea), con la differenza che Botrytis cinerea ha un maggior numero di ospiti oltre alla Vite (ad esempio Rose e Fragole), attacca l'acino d'Uva quando è in uno stadio fenologico più avanzato (post-invaiatura, quasi a maturazione con acini ricchi di zuccheri) e produce una muffa grigia (o biancastra) sulla sua superficie; inoltre un leggerissimo attacco di Botrite produce quella che si definisce "Muffa Nobile", la quale non danneggia i frutti, ma ne aumenta il contenuto zuccherino ed è dunque vantaggiosa per la vendemmia.

Grappolo Colpito da Marciume Nero

Da Dove Proviene il Fungo Guignardia bidwellii ? In Quali Zone è Più Diffuso?

Il responsabile di questo marciume è Guignardia bidwellii, un fungo proveniente dal Nord America, dove se ne riconosce la presenza sin dai primi anni del 1800.
Questo patogeno fu importato in Francia nel 1885, probabilmente insieme a portainnesti resistenti alla fillossera, e da lì si diffuse in pochi anni in Italia e nel resto d'Europa.
In Italia gli attacchi furono isolati per decenni e la prima vera epidemia si verificò solo negli anni '70, alle 5 Terre, in Liguria.
Oggigiorno il Black-rot è endemico in molte regioni del Nord Italia (Veneto in primis) ed i suoi attacchi sono più frequenti e massicci in zone miti ed umide. A riprova di questo c'è da menzionare il fatto che, sebbene il Guignardia bidwellii sia nativo dell'Ovest degli Stati Uniti, questa malattia sia quasi sconosciuta nella semi-desertica e torrida California.


Cos'è il Marciume Nero della Vite? Che Danni Provoca? Come si Riconosce?

Guignardia bidwellii supera l'inverno sotto forma di Spora, nascosta in diverse parti della pianta. Queste ascospore svernano preferibilmente all'interno degli acini mummificati caduti al suolo nella stagione precedente, ma anche all'interno di ferite nel legno della Vite, dove possono sopravvivere sino a due anni.

Quando in primavera si superano i 10° C (50° F), le piogge aprono gli aschi dai quali fuoriescono le ascospore che, trasportate dal vento, si diffondono infettando nuove piante.
Per la germinazione di queste spore serve che le foglie siano bagnate per un tempo più o meno lungo a seconda della temperatura; se quest'ultima è ottimale, ovvero 25° C (77° F), basteranno 6 ore, più ci si allontana (sia verso il basso, che verso l'alto) e più i tempi si dilateranno.
Durante questa fase il patogeno "fora" la cuticola penetrando all'interno degli organi vegetali. Il tempo d'incubazione e di sviluppo varia in funzione della temperatura ed è mediamente di circa due settimane.

Il Marciume Nero riguarda tutti gli organi della Vita in fase di crescita attiva, anche se i danni maggiori si riscontrano su fiori, frutti e foglie.

Le foglie colpite mostrano sintomi caratteristici, con aloni regolari tondeggianti di color marrone lungo il perimetro, mentre l'interno necrotizza e, dissecandosi, assume un color rosso tenue. Queste "macchie" difficilmente si fondono tra loro e non occupano mai tutta la superficie fogliare. Questi sintomi, talvolta accompagnati da protuberanze nerastre, non sono osservabili in foglie già adulte e sviluppate.

I danni più rilevanti riguardano però il grappolo. Il Black Rot può comparire dalla fioritura, sino all'ingrossamento dei frutti ed inizialmente si evidenzia con un pallino biancastro di circa 1 mm (0.04 in) sui chicchi d'Uva in accrescimento. Dopo poco tempo l'infezione si estende all'intero acino, facendogli assumere colorazione brunastra. In fine l'acino immaturo diventa viola, marcisce, raggrinzisce e dissecca, diventando la "casa invernale" per le sue spore.

L'infezione potrebbe anche non coinvolgere tutti gli acini, ma il grappolo in sé risulterà compromesso e privo di valore commerciale.
Diversamente dalla Botrite, il Marciume Nero della Vite si manifesta entro Agosto e non attacca l'Uva durante il periodo di maturazione.

Foglia Infettata da Guignardia bidwellii

Acini Colpiti da Guignardia bidwellii

Quali Piante Attacca ?

Contrariamente a Botrytis cinerea che attacca oltre 200 specie di vegetali, Guignardia bidwellii è più selettivo ed attacca poche specie della famiglia delle Vitaceae come Vitis vinifera (l'Uva Europea coltivata per fare il Vino), Vitis amurensis (Vite Asiatica), Vitis labrusca (Uva Fragola), Parthenocissus quinquefolia (Vite Ornamentale Americana), ma anche alcune specie di Agrumi.


Come Prevenire e Curare gli Attacchi di Black Rot ?

La difesa contro il Marciume Nero della Vite inizia con la prevenzione. Se si vuole avere una Vigna in un posto umido e con frequenti piogge primaverili ed estive, ovvero in una zona con un clima favorevole a questo tipo di patogeno, converrà scegliere dei Vitigni già intrinsecamente resistenti, evitando quelli più sensibili.
E' importante anche la scelta del microclima, prediligendo zone collinari, pendii assolati esposti a Sud, piante distanziate tra loro e poco fitte, in modo da evitare al massimo l'ombreggiamento.
Eliminare, bruciando anche le radici, i vigneti abbandonati, i quali rappresenterebbero una notevole fonte d'inoculo primario per i vigneti adiacenti.

Bisogna ricordarsi di eliminare sia i resti della potatura, che i tralci infetti e, durante l'inverno, bruciare i viticci rimasti attaccati ai fili di sostegno ed i grappoli "mummificati" dell'anno precedente.
La lotta agronomica consiste anche nel lavorare il terreno prima della ripresa vegetativa, interrando i residui infetti e, nei vigneti non inerbiti, rincalzare il minimo indispensabile e solo dopo il primo trattamento contro il black-rot, per non far riaffiorare materiale di inoculo interrato con le lavorazioni d'autunno.

La lotta chimica deve iniziare prima della fioritura, quando i tralci raggiungono una lunghezza di circa 10 cm (4 in) e deve continuare fino ad inizio invaiatura.
Si possono utilizzare prodotti a base di Rame, i ditiocarbammati o gli IBS (inibitori sintesi steroli), usati anche per combattere altre malattie fungine della Vita, come lo Oidio.

Marciume Nero della Vite

Acini Mummificati black rot

Attacco Guignardia bidwellii Foglia Vite

Coltivazione del Sambuco (Sambucus nigra), Dove Cresce?

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Il Sambuco Comune (Sambucus nigra) è la pianta i cui fiori sono l'essenza da cui si ricava il noto liquore Sambuca. Questo albero è molto diffuso in Italia e cresce bene in diversi ambienti, tanto da diventare addirittura infestante.

Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è fatta la pianta del Sambuco, come si coltiva, quante specie esistono e dove si può trovare nel Mondo.

Bacche Sambucus nigra

Sambucus nigra

Specie, Origine e Distribuzione Geografica :

Il genere Sambucus contiene al proprio interno almeno una ventina di specie, tendenzialmente presenti nelle zone temperate della Terra ed occasionalmente ai tropici.
L'esatta filogenesi è ancora motivo di dibattito scientifico e la linea di demarcazione tra una specie e l'altra potrebbe essere labile; ad esempio Sambucus canadensis, il Sambuco presente nella parte orientale del Nord America, fino al Canada, potrebbe essere, secondo gli studiosi, solo una sottospecie del Sambucus nigra, nativo dell'Europa.

Le diverse specie si potrebbero raggruppare in due grosse categorie :


  1. Sambuco "Nero", a cui fa capostipite il Sambucus nigra.
  2. Sambuco "Rosso", la cui specie di riferimento si identifica nel Sambucus racemosa.


Quali Sono le Differenze tra Questi due Gruppi ?

Le specie di Sambuco "Nero" vivono in zone temperate un po' più calde, a latitudini inferiori, alcune di esse sconfinano addirittura in fasce subtropicali o tropicali, come la specie Sambucus peruviana, originaria delle Ande tra Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia ed ora diffusa in tutto il Sud America, oppure Sambucus javanica, presente in Asia, o Sambucus mexicana, che vive nel deserto di Sonora nel Nord del Messico, o ancora Sambucus palmensis, endemica delle Isole Canarie.
Inoltre, come suggerisce il nome, queste piante fanno delle bacche traslucide di colore nero e le infiorescenze sono larghe, appiattite ed a "forma di ombrello".

Le specie di Sambuco "Rosso" crescono in zone temperate fredde esclusivamente dell'emisfero Boreale e raggiungono dimensioni leggermente inferiori. La pianta di riferimento è il Sambuco Rosso Europeo (Sambucus racemosa), altre specie rappresentative sono Sambucus sieboldiana, presente in Giappone e Corea, Sambucus pubens, del Nord America o Sambucus tigranii, che si trova sulle montagne del Caucaso.
Queste piante fanno frutti che a maturazione sono rossi ed hanno delle infiorescenze tondeggianti, allungate e più "a pannocchia", rispetto al Sambuco Nero.

In realtà esiste anche una terza categoria, rappresentata solo da due specie (Sambucus australasica o Sambucus gaudichaudiana), entrambe del continente australiano, che producono bacche bianche o gialle.


Qual è l'Habitat Naturale del Sambuco ?

Sambucus nigraè una pianta spontanea che prospera più o meno in tutta Europa, ma il suo ambiente ideale è costituito dalle zone umide di pianura, a margine dei boschi decidui o sulle rive dei ruscelli.
La sua zona fitoclimatica è il Castanetum, sebbene si possa spingere anche in montagna nella zona dei Faggi, in Italia presente sino ad altitudini superiori ai 1000 m (3280 ft).
Il Sambuco cresce in zone marginali, ai lati delle strade, così come lungo i binari delle ferrovie, in mezzo alla fitta vegetazione, sui bordi dei campi incolti o all'interno di casolari diroccati.
La grande versatilità ha permesso alla specie un'ampia diffusione, su areali estesi e diversificati, tuttavia, in Italia, la sua distribuzione è più concentrata nel Nord.

Infiorescenza Sambuco

Boccioli Sambuco

Fiori Sambucus nigra "Black Lace"


Botanica e Fisiologia :

Il Sambuco Comune (Sambucus nigra), nei paesi anglosassoni noto come "Elderberry", è una specie decidua appartenente alle Adoxaceae che, fino a qualche anno fa, era inglobata nella più grossa famiglia delle Caprifoliaceae, di cui fa parte anche il Mirtillo Siberiano.

Il Sambuco Nero si sviluppa sotto forma di piccolo albero che, nelle condizioni ideali, può occasionalmente raggiungere un'altezza di 10 m (33 ft); tuttavia è più frequente trovarlo ben più basso, immerso nella vegetazione, sotto piante ad alto fusto.
Il troncoè contorto, con una corteggia grigia-bruna che, con l'età, tende a sfaldarsi ed a fessurarsi sino in profondità.
I rami, dal colore più chiaro e con vistose lenticelle longitudinali, spuntano fin dalle parti più basse del fusto ed hanno un portamento ricadente. Su di essi, in inverno, è possibile notare le vistose gemme color porpora.
Le fogliesono opposte, lunghe circa 30 cm (12 in) ed imparipennate, ovvero formate da più foglioline (solitamente 7) dalla forma lanceolata e dal margine seghettato. Il loro colore è generalmente verde scuro, sebbene esistano delle cultivars selezionate per aver foglie viola scuro o nero (ad es. "Black Lace").
Le radici del Sambuco sono piuttosto superficiali, quasi striscianti, ma piuttosto espanse.

Frutti Immaturi SambucoLe vistose infiorescenze sono dei corimbi appiattiti lunghi sino a 25 cm (10 in), che sbocciano all'apice della nuova vegetazione e sono composte da moltissimi fiorellini color bianco crema o, in alcune varietà, rosa tenue.
I singoli fiori sono piccolissimi, formati da 5 petali saldati alla base ed emanano un profumo intenso e delicato, ma sono poco visitati dai principali insetti pronubi (ad es. Api e Bombi), in compenso hanno un polline molto volatile ed, annusandoli, ci si ritrova il naso ricoperto da una "polverina" bianca/gialla. I fiori di Sambuco sono ermafroditi, ma generalmente autosterili, motivo per cui singoli esemplari isolati hanno una scarsissima fruttificazione.
La fioritura del Sambucoè scalare e si protrae per un mese o più ed, in Italia, avviene tra metà Aprile ed inizio Giugno.
I frutti, riuniti in grappoli penduli, sono delle bacche contenenti da 2 a 5 semi che, a maturazione, diventano lucide (sembrano di cera), nere, succose ed assai macchianti. Nel Nord Italia la maturazione è estiva, indicativamente tra fine Luglio ed inizio Settembre e si possono raccogliere non appena le bacche virano dal verde/viola tenue al blu scuro/nero.
Queste bacche diventano commestibili solo dopo cottura, sebbene un consumo eccessivo possa avere effetti lassativi.

Fiori Sambuco

Tronco e Rami Sambucus nigra

Nuova Vegetazione Sambucus nigra


Coltivazione, Clima, Cure, Crescita e Potatura :

Sambucus nigra è una pianta rustica, adattabile a climi diversi e non sensibile al freddo, potendo tranquillamente reggere temperature inferiori ai -20° C (-4° F). Inoltre tollera bene sia l'inquinamento atmosferico, che la salsedine dell'aria di mare.
La specie si può piantare in una posizione in pieno Sole ma, soprattutto nelle zone torride del Sud Italia, gradisce anche un'esposizione a mezz'ombra.
Il Sambuco riesce a crescere anche nei sottoboschi bui, dove regna l'ombra totale, tuttavia, all'interno di boschi fitti, fiorisce poco e male e non fruttifica.
Sebbene preferisca substrati umidi, il Sambuco ha una discreta resistenza alla siccità, ciononostante, in zone luminose, calde e secche, mostra ingiallimenti fogliari già a fine estate. In queste condizioni, così come per piante appena messe a dimora, le innaffiature settimanali (ed una buona pacciamatura) gioverebbero molto alla loro salute.
Il terreno ideale è umido, fresco, ricco di nutrienti (es. humus) e sub-acido (pH tra 5-7), tuttavia sopporta anche un suolo leggermente alcalino.
Questa pianta tollera potature anche drastiche, addirittura alla base, ributtando vigorosamente dalle gemme delle radici o del legno sottostante.
Una potatura di questo tipo, però, compromette la fioritura/fruttificazione dell'annata.
Gemme Sambucus nigraUna pianta affrancata ha una crescita rapida e può raggiungere le dimensioni tipiche della specie in appena 10 anni.
La specie non è particolarmente longeva e solitamente vive 50-60 anni, ma la pianta madre e spesso sostituita dai polloni.
La specie è abbastanza resistente ai funghi ed agli altri patogeni e riesce a fruttificare anche allo stato selvatico, senza alcun trattamento.
La concimazione può essere fatta con un comune fertilizzante ternario NPK, con rapporto 10:10:10. A fine inverno/inizio primavera può essere utile utilizzare con concime a base di nitrato di ammonio, una fonte di Azoto utile per la ripresa vegetativa.

Legno Sambuco


Riproduzione e Varietà :

Il Sambuco si può moltiplicare per semina, in natura sono proprio gli uccelli che, mangiando i frutti, spargono i semi nell'ambiente. I semi, per poter germinare, devono essere esposti al freddo per almeno 2 mesi; perciò conviene piantarli in vaso in autunno e lasciarli all'esterno tutto l'inverno, aspettando che germinino in primavera.
Per la prima fioritura/fruttificazione dovranno passare 3-4 anni e la massima produzione (circa 5 kg o 12 lb per pianta) si avrà solo dopo 8-9 anni.

La semina non garantisce però che la pianta figlia sia uguale alla pianta madre. Dato che il Sambuco è coltivato sia come specie ornamentale, sia come fruttifera, è importante propagarlo anche per via vegetativa, l'unico modo che permetta di ottenere degli esatti cloni.
La tecnica più utilizzata è la talea (i giovani rami radicano abbastanza bene), ma in inverno si possono anche prelevare polloni che abbiano già le proprie radici.


Di seguito alcune Cultivars interessanti :


  • "Black Lace" : Dotato di foglie viola scuro e fiori rosa. Il portamento e la forma delle foglie ricordano l'Acero Giapponese.
  • "Adams" : Selezione americana a maturazione tardiva, con produzione abbondante.
  • "Nova" : Varietà auto-fertile e con infiorescenze più grosse della media.
  • "Johns" : Buon impollinatore per "Adams", matura precocemente ed è indicata per fare marmellate.
  • "Variegated" : Foglie verdi, variegate di bianco, vigoria ridotta.
  • "York" : E' quella con le bacche di maggiori dimensioni tra tutti i Sambuchi. 

Cosa Fare con il Sambuco ? Quali Sono gli Utilizzi ? 

Sambucus nigra è una pianta dai mille usi: i fiori sono la base per la produzione del Sambuca ma, essiccati, possono essere utilizzati a mo' di tè o per aromatizzare bevande rinfrescanti.
I frutti sono impiegati nella produzione di confetture, marmellate, ma anche per produrre un succo analcolico, diuretico e dissetante noto come "Vino di Sambuco". In passato queste bacche erano utilizzate anche come coloranti.
Il legno di Sambuco, leggero e flessibile, è impiegato per fare manici di rastrelli, zappe ed utensili di vario genere.
In ultimo non dimentichiamoci l'aspetto ornamentale della pianta, la quale può adornare giardini e parchi pubblici.

Fioritura Sambuco

Sambuco Fiorito

Sambucus nigra

Foglie Sambucus nigra
Foglie Scure "Black Lace"

Come Coltivare l'Aloe vera in Italia ? Dove Cresce ? Come si Riconosce ?

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L'Aloe veraè una pianta succulenta che, per via delle sue proprietà curative, è conosciuta anche da coloro che non hanno un pollice verde particolarmente "green".
Già l'etimologia del suffisso "vera", suggerisce la difficoltà nel riconoscerla tra l'enormità di Aloe presenti.
In effetti l'Aloe "vera"è una sola, anche se spesso ci viene venduta un'Aloe "finta", ovvero una specie simile che, per i profani, è indistinguibile. 

Nelle prossime righe cercheremo di capire com'è fatta l'Aloe vera, da dove proviene e quali siano i limiti climatici per la sua coltivazione.

Pianta di Aloe vera


Origine, Distribuzione Naturale e Diffusione :

L'Aloe vera, nota anche con alcuni sinonimi : Aloe barbadensis, Aloe perfoliata, Aloe indica, Aloe vulgaris, è una pianta grassa conosciuta sin da tempi remoti per le sue proprietà medicinali, se ne trovano infatti riferimenti nei manoscritti risalenti all'epoca Egizia o all'impero Greco e Romano. L'A. vera trova svariate citazioni anche nel sacro libro della Bibbia.

L'esatto luogo di provenienza della specie è tuttora incerto poiché, già migliaia di anni fa, era coltivata ed esportata all'infuori del proprio areale d'origine.
Si pensa che l'Aloe vera sia genericamente nativa del Nord Africa (Egitto, Sudan, Arabia Saudita e Yemen), sebbene oggigiorno sia naturalizzata anche più ad Ovest, in stati quali Marocco, Mauritania e nelle isole vulcaniche dell'Atlantico (Capo Verde, Canarie e Madeira).
Tutte queste zone sono accomunate da un clima arido, assolato e mite, che rappresenta l'habitat ideale della specie.

Ai nostri giorni, dato l'enorme valore commerciale, l'Aloe vera è diffusa anche in altri continenti : negli Stati Uniti (Texas, California e Florida), così come in Australia, Messico, Spagna ed ultimamente si sono fatti impianti anche nelle zone più miti del Sud Italia (Sardegna, Sicilia, Calabria).


Come Riconoscere l'Aloe vera Rispetto alle Altre Specie di Aloe ?

Il genere Aloe è composto da circa 600 specie, alcune delle quali sono visivamente molto simili tra loro, perciò non è sempre facile capire quale Aloe abbiamo tra le mani.

Per distinguere la "vera"Aloe vera dalle altre dovremo basarci sui tratti peculiari (anche se a volte non unici), considerandone più di uno; di seguito eccone qualcuno :

  • L'Aloe vera non ha mai tronchi o ramificazioni (come invece ha l'Aloe arborescens) e, soprattutto, si sorregge da sola. Se il portamento è strisciante e ricadente, probabilmente vi hanno rifilato un'Aloe ciliaris o un'A. arborescens.
  • Le foglie hanno poche (e rade) lenticelle o macchioline, non onnipresenti come invece avviene nell'Aloe saponaria. Tuttavia in qualche varietà si può essere tratti in inganno, poiché ci potrebbe essere qualche lenticella biancastra in più. in particolar modo nella parte inferiore. 
  • I "dentini"che formano il margine seghettato della foglia, sono abbastanza accentuati e presenti solo sul perimetro fogliare e mai all'interno, come invece succede nella Aloe aculeata, Aloe humilisAloe ferox.
  • Le nuove foglie sono di color verde argento, ma quelle più vecchie assumono una colorazione rossastra/marroncina, più pronunciata verso l'estremità. 
  • Le foglie sono messe a "rosetta" e disposte a 360°, non a "ventaglio verticale" come nell'Aloe plicatilis.
  • Sebbene in vaso (ed in casa) è difficile che fiorisca, i fiori dell'Aloe vera sono gialli e non rossi-arancioni come nella maggior parte delle altre Aloe.

Spesso l'Aloe arborescens viene confusa e venduta per Aloe vera, ricordatevi che la prima ha foglie più strette e corte, il margine seghettato meno pronunciato ed una leggera curvatura ad "U" delle foglie; inoltre l'Aloe vera ha un portamento più compatto ed un aspetto più "massiccio".
Talvolta anche l'Aloe ciliaris può esser spacciata per "vera", tuttavia la si riconosce per il portamento pendulo e gli internodi (spazio tra foglia e foglia) ampi.

La situazione si complica con gli ibridi che, ovviamente, prendono un po' delle caratteristiche da ognuno dei genitori. Esiste infatti un ibrido di Aloe vera arborescens.

Di seguito vedrete foto di Aloe arborescens, Aloe saponaria e Aloe vera, affinché possiate notare le differenze morfologiche descritte poco sopra.

Aloe arborescens
Aloe saponaria

Foglia e "Denti" di Aloe vera
Aloe vera in vaso


Coltivazione, Clima, Cure, Potature :

Per prima cosa ricordiamoci che l'Aloe è una pianta succulenta e deve perciò essere trattata alla stregua di altre piante grasse come le Cactacee. Detto questo è una coltura abbastanza semplice, anche per i principianti ed i poco attenti.

Se la si volesse coltivare in Italia, all'esterno ed in piena terra, è bene sapere che l'Aloe vera ha una scarsa resistenza al freddo, decisamente inferiore a quella di altre succulente come l'Agave.
Idealmente la si dovrebbe coltivare in zone esenti da gelo, tuttavia, in condizioni secche, potrebbe tollerare con pochi danni qualche ora ad una temperatura di poco inferiore agli 0° C (32° F).
Quindi, in zone con effimere gelate, se ne potrebbe tentare la coltivazione amatoriale all'aperto, anche perché, date le ridotte dimensioni della specie, sarebbe piuttosto facile costruire delle buone protezioni invernali.

L'esposizione al Soleè materia controversa, su isole assolate come Fuerteventura o Lanzarote, l'Aloe vera viene cresciuta in pieno Sole, condizione che favorisce la fioritura. Ciononostante la specie si sviluppa bene anche in condizioni di mezz'ombra e le foglie, specialmente per piante in vaso, tendono ad essere più carnose e verdi.
Detto questo non preoccupatevi se alcune foglie delle vostre Aloe vera diventano marroni, con molto Sole è una risposta fisiologica e senza conseguenze.
Tollera piuttosto bene anche l'aria salmastra tipica delle località di mare e resiste, senza trattamenti, alla maggior parte dei patogeni.

Allo stato selvatico questa specie cresce in suoli aridi e poveri, si accontenta dunque di quasi tutti i terreni a patto che siano ben drenanti. Le concimazioni sono di norma superflue.

Essendo un pianta grassa l'Aloe richiede poca acqua e può sopportare lunghi periodi di siccità senza particolari danni.
Le innaffiature vanno effettuate in estate, bagnando il terreno (e non le foglie) solo quando esso sarà completamente asciutto. In inverno, anche per via delle temperature più basse, il fabbisogno idrico diminuisce e sarà sufficiente l'umidità atmosferica. Qualora la si coltivasse in vaso basterà nebulizzare il terreno, invece che bagnarlo completamente.

La specie non richiede potature od accorgimenti particolari, semmai la rimozione delle foglie avviene per il loro utilizzo, più che per dare forma alla pianta. In questo caso si prelevano le foglie alla base della pianta, lasciando sviluppare quelle all'apice.

Infiorescenze Aloe vera

Foglie Giovani Aloe vera

E' Possibile Crescere l'Aloe vera all'Interno di Casa ?

Dato che questa Aloe, in Italia, si può coltivare all'aperto davvero in poche zone, l'unica alternativa è ripararla al chiuso durante l'inverno.
Affinché questo sia possibile occorrono due fattori : che la pianta cresca bene in vaso e, a meno che non si disponga di una serra/veranda, che sopporti il clima "d'appartamento".

Fortunatamente l'Aloe veraè rustica, con uno sviluppo radicale contenuto che le consente la crescita anche in vasi relativamente piccoli e, tutto sommato, è abbastanza adatta al clima secco di una casa.
Tuttavia converrà adottare qualche suggerimento:

  1. Evitare luoghi ombreggiati, prediligendo finestre esposte a Sud o zone luminose
  2. Non posizionare il vaso sopra termosifoni, stufe o altre fonti di calore
  3. Possibilmente tenerla nel luogo più fresco (ad esempio non nel locale in cui accendete il camino)
  4. Evitare zone di passaggio tra interno/esterno, ad esempio vicino alla porta di entrata, dove ci possono esser notevoli sbalzi termici
  5. Se l'ambiente fosse particolarmente secco nebulizzare occasionalmente le foglie

In queste condizioni la pianta sopravviverà, ma difficilmente fiorirà e rimarrà di dimensioni minori.


Botanica e Fisiologia :

L'Aloe vera (sin. Aloe barbadensis ) è una pianta succulenta tropicale che appartiene alla famiglia delle Xanthorrhoeaceae (Aloeaceae secondo altre classificazioni) ed è una lontana partente dell'Asparago.
Il nome del genere, Aloe, deriva dall'arabo "Alloeh" che significa : "Sostanza luccicante amara", probabilmente in riferimento alla sua linfa.

Fioritura Aloe veraL'Aloe vera, per essere una pianta grassa, ha una crescita moderatamente veloce ed una singola pianta raggiunge, da adulta, un'altezza di circa 80 cm (32 in) ed una larghezza di 100 cm (40 in). Tuttavia la larghezza può essere superiore, poiché la specie ha la tendenza ad emettere polloni (piante figlie) dalle radici.
I fiori sbocciano su spighe lunghe sino ad oltre 1 m (40 in), che si biforcano e diramano, innalzandosi ben al di sopra del livello delle foglie. L'infiorescenza, che spunta dal centro della pianta, è un racemo i cui fiori "maturi" sono di color giallo, lunghi circa 3 cm (1.2 in), penduli e rivolti verso il basso. In alcune selezioni i fiori possono avere tonalità arancioni.
In zone subtropicali la fioritura avviene in estate, alle Canarie fiorisce tra Giugno ed Agosto. In aree più tropicali piante differenti possono avere fioriture sfalsate, in periodi diversi dell'anno. La specie è autosterile, motivo per cui, per ottenere frutti, ci devono essere più piante in grado di impollinarsi.
Il frutto, a maturità verde scuro, è una capsula che si apre verticalmente e contiene numerosi piccoli semi, appiattiti e di color grigio-marrone.

Contrariamente a quanto si possa pensare, le radici dell'Aloe vera non occupano un gran volume, hanno uno sviluppo prevalentemente orizzontale e rimangono superficiali.

Ma veniamo alla parte più interessante: le foglie. Esse sono verdi-argento, lunghe circa 50 cm (20 in), quelle più giovani spuntano dalla parte centrale e sono disposte "a ciuffo", mentre le più vecchie si piegano sotto il loro peso, diventando parallele al suolo. Sul margine fogliare sono presenti delle spine che per forma ricordano i "denti di squalo".
Sono foglie carnose, con cuticola inspessita, al cui interno è presente molta acqua, un adattamento xerofitico per combattere la siccità.

La specie ha una vita media di 12-15 anni e ne impiega circa 3-4 prima di raggiungere la maturità e fiorire.

Cosa Contengono le Foglie di Aloe ?

Basta incidere una foglia per notare che al proprio interno è presente una sostanza gelatinosa dal sapore molto amaro, dalla quale si ricava il famoso "Succo di Aloe".
Il gel di Aloe, che al naturale è esclusivamente ad uso topico (esterno), velocizza il processo di cicatrizzazione ed è molto efficace nell'alleviare bruciori dovuti ad abrasioni ed ustioni (comprese quelle da troppo Sole), ma è anche utile per combattere malattie della pelle quali Psoriasi, Acne o Eczemi.
Personalmente ho trovato la sua applicazione cutanea di enorme beneficio contro le scottature del "primo giorno di spiaggia".
E' importante che il gel sia utilizzato subito dopo averlo estratto, spalmandolo direttamente sulla zona interessata. Ad uso industriale le foglie vengono raccolte, tagliate e portate velocemente al posto di lavorazione, dove il loro contenuto (gel-linfa) viene stabilizzato.

Questo gel contiene l'Oleina, un principio attivo irritante per la mucosa dell'intestino, che può causare effetti lassativi. Perciò, al fine di poter produrre il Succo di Aloe (o qualsiasi altro derivato che venga ingerito), l'Oleina deve essere chimicamente neutralizzata.
Questa "bevanda a base di Aloe" ha proprietà antibatteriche-antivirali, antiossidanti e rinforza il sistema immunitario (macrofagi etc.).

Per ottenere il massimo dal Gel di Aloe si devono raccogliere le foglie più vecchie (ma non rinsecchite), da piante adulte.

Gel di Aloe vera foglia tagliata

Come Propagare l'Aloe vera ?

La specie ha un'elevata attitudine ad emettere polloni, lateralmente rispetto alla pianta madre. Il metodo più semplice per riprodurla è rimuovere un pollone basale, farlo asciugare un paio di giorni all'aria, piantarlo in un substrato fresco ed arieggiato (es. Sabbia), tenuto leggermente umido ed in posizione ombreggiata, aspettando la radicazione.
Talvolta il pollone è particolarmente ancorato e si dovrà forzare per rimuoverlo, in questo caso potrebbe avere già un apparato radicale autonomo.
L'Aloe verasi può moltiplicare anche partendo da seme, in questo caso conviene seminare in primavera, con temperature di almeno 20° C (68° F), utilizzando semi maturi (se sono chiari, bianchi o sbiaditi probabilmente sono stati raccolti prematuramente). La germinazione dovrebbe avvenire nel giro di 3-4 settimane.

Ovviamente non tutti hanno a disposizione dei semi o un'Aloe "matura" con relativi polloni; ma non temete, anche qui c'è una soluzione.
La specie si può riprodurre per talea, rimuovendo con un coltello affilato un'intera foglia (meglio se un nuovo germoglio) ed interrandola in torba-sabbia ad una profondità di circa 10 cm (4 in), mantenendo la parte tagliata rivolta versa il basso.
Lasciare il vaso in una zona fresca (non fredda), luminosa (non assolata) e mantenere il terreno umido (non zuppo).

Vecchia Aloe vera con Polloni


Tutto sommato coltivare una pianta di Aloe non è poi così difficile e, anche se non vivete in una zona d'Italia a clima mite, potrete coltivarla in vaso con successo, tenendola in casa in inverno o anche tutto l'anno, come fosse una pianta d'appartamento.
Insomma sia che abitiate a Milano, Roma, Napoli o Palermo non avrete più scuse per non averne un esemplare sul davanzale.

Vi saluto con le ultime 3 foto, le prime due sono state fatte alle Canarie, l'ultima nel Nord Italia, da una pianta coltivata in vaso e riparata in casa in inverno.

Aloe vera in terra Canarie

Fiore Aloe vera

Aloe vera in Vaso Nord Italia

Cos'è la Sagrada Familia? Com'è all'Interno? - con Foto e Descrizione

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Il simbolo di Barcellona, e forse di tutta la Spagna, è senz'ombra di dubbio la Sagrada Familia, l'opera più maestosa dell'Architetto catalano Antoni Gaudí.
Qualcuno di voi si starà chiedendo perché su un sito naturalistico ci finisca un articolo di Arte. 
Bhò, forse perché la Sagrada Familia è un monumento mozzafiato o forse proprio perchè Gaudí era (giustamente) convinto che la Natura fosse la migliore artista e che l'uomo potesse solo tentare di imitarla. In effetti Gaudì, in tutte le sue costruzioni, adotta stratagemmi presi "dal Mondo vivente" per modulare la luminosità, il ricircolo d'aria e per ottimizzare gli spazi.
Ma andiamo con ordine.

Sagrada Familia
Esterno Sagrada Familia
Vita ed Educazione :

Antoni Gaudí nasce il 25 Giugno 1852 a Reus, un comune della provincia di Tarragona, a Sud di Barcellona. Sin da piccolo, nella bottega di calderaio del padre, Gaudì imparò a lavorare con forme e volumi, ma fu nella masseria di Riudoms che iniziò ad immaginare la natura (rocce, animali, piante etc.) come modello di scultura.
Si laureò in architettura nel 1878, sebbene collaborasse con noti architetti ed ingegneri ben prima di terminare gli studi.
Gaudì non si sposò mai e non ebbe figli, si prendeva però cura dell'anziano padre (che morì a 93 anni) e di una nipote orfana e malata.

Nel 1883, alla tenerà età di 31 anni, gli venne affidato l'arduo incarico di costruire la Sagrada Familia, un progetto ambizioso a cui Gaudì dedicò l'intera vita. Ben conscio del fatto che non ne avrebbe mai visto la conclusione, Gaudì pianificò dettagliatamente plastici e disegni, affinché qualcun altro potesse concluderla secondo le sue idee, dopo la sua morte.

Gaudì era un devoto Cristiano, andava a messa tutti i giorni e conduceva una vita austera e priva di vizi. Dal 1912 sino al 1925 visse da solo nella casa di Park Güell, mentre nell'ultimo anno della sua vita dimorò addirittura all'interno della Sagrada Familia.
Gaudì morì il 10 Giugno 1926, tre giorni dopo essere stato investito da un Tram. I soccorritori non lo riconobbero subito e, vendendolo vestito da povero, lo scambiarono per un barbone e lo trasferirono all'ospedale Santa Croce, un ospedale  di beneficenza Cristiana. Morì da povero, in un ospedale per poveri. Si avverò così il suo desiderio, più volte aveva espresso in vita, cioè di stare accanto "agli ultimi", sino alla fine.
Al funerale di Gaudì, nominato "l'Architetto di Dio", parteciparono migliaia di persone, sia civili, sia rappresentati delle autorità. Fu sepolto nella Cripta della Sagrada Familia, dove tutt'oggi rimane.


Premessa :

La Sagrada Familia è una chiesa consacrata il 7 Novembre del 2010, da Papa Benedetto XVI ed è facilmente raggiungibile con la metro, sia la linea Viola che quella Blu hanno la fermata "Sagrada Familia". Appena uscirete sarete ai piedi di questa basilica.
L'opera, non ancora conclusa, è interamente finanziata con donazioni private e coi ricavati dei biglietti, i quali si acquistano unicamente online (ad esempio qui), ad un prezzo medio di circa 20 Euro. Consiglio vivamente di acquistare il biglietto con l'audioguida, disponibile in diverse lingue, tra cui l'italiano. La visita di questa cattedrale dura circa 2 ore, ma i più curiosi ed attenti ai dettagli ne impiegheranno anche oltre 3 per scrutare ogni suo angolo. Non a caso è il monumento più visitato non solo di Barcellona, ma dell'intera Spagna.


Com'è Fatta Esternamente la Sagrada Familia ?

Come facilmente intuibile, la "Sacra Famiglia"è dedicata a Gesù, Maria e Giuseppe. A lavori ultimati (si stima per il 2026, centenario della morte di Gaudì), la Sagrada Familia sarà composta da 18 torri, 12 dedicate agli altrettanti apostoli, 4 torri dedicate agli evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni), 1 torre alla Vergine Maria e l'ultima, alta ben 172,5 m (566 ft), dedicata a Gesù Cristo.
Il punto più alto della chiesa, ovvero la "Torre di Gesù", è di poco inferiore alla vetta del Montjuïc, la collina che si innalza nella parte Sud della città di Barcellona. Questo dettaglio fu voluto da Gaudì, in quanto l'opera umana (Sagrada Familia) doveva essere sempre inferiore all'opera divina (Montjuïc).

Nella Sagrada Familia sono presenti 3 facciate : la Natività, la Passione e la Gloria. Quest'ultima, che rappresenta l'ingresso alla navata principale, non è ancora finita e rappresenterà l'ascesa di Gesù verso Dio.

La Natività, la facciata dalla quale ha accesso il pubblico, mostra la nascita di Gesù ed è suddivisa in tre parti : il portico della Carità (il più grande, centrale e rappresentante Gesù), il portico della Fede (la Madonna) e il portico della Speranza (San Giuseppe).
I tre portali sono separati da due colonne, alla base delle quali sono scolpite due tartarughe, una con le pinne ed una con le zampe, in quanto le colonne sono orientate verso il mare o l'entroterra, rispettivamente.
Non mi soffermerò sui dettagli, non sono un critico d'arte, dico solo che questa facciata è ricchissima di dettagli, sembra quasi un "Castello di Sabbia" adornato da angeli, figure sacre, animali e piante.

Portale della Natività Sagrada Familia

Facciata della Natività Sagrada Familia

Esattamente sul lato opposto troviamo la facciata della Passione. Essa è indubbiamente più cupa e malinconica e trasmette quel senso di angoscia/dolore, tipico della Crocifissione di Cristo.
La facciata è sostenuta da sei pilastri obliqui che ricordano i tendini dei muscoli, su di essa poggia un frontone a forma piramidale formato da 18 colonne a forma di osso, che vogliono rappresentare le costole umane.
Posto sopra tutte le altre statue, troviamo Gesù Crocifisso, ma la croce è inclinata e rivolta verso terra, in modo tale da fornire una visione quasi frontale da chi la guarda dal basso.
Questa facciata, rispetto a quella della natività, è meno decorativa e più austera. Lo stesso Gaudì affermò di voler trasmettere un senso di paura e far capire quanto sia stata cruenta la morte del Figlio di Dio.

Facciata della Passione Sagrada Familia

Facciata della Passione Sagrada Familia


Com'è Fatta Internamente la Sagrada Familia ?

L'esterno, sebbene da lontano non si possano osservare i dettagli, è visibile anche dal parco e dalle strade adiacenti al tempio. Per vedere l'interno dovrete necessariamente pagare il prezzo del biglietto, ma vi assicuro che quei soldi saranno pienamente ripagati da ciò che vedrete.

L'interno è imponente e solenne, con un'illuminazione perfetta, grazie ai fini studi di Gaudì. I pilastri di sostegno, costruiti in materiali diversi (Porfido, Granito etc..), hanno una forma molto armoniosa; nella parte bassa assomigliano a delle normali colonne, ma salendo di dividono, dando l'impressione che siano delle ramificazioni di un albero. Anche qui un forte richiamo alla natura.
Un'altra cosa che lascia a bocca aperta sono le vetrate, con colori più freddi (blu-azzurro) nella parte rivolta verso Est, ovvero dove arrivano i raggi di Sole dell'alba e più caldi (rosso-giallo) in quella rivolta verso Ovest, dove tramonta il Sole.
Difficilmente un'immagine riesce  a trasmettere ciò che si prova all'interno, ma vi assicuro che quelle vetrate sono state progettate per creare un ambiente mistico, in cui le diverse luci si intrecciano alla perfezione.
All'interno della Sagrada Familia sono presenti anche delle scale a chiocciola che permettono di salire nel luogo dedicato ai coristi, tuttavia questa zona non è di norma accessibile.
Nella parte lateraleè presente un museo che narra la storia della basilica, dalla posa della prima pietra sino ai giorni nostri.

Sotto la basilica è costruita una cripta, una piccola chiesa che contiene anche la tomba di Antoni Gaiudì. Questa zona è visitabile senza biglietto ed il suo accesso è indipendente da quello della Sagrada.

Colonne Interne Sagrada Familia

Facciata Interna Sagrada Familia

Sculture Interne Sagrada Familia

Interno Sagrada Familia

Soffitto Interno Sagrada Familia

Vetrate Sagrada Familia

Agave : Come Riconoscere le Diverse Specie

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Col nome generico di Agave ci si riferisce ad un genere di piante succulente, che appartiene alla famiglia delle Agavaceae (o Asparagaceae). 
Questo genere è composto da oltre 200 specie differenti, tutte native del centro America (Messico, Caraibi, Stati Uniti etc.).
Molte di esse hanno aspetti morfologici simili e non è sempre facile distinguere un'Agave dall'altra.

Nelle prossime righe vorrei dare delle informazioni generiche su queste piante grasse e poi descrivere più dettagliatamente le caratteristiche peculiari di alcune di esse, così da poter riconoscere (forse) quale sia l'esatta specie di Agave che state crescendo nel vostro giardino o in vaso sul vostro balcone.

Agave a Verbania

Il Genere Agave :

Generalmente le Agavi hanno come habitat naturale zone aride ed a clima mite, tuttavia alcune specie possono sopportare bene anche il freddo intenso.
Le Agave hanno fiori ermafroditi, alcune specie emanano un profumo "muschiato" che attira i pipistrelli, altre hanno un odore più dolce, per essere impollinate dagli insetti.
La maggior parte delle specie di Agave fiorisce un'unica volta durante la vita, mentre alcune possono fiorire più volte.

Nelle Agave le foglie sono carnose, disposte a rosetta e frequentemente dotate di spine, mentre il fusto è inesistente o del tutto trascurabile.
La crescita è estremamente lenta ed, in alcune piante, una foglia può rimanere per tutta la durata della vita dell'Agave stessa. 
Le dimensioni variano considerevolmente da specie a specie: le più piccole possono aver una larghezza di appena 15 cm (6 in), mentre le più grandi possono misurare anche 6 metri (20 ft) di diametro.

La maggior parte delle Agave tende a formare gruppetti, infatti la pianta madre muore dopo aver fiorito, lasciando però alla sua base le piante figlie (ovvero polloni derivanti dalle sue radici). Poche specie invece rimangono solitarie e si basano esclusivamente sulla dispersione dei semi per la riproduzione.

Sebbene esistano delle differenze, praticamente tutte le specie gradiscono un luogo arido e sassoso, crescono in terreni molto drenanti, anche se poveri e si possono coltivare dove le gelate siano rare (anche se, come vedremo, poche varietà sono in grado di tollerarle).
L'umidità atmosferica, soprattutto se unita a temperature rigide, deve essere bassa. La maggior parte delle Agave amano il Sole dal mattino alla sera, tuttavia molte di esse possono svilupparsi anche a mezz'ombra.
Le cure che vogliono queste succulenti non è molto diversa da quelle adottate nella coltivazione di altre piante grasse (Cactus etc..)

Ora, dopo aver fatto questa breve panoramica sulle piante del genere Agave, vorrei illustrare le caratteristiche di alcune di esse (non certo tutte), mostrando le foto, affinché possiate apprezzare le differenze, per poter distinguere una specie dall'altra.


Le Diverse Specie di Agave (in ordine alfabetico), Quali Scegliere :


Agave americana : è originaria del Messico Settentrionale e del Sud degli Stati Uniti (Texas, Arizona) ed è indubbiamente la più conosciuta, diffusa. Grazie alla sua ottima resistenza al freddo è coltivata anche all'infuori del proprio areale, come ad esempio nelle zone a clima mediterraneo, anche del Nord Italia. Si riconosce per le grandi foglie a forma allungata, di color verde bluastro e dotate di margine seghettato (spine laterali). In alcune varietà (ad es. Agave americana var. marginata) sono presenti delle spesse strisce gialle nella parte centrale o laterale della foglia.
Una pianta adulta raggiunge grosse dimensioni e può superare i 3,5 metri (11,5 ft) di diametro, con un'infiorescenza molto più alta ed eretta. Fiorisce ogni 20-30 anni, dopodiché la pianta muore. Per maggiori dettagli di coltivazione e sulla botanica dell'Agave americana Clicca Qua.

Agave americana
Agave americana canarie

Agave attenuata : è una specie nativa del Jalisco, una regione del Messico centrale, ed è conosciuta anche col nome di "Foxtail", in quanto la sua fioritura, che non avviene prima dei 10 anni di età, ricorda la coda di una volpe. In effetti uno dei tratti distintivi è proprio la fioritura che, a differenza della maggior parte delle Agavi, è pendula e non eretta.
L'Agave attenuata è di medie dimensioni, con foglie lanceolate di color verde chiaro, quasi azzurro, lisce e lunghe mediamente 60 cm (23 inch).
Un'altra caratteristica atipica dell'Agave attenuata è l'assenza di spine sulle foglie, probabilmente si sono perse durante l'evoluzione, poiché nel suo habitat naturale cresce "aggrappata" alle pareti rocciose, dove non può essere raggiunta e predata dagli animali. Si sviluppa bene sia in pieno Sole, sia in zone più ombreggiate, ha una scarsa tolleranza al freddo e può resistere solo a lievissime gelate. L'A. attenuata può essere talvolta confusa con l'A. mitis.

Agave attenuata

Agave attenuata fiori

Agave "Blue Glow" o "Shaka Zulu" : Questa pianta è in realtà un ibrido sterile, ottenuto dall'incrocio tra Agave attenuata e Agave ocahui. Questa ibridazione ha permesso di ottenere un esemplare che avesse larghe foglie dal bel colore (come A. attenuata), ma una crescita ridotta e la presenza della spina all'apice delle foglie (come A. ocahui).


Agave Shaka Zulu

Agave bovicornuta : nativa delle zone montuose (e desertiche) delle regioni Chihuahua e Sonora, nel Messico Settentrionale. L'A. bovicornuta, diversamente da specie come l'A. stricta o l'A. striata che formano "gruppetti", cresce isolata e solitaria, in quanto non emette polloni, e da adulta può arrivare ad un diametro di 1,5 metri (60 inch). Le foglie dell'A. bovicornuta sono di color verde-giallognolo e con il margine bruno-rossastro, su cui è presente una dentellatura (spine) molto pronunciata.
Resiste ad una temperatura di qualche grado sottozero.

Agave bovicornuta

Agave filifera : specie nativa del Messico centro-meridionale, è di medio-piccole dimensioni, che raramente supera i 50 cm (20 inch) di altezza. Le foglie sono affusolate, disposte in tutte le direzioni e di color verde scuro. Il tratto distintivo dell'Agave filifera è sicuramente il margine fogliare liscio, ma da cui dipartono lunghi e vistosi filamenti bianchi. Discretamente resistente al freddo.

Agave filifera

Agave horrida :  possiede foglie lunghe sino a 60 cm (24 inch), di color verde scuro e dotate di spine laterali ravvicinate, che per forma ricordano i denti di uno squalo. Sebbene da giovani siano marroni, con l'età queste spine diventano bianche. La rosetta non è molto fitta e le foglie, dalla forma allungata, hanno un andamento ondulato e ricadente molto ornamentale.
L'Agave horrida può essere erroneamente scambiata per Agave obscura, tuttavia quest'ultima possiede spine nere (non bianco-grigiastro). In ambiente asciutto può tollerare temperature minime di circa -6° C (20° F).

Agave horrida

Agave macroacantha : la rosetta è composta da numerose foglie grigio-bluastre, lunghe circa 35 cm (14 in), molto fitte e dalla forma "a spada". Sul margine fogliare sono presenti piccole spine brunastre, abbastanza distanziate tra loro, mentre la foglia termina con un grosso aculeo nero. L'Agave macroacantha cresce nei terreni aridi e sassosi del Tehuacan e della Oaxaca, nel Sud del Messico ed è poco tollerante al gelo. I fiori verdognoli-viola germogliano da rami laterali emessi da un'infiorescenza alta circa 2 metri (6,5 ft).

Agave macroacantha

Agave marmorata : dotata di foglie che, soprattutto se cresciute in pieno Sole, possono aver tonalità che ricordano il marmo. Esse sono contorte, di forma lanceolata, dal portamento aperto e prostrato. Le foglie dell'Agave marmorata, lunghe oltre 1 metro (40 inch), sono spesso ricurve ed hanno una forma ad "U", con margine irregolare. La differenza tra i vari cloni è accentuata, inoltre non è sempre facile riconoscere un clone, poiché le similitudini morfologiche possono non manifestarsi anche all'interno dello stesso clone, in quanto dipendono anche dalle condizioni di crescita (temperatura, suolo, esposizione, umidità, etc..).

Agave marmorata

Agave neomexicana : come suggerisce il nome è nativa del Nuovo Messico, negli Stati Uniti. E' indubbiamente una delle Agavi più resistenti al freddo e può sopportare temperature di -20° C (-4° F) senza subire danni. L' A. neomexicana, da adulta, non supera solitamente gli 80 cm (32 inch) di diametro. Le foglie sono color verde argento, con un aculeo terminale nero ed appuntito e sono disposte in maniera ordinata.

Agave neomexicana

Agave x nigra : ibrido probabilmente ottenuto dall'incrocio tra Agave victoriae-reginae e Agave asperrima (sinonimo Agave scabra). Le foglie sono a forma triangolare, dal portamento eretto (non ricadente), prive di dentellatura lungo i margini, ma con un lunga spina all'apice. La pianta ha una buona resistenza al freddo e può esser coltivata in molte zone d'Italia, anche quelle a microclima non particolarmente mite.

Agave nigra

Agave parryi : contiene al proprio interno più varietà, anche abbastanza diversificate, tuttavia la specie tipo si caratterizza per aver foglie grigio-azzurrognole con il margine (soprattutto in prossimità dell'estremità) di color violaceo. Le foglie più giovani tendono a rimanere unite, racchiudendo  l'apice vegetativo un po' come fosse un bocciolo di un fiore. L'habitat naturale dell'Agave parryi si estende dal Nord del Messico, sino al Sud degli Stati Uniti ed è perciò piuttosto rustica ed adattabile a climi diversi, compreso il freddo secco.

Agave parryi

Agave potatorum : nativa dei deserti messicani compresi tra le regioni di Oaxaca e Puebla. Vi è una notevole differenza varietale per quando riguarda lo sviluppo, tuttavia la specie si mantiene di piccole dimensioni, indicativamente tra 20 e 90 cm (8-35 inch) di diametro. Le foglie sono di color argento e si distinguono per le vistose (ed articolate) spine ricurve sulla superficie laterale delle foglie, al cui apice ve ne è una ancora più grossa.

Agave potatorum

Agave salmiana var. ferox : è una pianta di grosse dimensioni, nativa del Messico meridionale, ma naturalizzata in alcuni stati dell'Africa. Abbastanza simile all'A.americana, sia come dimensioni che come portamento, l'Agave salmiana si distingue per aver foglie rigide con una base ben più larga e di color verde scuro-grigiastro.
L'A. salmiana varietà ferox si differenzia dalla specie tipo per aver spine più lunghe ed appuntite e foglie ancora più ampie e turgide.
L'A. salmiana var. ferox  è, dopo l'A. americana, la specie più diffusa in Italia; grossi esemplari sono presenti in Liguria, ma anche in zone meno miti, come a Locarno, sulle sponde Svizzere del Lago Maggiore.

Agave salmiana var. ferox

Agave salmiana

Agave schottii : specie di piccole dimensioni, la cui origine geografica è l'Arizona, nel Sud degli Stati Uniti, dove cresce spontanea su pendii rocciosi, spesso esposti a Nord, o nelle aride praterie.
Le sottili foglie sono flessibili e si confondono con la vegetazione, potendo ricordare dei ciuffi d'erba. L'A. schottii ha un portamento che assomiglia più ad una Yucca che ad un'Agave.
La specie produce piccoli fiori gialli, disposti su un'infiorescenza lunga mediamente 1,5 m (5 ft), che emanano una dolce fragranza. Dai tessuti dell'A. schottii si possono estrarre le saponine, molecole che la pianta usa per difesa e che l'uomo ha imparato ad utilizzare per la produzione di saponi con cui lavare i vestiti. Resiste abbastanza bene al clima freddo.

Agave schottii

Agave sebastiana : originaria delle isole al largo della Bassa California (Isola di Benito, Guadalupe etc.). La specie è di medie dimensioni e si riconosce per il portamento elegante, in cui le foglie sono disposte ordinatamente a raggiera, con quelle più centrali che "racchiudono" l'apice vegetativo, dando l'impressione che sia un fiore di carciofo o una cipolla. Le foglie sono verdi-azzurre, un colore simile a quelle dell'A. attenuata.
L'A. sebastiana è una specie strettamente correlata all'Agave shawii e condivide con essa molti aspetti morfologici.

Agave sebastiana

Agave striata : Questa specie, nativa del Nord-Est del Messico, si discosta nettamente dalle "classiche" Agavi. La rosetta è infatti composta da centinaia (non decine) di foglie, molto lunghe e strette, che puntano in ogni direzione ed hanno la tendenza a piegarsi. Le sottili foglie dell'Agave striata sono lunghe circa 60 cm (24 inch), ma larghe appena 1 cm (0.4 inch). Esse sono di color verde-grigio e terminano con una spina marrone, dall'apice nero. In condizioni di freddo o di forte stress idrico le foglie possono assumere tonalità violacee. Questa pianta, in natura, tende a formare fitte colonie.

Agave striata

Agave stricta : Simile all'A. striata, rimane però più compatta, non supera i 50 cm (20 inch) ed è formata da un maggior numero di foglie, che anche qui, in seguito a stress, possono assumere tonalità tendenti al viola. Le foglie hanno una crescita eretta, assurgente e sono molto folte, dando alla pianta un aspetto di "Riccio". I fiori dell'Agave stricta hanno un atipico color rosso-porpora.

Agave stricta

Fiore Agave stricta

Agave titanota : pianta di medie dimensioni che presenta un limitato numero di foglie. Queste sono di color verde chiaro, dal margine bianco ed hanno spine laterali ricurve, con quella terminale molto appuntita. L'infiorescenza è molto densa, con fiori gialli e raggiunge i 3 metri (10 ft) di altezza.

Agave titanota

Agave victoriae-reginae : nota anche come Royal Agave (in onore della Regina Vittoria), è endemica delle Montagne della Sierra Madre, nella regione Cohauila, nel Messico settentrionale, dove cresce sugli aridi pendii, a volte addirittura sulle pareti dei dirupi.
L'Agave victoriae-reginae si riconoscere per il portamento estremamente compatto e per le striature bianche presenti sulle corte foglie, le quali hanno forme quasi geometriche.
La A. victoriae-reginae, date le piccole dimensioni, è usata anche coma pianta da appartamento, tuttavia resiste a temperature di circa -10° C (14° F) ed è perciò piantata come ornamentale anche in zone non propriamente miti.

Agave victoriae-reginae

Spero che questa descrizione delle diverse specie di Agave possa aiutarvi a creare una vostra collezione o a riconoscerle quando le incontrerete, magari durante un bel viaggio nella natura Messicana.

Come Coltivare l'Asimina triloba (Banano di Montagna)? Com'è il Sapore?

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Di frutti poco conosciuti ne esistono a centinaia, alcuni rimangono tali perché tropicali e non coltivabili in Italia, altri perché non sono particolarmente gustosi.
Eppure, sebbene l'Asimina triloba sia ancora poco diffusa, non appartiene a nessuna delle due categorie sopracitate. 
A dir la verità negli ultimi anni questa pianta dall'aspetto esotico ha preso sempre più piede tra gli appassionati di giardinaggio e nelle prossime righe cercheremo di capire com'è fatta, dove può crescere in Italia, come si propaga e come si mangia.

Polpa Asimina triloba

Frutto Maturo Asimina triloba

Com'è e Come si Mangia il Frutto dell'Asimina triloba ?

L'Asimina è nota anche con il nome di "Banano di Montagna", tuttavia non ha alcun legame di parentela con il Banano (Musa spp.). La scelta di questo nome è probabilmente dovuta al fatto che il frutto ha il colore (ed in parte anche il gusto) di una Banana, ma la pianta ha una resistenza al freddo non paragonabile a quella dei Banani "tropicali", da qui l'epiteto "di Montagna".

Il frutto maturo dell'Asimina triloba emana un odore (profumo) molto intenso e penetrante, che può divenire quasi fastidioso qualora si conservassero diversi Kg di frutta in un piccolo locale.
L'Asimina, esternamente, si presenta di colore verde molto chiaro, ha la forma di un fagiolo, è lunga circa 20 cm (8 in) e larga 8 cm (3 in) e, a seconda della varietà, può pesare dai 150 ai 500 grammi (5-18 oz). Piante selvatiche possono fare frutti di dimensioni considerevolmente minori.
Questo frutto, che è il più grande tra quelli nativi del Nord America, si mangia tagliandolo a metà; all'interno si troverà una polpa morbida in cui sono immersi numerosi semi marroni.

Il modo più semplice per mangiare l'Asimina è quello di aprirla con un coltello, incidendo il lato più lungo ed assaporarne le soffice polpa, estraendola con un cucchiaio. Affogati nella polpa troverete i grossi semi, a cui rimane attaccata la polpa.
Per non perdere parte del frutto, io vi consiglio di metterli in bocca e di "succhiarli", per poi sputarli "puliti". (Ok, magari se avete ospiti potrete tralasciare quest'ultimo passaggio).


Com'è il Sapore del Frutto dell'Asimina triloba ?

Asimina triloba di Circa 4 AnniLa "Banana di Montagna" ha una polpa morbida, di color giallo con sfumature biancastre, che si scioglie in bocca. Essa ha una consistenza cremosa e leggermente liquescente, che potrebbe ricordare quella di un budino.
L'Asimina ha un gusto dolce, che io associo alla crema pasticcera, sebbene vi siano sentori di Banana, Vaniglia e Mango; ciononostante è difficile descriverne con esattezza il sapore, poiché è davvero unico.
La parte più buona del frutto è quella centrale, la polpa a stretto contatto con la buccia ha un retrogusto amaro, più marcato in frutti troppo maturi.
L'Asimina è solitamente mangiata come frutta fresca, ma personalmente la vedo ottima anche per la preparazione di gelati o frullati.
Un frutto davvero molto buono e particolare, anche se sostanzioso ed abbastanza calorico; 100 grammi (3.5 oz) di Asimina apportano circa 80 calorie, contro ad esempio le 33 calorie delle Fragole.
Asimina triloba di Circa 10 Anni


Come Capire Quando l'Asimina è Matura ? In Quale Periodo dell'Anno Avviene la Maturazione ?

L'Asimina triloba matura tra fine Agosto ed Ottobre, variazioni anche considerevoli si possono avere a seconda del clima e delle varietà. La maturazione è piuttosto scalare (circa un mese) e la raccolta inizia indicativamente 2-3 settimane dopo quella dei Fichi. I frutti maturi si riconoscono poiché sono profumati, cedevoli al tatto (come fosse una Pesca) e cadono dalla pianta.
Se toccandoli vi rimanessero in mano, anche se duri, non preoccupatevi, sono quasi maturi e basterà metterli in casa per qualche giorno per farli ammezzire.
Questo frutto non si conserva a lungo e si ammacca facilmente, inoltre il sapore è ottimo solo se la polpa è al giusto grado di maturazione.
Per questo motivo è essenziale azzeccare il momento esatto, se si eccede il frutto diventa molliccio, acido, amaro e nauseante, se si anticipa è duro, asciutto, astringente e non sa di nulla. Questa è l'unica spiegazione che mi riesco a dare del fatto che non ci siano grossi impianti e che non venga commercializzato su scala nazionale.
Il frutto si può congelare mantenendo discrete qualità organolettiche, tuttavia, una volta scongelato perderà la propria consistenza e sembrerà una di quelle "pappette" per neonati.

Un frutto over-maturo, anche se non ancora marcio, si riconosce perché la buccia esterna tende ad annerirsi e la polpa interna diventa di un colore più scuro.

Di seguito metterò tre foto per capire le differenze tra un frutto maturo ed uno che inizia a marcire :

  • Nella prima foto c'è un frutto tagliato a metà che sta iniziando a marcire partendo dalla buccia. Noterete che solo una piccola porzione di polpa è di un altro colore (più scuro), mettendo così in risalto la zone matura da quella marcia.
  • Nella seconda foto c'è un frutto aperto, la cui polpa sta iniziando a perdere consistenza, diventando troppo liquida, un altro sintomo che suggerisce che il frutto inizia ad essere poco gustoso.
  • Nella terza foto ci sono due Asimine aperte, messe una vicino all'altra. Quella più in basso sta marcendo, quella più in alto è perfettamente matura.

Polpa Asimina Chiara-Scura

Frutto che Inizia a Marcire

Frutto Maturo-Marcio Asimina

Storia, Origine Geografica, Habitat e Distribuzione :

L'Asimina trilobaè nativa degli Stati Uniti orientali, dal Nord della Florida fino alle regioni dei grandi laghi, a Sud dell'Ontario (Canada). Sebbene la specie fosse conosciuta dagli indigeni americani sin dall'epoca precolombiana, la prima testimonianza scritta risale al 1541, ad opera di un officiale portoghese, nella spedizione spagnola guidata da Hernando de Soto.
conquistadores chiamarono questa pianta Paw Paw, per via della somiglianza del suo frutto con quello della Papaia tropicale (Carica papaya), tuttavia le due specie appartengono addirittura a famiglie diverse.
Negli USA, a tutt'oggi, è usato il termine Paw Paw per indicare sia l'Asimina che la Papaya, creando forse qualche equivoco.

Distribuzione Naturale Asimina trilobaL'habitat naturale dell'Asimina triloba è rappresentato dalle pianure alluvionali e dai sottoboschi umidi, dove spesso cresce lungo le rive dei ruscelli.
In generale si sviluppa bene in ambienti in cui ci sia un inverno freddo ed un'estate calda, ma piovosa. Non a caso nel suo areale d'origine, diversamente dalle zone a clima mediterraneo, non vi è siccità estiva e la stagione calda è spesso anche la più piovosa dell'anno.
L'Asimina è un'ottima opportunità per raccogliere un frutto dal sapore esotico/tropicale in un clima temperato, tuttavia rimane una pianta ancora poco coltivata ed è diffusa solo tra gli amatori. Anche in patria (Nord America) non ha riscontrato il successo che meriterebbe ed ai più rimane una pianta "sconosciuta".

Piccola curiosità: George Washington adorava questo frutto, tanto da piantare un'Asimina nella propria tenuta, a Mount Vernon, in Virginia.

Di seguito metterò un paio di foto di Asimine "selvatiche", nate da seme e che crescono nel loro ambiente ideale, cioè l'umido sottobosco di boschi di caducifoglie.

Asimina Selvatica di 1 Anno

Asimina Selvatica

Com'è Fatta la Pianta di Asimina ? - Botanica e Fisiologia

L'Asimina triloba (Paw-Paw o Banano di Montagna) è un albero appartenente alla famiglia delle Annonaceae, che annovera al suo interno diversi generi di piante da frutto tropicali, tra cui l'Annona muricata, l'Annona cherimola, l'Annona squamosa e la Rollinia deliciosa.

Asimina è l'unico genere della famiglia a crescere in zone non tropicalie comprende otto specie (es. Asimina tetramera, Asimina longifoliaAsimina parviflora e Asimina obovata), quasi tutte native del Sud-Est degli Stati Uniti (Florida, Georgia, Alabama, South Carolina).
Le "altre" Asimine hanno uno sviluppo solitamente più contenuto e prosperano a latitudini inferiori. Molte di esse fanno frutti commestibili, sebbene più piccoli e meno gustosi di quelli dell'A. triloba, forse anche perché crescono selvatiche e non si è mai fatta una selezione mirata all'ottenimento di Cultivars pregiate.

I fossili più antichi del genere Asimina sono datati all'era dell'Eocene (circa 40 milioni di anni fa). Si suppone che i primi semi furono trasportati dai grandi mammiferi dell'epoca (ora estinti), dall'America centrale al Nord America, e che l'evoluzione abbia selezionato solo le piante adatte al clima più freddo.

Gemme a Fiore e a Legno in Inverno Asimina

Gemme a Fiore Gonfie Asimina

Germogliamento Gemme a Legno  Asimina

Gemme a Fiore in Estate Asimina triloba
L'Asimina triloba è una pianta decidua che si sviluppa sotto forma di arbusto o albero di piccole dimensioni. I rami sono presenti anche nella parte bassa del tronco, dando alla specie un portamento a forma "piramidale". La specie può raggiungere dopo molti anni un'altezza di 10 metri (33 ft), occasionalmente 14 m (46 ft), tuttavia la crescita è abbastanza lenta e con un'opportuna potatura si può mantenere una pianta fruttificante sotto i 3 metri (10 ft).
Le gemme del Banano di Montagna, ricoperte da una peluria marrone, sono facilmente distinguibili: le gemme a fiore, che si producono durante l'estate (tipicamente in Luglio) sui nuovi rami,  hanno una forma tondeggiante e le dimensioni di un cappero; le gemme a legno, invece, sono più piccole, sottili ed allungate.
In primavera (verso Marzo) le gemme a fiore, presenti solo sui rami di un anno di età, iniziano a gonfiarsi ed "a spogliarsi", nel senso che è un po' come se fossero delle cipolle, con vari strati protettivi invernali che, ad uno ad uno, si aprono, staccandosi sotto la pressione del rigonfiamento.
Il processo di germogliamento è lento ed atipico; oltre a quanto detto sopra, la gemma "gonfia" inizia ad avere un peduncolo peloso ed a penzolare, ingrandendosi sempre più, iniziando solo successivamente ad avere le sembianze di un fiore.

I fiori dell'Asimina triloba sono ermafroditi, con un calice formato da 3 sepali (cioè trilobato, da qui l'epiteto "triloba" della specie) e da 6 petali. Essi sono larghi mediamente 4 cm (1.6 in), hanno una consistenza "carnosa" ed, a sviluppo ultimato, sono sempre rivolti verso il basso e di un colore rosso-porpora scuro.
La fioritura è abbastanza scalare e, nel Nord Italia, dura tutto il mese di Aprile. I primi fiori si aprono prima della comparsa delle foglie, gli ultimi in concomitanza.

L'Asimina è una specie generalmente autosterile quindi, a meno di non avere una di quelle poche cultivar autofertili, si dovranno avere almeno due piante diverse, affinché ci possa essere impollinazione incrociata.
Diffidate da chi vende semenzali di Asimina dicendo che fruttificherà, nel 99% dei casi vi troverete, dopo un po' di anni, con una pianta bella grande, che si riempe di fiori, ma non produce neppure un frutto.
Anche nelle varietà autocompatibili, un singolo fiore non si può autoimpollinare, poiché la maturazione della parte femminile precede quella maschile. In altre parole quando il polline di un fiore è pronto, i suoi ovuli non sono più ricettivi e potrà dunque fecondare solo gli ovuli di un altro fiore più tardivo (che ha ovoli recettivi e polline non ancora maturo).
Fortunatamente la fioritura è molto scalare e quindi si trovano fiori a diversi stadi fenologici.
I numerosi stami (parte maschile del fiore) sono disposti intorno al ricettacolo; la loro maturazione avviene da un giorno all'altro, prima sono bianchi e fortemente attaccati al ricettacolo, quando sono sono pronti si staccano sotto forma di filamenti brunastri-biancastri, dalla consistenza di foglie di tabacco. Di seguito troverete qualche foto che mostrano gli stadi fenologici, dal rigonfiamento delle gemme, sino alla maturazione del polline.

Gemme Gonfie in Primavera Asimina triloba

Gemme Quasi Aperte Asimina triloba

Apertura Fiori Asimina triloba

Fase Finale Sviluppo Fiori Asimina triloba

Fiore Polline Maturo Asimina triloba

Le piante della famiglia Annonaceae, tra cui l'A. triloba, sono tra le angiosperme (piante con fiori) più antiche e risalgono ad un'epoca antecedente a quella della comparsa delle Api (Apis mellifera).
I fiori dell'Asimina sono infatti primitivi, con polline poco volatile ed evolutisi per attrarre Mosche e Scarafaggi (già presenti), non le Api, che ai tempi delle prime Annonaceae non esistevano e solo milioni di anni più tardi divennero così diversificate, abbondanti e specializzate nel trasportare polline da un fiore all'altro.

Per questa ragione il fiore dell'Asimina emana un (leggero) odore di "carne putrida", allo scopo di attirare tutti quegli insetti saprofaghi, che in natura si cibano anche di sangue e carne in decomposizione.
Purtroppo Mosche et similia sono pessimi insetti pronubi e non hanno un'organizzazione gerarchica che permetta loro di comunicare e di localizzare le piante in fiore (le Api fanno invece una vera e propria danza per indicare la presenza di fiori e nettare).
Dato che le Mosche sono poche, più statiche e meno abili a trovar i fiori (le Api sono numerose e volano per oltre un chilometro), è importante che le piante di Asimina siano abbastanza vicine tra loro per permettere l'impollinazione incrociata.
C'è chi suggerisce di mettere scarti organici (es. carne marcia) alla base delle piante in fiore, così da attrarre un maggior numero di mosche, ma anche in questo caso l'allegagione potrebbe essere scarsa.
L'altra alternativa è l'impollinazione manuale, prelevando con un pennellino (o anche un coton-fioc) il polline maturo e depositandolo sugli stigmi recettivi di un altro fiore.
Nella realtà dei fatti anche le formiche agiscono da impollinatori e, con piante autofertili, l'impollinazione "naturale"è sufficiente, seppure non eccellente.

Sebbene le piante (innestate) inizino a fiorire sin da subito, la fruttificazione inizierà solo qualche anno (in media 3-4) dopo la messa a dimora.

Fiori di Asimina triloba

Fiore - Parte Femminile Recettiva Asimina triloba

Fioritura Asimina triloba

Una pianta giovane farà cadere la maggior parte dei frutticini allegati, sebbene, raramente, potrebbe mantenerne uno anche al primo/secondo anno dalla piantagione. Tuttavia è conveniente rimuoverlo, poiché la pianta concentrerebbe le proprie energie nella maturazione del frutto, a discapito della crescita della stagione e, talvolta, ritardando anche lo sviluppo degli anni successivi.

Ogni fiore è multi-ovarico, per questo motivo un singolo fiore può dare origine a 3-4 frutti, talvolta di più. I frutticini appena allegati sembrano delle piccole dita e si ingrandiscono abbastanza velocemente fino a metà Giugno, dopodiché, tra Luglio ed Agosto, la crescita rallenta sino ad arrivare ad una sorta di stasi, in cui il frutto ha raggiunto le dimensioni finali ed inizia ad arricchirsi di zuccheri ed ad ultimare la maturazione dei semi. Nelle condizioni ideali ci vogliono circa 5 mesi dalla fioritura al frutto maturo (per dettagli sull'aroma ed il gusto dell'Asimina, leggi sopra).

Un'Asimina contiene in media 10-14 semi, lisci e di colore marrone, disposti su due file parallele. Questi semi hanno la forma di una mandorla, ma sono più appiattiti e leggermente più piccoli.

Allegagione Asimina triloba

Ingrossamento Frutticini Asimina triloba

Frutti Asimina Maggio

Frutti in Giugno Asimina triloba

Frutto in Estate Banano di Montagna

Frutto in Agosto Asimina triloba
Semi e Frutti Maturi Asimina triloba

Le foglie dell'A. triloba sono molto grandi, anche 30 cm (12 in) di lunghezza, hanno una forma ovale-oblunga e sono di color verde scuro nella parte superiore e verde chiaro in quella inferiore.
Esse sono lisce, con venature ben visibili ed hanno un portamento ricadente, dando all'albero sembianze tropicali.
Le foglie del Banano di Montagna si riconoscono anche per l'assenza totale di seghettatura sul margine fogliare, inoltre, se strofinate e sminuzzate, emanano un odore molto che caratteristico, che personalmente trovo piacevole (anche se alcuni lo descrivono come pungente).
In ottobre-novembre, le foglie iniziano a colorarsi di giallo e "ruggine", dando alla pianta un aspetto tipicamente autunnale, che la rende particolarmente ornamentale in questo periodo.

Il tronco ha una corteccia di color grigio chiaro e talvolta presenta macchie biancastre (muffe del tutto innocue), mentre il legno dei rami è morbido, leggero e spugnoso.

L'apparato radicale è fittonante, con pochi peli radicali e diramazioni. Ciò rende queste radici molto delicate ed inadatte per trapianti di piante già ben radicate. L'Asimina in natura si riproduce per emissione di polloni, tuttavia, in piante ben coltivate e sane, questa tendenza non è poi così accentuata se paragonata ai Noccioli o ai Melograni.

Tronco Asimina triloba

Come Crescere il Banano di Montagna ? - Coltivazione, Clima, Cure e Potatura

L'Asimina triloba si può coltivare con successo in Italia, sebbene in zone molto siccitose si dovrà innaffiare frequentemente, specie durante i primi anni.
Il clima ideale rimane però quello del Nord Italia, specie della zona Alpina, o delle umide vallate dell'Appennino centrale, dove siano comuni temporali e piogge estive.
La specie ama esposizioni a mezz'ombra, sebbene da adulta, in zone non troppo torride, fruttifica meglio in pieno Sole. Detto questo l'Asimina triloba, crescendo normalmente nel sottobosco, è una delle piante da frutto più tolleranti all'ombra.

Durante i primi anni di vita sarà essenziale una buona ombreggiatura, poiché il Sole brucerebbe le tenere foglie, che solo dal terzo anno dalla semina inizieranno ad esser grosse e resistenti. Se le piante sono cresciute in vaso basterà collocarle all'ombra, se invece sono piantate in un terreno assolato si dovranno utilizzare delle rete ombreggianti. In questa prima fase i danni da scottatura possono essere importanti, compromettere la crescita ed, in alcuni casi, uccidere l'albero.

Ricordatevi, l'A. triloba non è una pianta tropicale ed ha un'ottima resistenza al gelo, potendo sopportare senza danni temperature minime inferiori ai -25° C (-13° F), quindi, in Italia, non proteggetela dal freddo.
Mi è capitato di vedere Asimine ricoperte di tnt, come fossero Agrumi in val Padana, vi prego, evitate questa fatica !!
L'Asimina ha un fabbisogno di freddo invernale di almeno 400-500 ore, ma riesce a fruttificare bene anche nella calda Sicilia.

La fioritura dell'Asimina è tardiva e, fortunatamente, scalare, tuttavia i fiori sono particolarmente sensibili al freddo, bastano poche ore a temperature di 0° C (32° F) per bruciare interamente i fiori, i quali anneriscono e cadono nel giro di un paio di giorni.
La resistenza alla gelate primaverili dell'A. trilobaè decisamente inferiore a quella di altre piante da frutto (es. Albicocco, Ciliegio, etc.).

Danni Da Gelo su Fiori Asimina triloba

Il difetto più marcato è la scarsa resistenza alla siccità durante la stagione vegetativa. Se non si ha a disposizione un ambiente umido, si dovrà necessariamente bagnare, quasi giornalmente durante i primi anni dall'impianto.
Se si vive in una zona secca ed arida l'irrigazione sarà fondamentale anche per una pianta affrancata. In carenza d'acqua, la pianta entra presto in uno stato di sofferenza, inizia ad ingiallire le foglie ed a fare cadere i frutti.
Zone a clima spiccatamente mediterraneo non sono in grado di soddisfare il fabbisogno idrico della specie.
Insomma l'Asimina non è un Olivo e non può tollerare 3-4 mesi di assenza di piogge a temperature superiori ai 30° C (86° F), come avviene in molte zone della Sardegna o della Puglia.
Per aiutare il terreno a trattenere umidità può essere utile effettuare una buona pacciamatura, possibilmente con paglia, foglie e tutto quel materiale organico che si deposita al suolo nelle foreste decidue.

Il terreno ideale è fresco, a pH acido, ricco di humus, umido, ma ben drenante. In terreni pesanti, asfittici e con ristagni idrici, le radici, soprattutto di giovani esemplari, marciscono, portando la pianta ad un lento, ma inesorabile declino. Se supera i primi 3-4 anni in terra è più difficile che muoia per problemi di ristagno.
Per concimare si può interrare sostanza organica (ad es. letame ben maturo) in inverno ed usare concimi bilanciati (20-20-20) per acidofile, ricchi di microelementi.

La potatura dell'Asimina non è essenziale, se non per contenere le dimensioni della pianta. L'unica cosa importante è la rimozione di eventuali polloni basali (anche perché, in piante innestate, sono "selvatici").  Per il resto, si possono potare i rami che si intrecciano, accorciare quelli che puntano troppo in alto o che ricadono a terra e diradare quelli interni alla chioma.

Fortunatamente l'A. triloba è una specie molto rustica nei confronti dei patogeni e non è quasi mai attaccata da parassiti o insetti. Per questa ragione non richiede alcun trattamento fitosanitario ed è ideale come coltivazione in agricoltura biologica.

Foglie Paw Paw

Foglie Asimina triloba

Vegetazione Estiva Asimina triloba

Come e Dove Piantare l'Asimina ?

La posizione in cui piantare l'Asimina triloba dipende dal clima, nel Centro-Sud è meglio scegliere una posizione a mezz'ombra, in cui il Sole sia filtrato dalla chioma di qualche albero ad alto fusto, almeno nelle ore centrali della giornata. In altre parole, se potete, non scegliete una postazione in cui riceva il Sole diretto dall'alba al tramonto.
Nel Nord Italia l'esposizione potrà essere più soleggiata, anche pieno Sole. Evitate le zone troppo ventose, le enormi foglie rendono la specie sensibile ai danni da vento.

Conviene mettere a dimora piantine che abbiano un'età non inferiore ai 2 anni, scavando una buca che sia almeno il doppio rispetto al vaso in cui è contenuto l'esemplare da trapiantare.
Nell'operazione stiate attenti alle radici, maneggiatele con cura e non potatele, la specie soffre molto gli stress da trapianto. Ricordatevi di scegliere bene la posizione, trapiantare una pianta adulta equivarrà ad ucciderla.
Durante i primi anni la crescita sarà molto lenta, un solo flusso vegetativo di pochi centimetri. Da adulta la velocità di crescita sarà media.


Come Si Moltiplica l'Asimina triloba ?

La specie è essenzialmente propagata tramite innesto, altri metodi di riproduzione per via vegetativa (es. talea) sono poco utilizzati ed hanno rese molto basse.
La semina è utilizzata per ottenere portainnesti o per avere nuove piantine. Ricordatevi che in questo caso potrete avere piante figlie molto diverse dalla pianta madre e, dai semi di un clone selezionato, è probabile che nasca una piantina di scarsa qualità, che produrrà frutti piccolini, pieni di semi e poco gustosi; inoltre dalla semina alla prima fruttificazione possono passare anche 8-10 anni.

Tuttaviaè facile capire come si fa a seminare l'Asimina.
Prendete i semi, deponeteli in un vaso ad una profondità di qualche centimetro. Fate questa operazione in autunno e lasciate all'aperto i vasi per tutto l'inverno; questi semi hanno bisogno del freddo per rompere dal dormienza.
In primavera mettete i vasi in una zona ombrosa, tenete il terriccio umido ed aspettate; i nuovi germogli spunteranno da Maggio in poi. Ho notato che la germinazione di questa specie è molto tardiva ed avviene tranquillamente anche tra fine Giugno ed inizio Agosto, quindi non perdiate la speranza se ad inizio estate non vedete spuntare ancora nulla.

I semi hanno una buona germinabilità e si ha una percentuale di successo superiore al 50%.
Piccola curiosità: i semi di Asimina, se messi in acqua, galleggiano. Solitamente, nelle altre specie, i semi che non vanno sul fondo sono marci. Forse, crescendo spesso sulla riva dei fiumi, il fatto di aver semi-galleggianti ha rappresentato un vantaggio evolutivo.

Germogliamento Asimina triloba

Piantine di Pochi Giorni Asimina triloba

Piantine di 2 Mesi Asimina triloba

Dove Comprare una Pianta di Asimina triloba ? Quali Varietà Esistono ?

Il Banano di Montagna inizia ad essere apprezzato anche in Italia, tuttavia non tutti i Vivai hanno delle piantine in vendita o, peggio ancora, hanno solo piante da seme che, come detto prima, vi sconsiglio altamente di acquistare.
Senza fare pubblicità, vi basterà digitare "Vendita Piante di Asimina" in Google per trovare numerosi vivai con disponibilità. Purtroppo il prezzo è abbastanza elevato e difficilmente si riescono a trovare piante innestate da un paio d'anni a meno di 20-25 euro.

Le Cultivars di Asimina sono numerose (circa 50), molte delle quali selezionate negli Stati Uniti ed introvabili in Italia.
Di seguito farò un breve elenco delle cultivars più diffuse o caratteristiche, ma tenete conto che solo Sunflower, Overleese e Prima 1216 sono comuni e relativamente facili da trovare in vendita in Italia.

  • Sunflower : selezionata in Kansas nel 1970, è probabilmente la varietà più diffusa al mondo, nonché la prima arrivata in Italia dagli Stati Uniti. E' autofertile, produce un frutto dal peso medio di 200 gr (7 oz), a polpa gialla, con pochi semi. La "Sunflower" ha una produzione abbondante, abbastanza tardiva ed i frutti maturano in un arco di tempo lungo.
  • Prima 1216 : varietà italiana, selezionata a Faenza. La cultivar è autoferile e si distingue per avere frutti molto grossi, con pochi semi (rapporto semi/polpa basso) ed un ottimo sapore. Inoltre la "Prima 1216" ha una messa a frutto più precoce rispetto alle altre varietà. Personalmente le uniche piante che ho visto fruttificare in fitocella erano Prima 1216.
  • Overleese : clone selezionato in Indiana nel 1950 ed è tra i più amati negli States, inoltre è stata la progenitrice di molte altre cultivars. La pianta è autosterile (necessita impollinatori) e produce un frutto rotondo-ovale. E' una varietà a maturazione precoce. 
  • Georgia : varietà autofertile selezionata in Italia, in provincia di Torino. E' brevettata ed è dunque molto difficile trovarla in vendita.
  • Rappahannock : selezione autosterile che produce piccoli frutti, ma molto saporiti. La peculiarità è l'elevata vigoria ed il portamento; presenta infatti foglie che rimangono erette (non ricadenti come tipico della specie), lasciando intravedere meglio i frutti in maturazione.
  • Mango : pianta autosterile, a crescita vigorosa, il cui frutto è molto grosso, con una polpa particolarmente "liscia" e dolce, che ricorda maggiormente il sapore del Mango.
  • Taylor : produce frutti piccoli, ma molto numerosi, che possono essere raggruppati anche in gruppi da 7-8. Autosterile.
  • Davis : autosterile, produce frutti molto grossi, con semi altrettanto grossi. Taylor deriva da uno di questi semi. Il frutto si conserva in frigorifero meglio di altri.
  • Susquehanna : varietà autosterile brevettata nel 2004, introvabile in Italia. A detta di alcuni Americani è l'Asimina più buona di tutte. Produce frutti molto grossi, con una buccia più spessa, che li rende meglio trasportabili.
Spero di avervi fornito delle informazioni utili, ora non vi resta altro che comprarne una, piantarla e dilettarvi nella coltivazione.

Frutti Raggruppati Asimina triloba

Grosso Esemplare Asimina triloba

Colori Autunnali Banano di Montagna

Foglie in Autunno Asimina triloba

Cosa C'è sul Teide ? - Foto di Una Gita sul Vulcano di Tenerife

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Le Canarie sono un arcipelago di isole vulcaniche, diventate ormai meta turistica di tutta Europa. Tra i vari vulcani spicca sicuramente il Vulcano Teide sull'isola di Tenerife e, nelle prossime righe, cercheremo di capire com'è fatto e cosa si può vedere durante un'escursione.

Il Teide,  la cui traduzione vuol dire "inferno", non è solo la vetta più alta delle Canarie, ma anche dell'intera Spagna.
Con i suoi 3.718 metri (12.200 ft) sul livello del mare è il secondo vulcano più alto al mondo presente su una piccola isola (il primo si trova alle Hawaii), ma se contassimo l'altezza totale, cioè partendo dal fondale marino da cui emerge, sarebbe il terzo Vulcano sulla Terra, con un'altezza di circa 7.000 metri (22.950 ft).

Dopo aver dato questi numeri, andiamo al sodo, cosa c'è su "El Teide"? Perché è visitato da circa 4 milioni di persone all'anno?  Il Teide è un Vulcano attivo? Vale la pena programmare un'escursione? Quali piante crescono?

Colata Lavica El Teide

Vetta Teide


Roccia Lavica Vulcano Teide

Inizio dall'ultima domanda, se siete a Tenerife il Teide è una tappa obbligata e nessuna scusa potrà tenervi lontano.
Sebbene l'ultima eruzione risalga al 18 novembre 1909, il Teide è un vulcano attivo e sulla sua vetta sono presenti fumarole e rocce calde.
Ma nulla di cui preoccuparsi, esso è monitorato e sicuro da visitare, inoltre il tour "classico" non arriva proprio sulla cima.


Come Vestirsi per Una Gita sul Teide ?

Il clima, in estate, è fresco, ma non freddo e, se si rimane sull'altopiano alla base del cratere, si può tranquillamente andare in maniche corte.
In inverno il clima è invece più rigido, poiché, oltre all'altitudine, si somma la minor influenza mitigatrice dell'Oceano Atlantico. Sulla vetta del Teide può addirittura nevicare, sebbene è difficile che la neve rimanga a terra a lungo.


Cosa C'è sul Tragitto che Porta a "El Teide" ? Quali Piante ci Sono ?

Il modo più semplice per arrivare a questo vulcano è quello di prenotare una gita organizzata in pullman, che solitamente non costa molto. Ovviamente potrete anche noleggiare una macchina e visitarlo per conto vostro, ma le spiegazioni delle guide lungo il percorso arricchiscono parecchio l'esperienza di viaggio.

Nella prima parte del tragitto salirete pian piano di quota, ma senza cambiamenti drastici rispetto al panorama costiero. Certo, la vegetazione cambia, l'aria si fa più frizzante, ma nel complesso sembrerà di essere in bassa montagna, circondati da conifere che, ai più, non sembreranno molto diverse da quelle presenti sulle Alpi.
In realtà la specie più diffusa è il Pino delle Canarie (Pinus canariensis), il quale cresce spontaneo dal livello del mare sino a circa 2000 metri (6560 ft). Pinus canariensis è una specie subtropicale che prospera su terreni poveri, anche molto aridi, ma ha una scarsa tolleranza al gelo e muore con temperature inferiori ai -10° C (14° F).
Il Pino delle Canarie è forse il Pino più resistente alla siccità, può raggiungere un'altezza di 40 m (130 ft), un diametro del tronco di circa 100 cm (39 inch) ed è dotato di aghi particolarmente lunghi.
Pinus canariensis è una specie endemica delle isole Canarie, nonché la più grossa specie arborea presente in questo arcipelago.
Il Pino delle Canarie è molto resistente agli incendi ed ha la peculiarità (rara tra i Pini) di emettere polloni in seguito a danni della chioma, inoltre il legno stesso crea una sorta di barriera protettiva nei confronti degli strati più interni. Ho personalmente visto tronchi carbonizzati da cui spuntavano teneri germogli. Questa peculiarità ha sicuramente rappresentato un vantaggio evolutivo, almeno fino alla massiccia comparsa dell'uomo.
Il legno del Pino delle Canarie, oltre a resistere bene al fuoco, è anche molto durevole e non marcisce, perciò fu abbondantemente utilizzato per la costruzione di case ed utensili, portando la specie quasi sull'orlo dell'estinzione.
Oggigiorno non si possono più costruire case con legno di Pinus canariensis, ma lo si può vedere nelle travi che sorreggono tetti vecchi più di cent'anni.

Pinus canariensis Canarie Tenerife

Oltre i 2000 metri (6560 ft) si accede al Parco Naturale de "El Teide", patrimonio dell'Unesco.
Su questo altopiano, posto ai piedi della vetta, il panorama cambia drasticamente;  osservando il paesaggio sembra infatti di essere su un suolo lunare, in cui è ben visibile la colata lavica del 1798.
La roccia della lava recente è nera-marrone e risalta sul suolo più chiaro, derivante da colate precedenti. Inoltre la colata delimita la linea della vegetazione, in quanto la roccia lavica del 1798 non ha ancora avuto tempo di trasformarsi in fertile terra.
Qua è là sono ci sono rocce scolpite dal vento e da altri agenti atmosferici, sino a diventare del tutto particolari ed aver addirittura un nome, come Roque Cinchado. Alcune formazioni rocciose assomigliano anche ad oggetti di vita comune come, ad esempio, una "scarpetta" da donna.

Roque Cinchado El Teide

Roccia Scarpa Teide

Limite della Vegetazione

Dove il suolo non è roccioso, si sviluppa un tipo di vegetazione prevalentemente endemica che, a prima vista, potrebbe assomigliare alla bassa macchia Mediterranea, con piccoli arbusti e piante quasi striscianti.
La specie più caratteristica (di cui parlerò più approfonditamente altrove) è la Echium wildpretii, una pianta alta sino a 2 metri (6.5 ft), caratterizzata da una lunga spiga fiorale a forma di "cono rovesciato", su cui spuntano numerosi (e vistosi) fiorellini di color rosso porpora.
La Echium wildpretii subsp. wildpretii , è endemica di Tenerife e vive esclusivamente nel Parco Nazionale del Teide, dove tende a formare piccoli gruppetti, sparsi a macchia di leopardo.
Se volete osservala in fiore dovrete programmare il vostro viaggio verso il mese di Maggio.
Echium wildpretii subsp. trichosiphonè invece presente sull'isola de La Palma.

Un'altra specie arbustiva è la Descurainia bourgaeana, una lontana partente dei Ravanelli che, con i suoi fiori gialli, non può di certo passare inosservata.

Pterocephalus lasiospermus (famiglia Caprifoliaceae) è un piccolo arbusto, con foglie di color grigio-verde chiaro, che produce fiori singoli di color viola tenue, all'apice della spiga fiorale.

Spartocytisus supranubius, (famiglia Fabaceae), produce fiori bianchi dal profumo molto intenso, la specie è frequentata da Api ed è ottima per la produzione di miele.

Nepeta teydeaè invece simile alla lavanda nostrana.

Se volete godervi le varie fioriture, la primavera è la stagione più adatta dell'anno.
Ora vi lascio qualche foto della vegetazione e dei paesaggi locali.

Panorama del Teide

Echium wildpretii

Pterocephalus lasiospermus

Spartocytisus supranubius e Vegetazione Mista

Come Piantare i Bulbi delle Dalie (Dahlia spp.) ? Come Si Coltivano ?

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Di Bulbi a fioritura primaverile ne esistono parecchi, alcuni molto comuni (Narcisi, Anemoni, Bucaneve, etc.), altri un po' meno diffusi (es. Oxalis).
Oggi vorrei però parlare della Dalia, un bulbo a fioritura estiva che produce un fiore stupendo proprio nei mesi di Luglio/Agosto.

In realtà quando si parla di Dalie ci si riferisce a più specie (circa una quarantina), tutte appartenenti al genere Dahlia.

Nelle prossime righe darò qualche informazione sulla coltivazione e mostrerò molte foto, che metteranno in evidenza l'enorme diversità presente tra le piante di Dahlia.

Dalie Arancioni

Fiori di Dahlia

Storia ed Origine :

Le Dalie sono piante native del Messico e furono importate in Europa tra la fine del 1700 e l'inizio dell'800. Inizialmente vennero introdotte a scopo alimentare, poiché le radici di alcune specie sono dei tuberi carnosi ed eduli (un po' come le Patate); tuttavia, date le scarse qualità organolettiche, non si diffusero come ortaggi, bensì come piante da fiore ornamentali.
Oggigiorno le Dalie sono diffuse in tutto il Mondo e, nelle zone a clima freddo, vengono coltivate come annuali o espiantate in autunno.
Nel corso degli anni, partendo dalle singole specie, si sono selezionate varianti dai colori più o meno sgargianti, con fiori piccoli o grossi, con petali aperti o chiusi e dalle forme più disparate.

Dalia Rosa

Dahlia Bianca-Rosa

Come e Quando Piantare i Bulbi delle Dalie ?

Il periodo migliore per seminare la Dalia è tra fine Marzo ed Aprile, quando non vi è più il rischio che avvengano forti gelate. Nel Sud Italia, grazie al clima più mite, si possono anticipare i tempi ed, in zone prive di gelo, si possono interrare anche in autunno.
I Bulbi di Dalia si piantano ad una profondità di circa 15 cm (6 inch), per poi essere ricoperti con soffice terra, solo leggermente compressa (non pressata pesantemente con tutto il peso del corpo). La distanza tra i bulbi varia da un minimo di 30 cm (12 in), per le varietà "nane", sino ad oltre 1 metro (3,3 ft).
In zone molto fredde è possibile seminar le Dalie in vaso, in serra calda, per poi trapiantarle all'esterno solo in Maggio. Questa tecnica, anche in zone più miti, permette di anticipare di qualche settimana la fioritura.
La messa a dimora dei bulbi non dovrebbe essere eseguita dopo maggio, poiché in quel periodo dell'anno i bulbi dovrebbero già esser germinati.


Com'è Fatta la Pianta della Dalia ? - Botanica e Fisiologia

Foglie DahliaLe Dalie appartengono alla famiglia delle Asteraceae, la stessa dell'insalata. Il nome del genere, Dahlia, è stato dato in onore di Anders Dahl, il giovane allievo di Linneo scomparso prematuramente.

Sebbene, come detto sopra, esistano decine di specie, la maggior parte delle Dalie che vediamo nei giardini o nei parchi, sono ibridi e varietà di Dahlia coccineaDahlia pinnata.

Le Dalie sono piante erbacee, di dimensioni molto variabili e, a seconda della varietà, possono avere un'altezza media compresa tra 20 cm e 200 cm (8-80 inch); tuttavia la specie Dahlia imperialis può addirittura superare gli 8 metri (26 ft).
La Dalia possiede grandi foglie composte, ognuna formata da 3-5 foglioline di color verde scuro. Il margine può essere liscio o dentellato e, nel complesso, possono ricordare le foglie delle Rose.
All'apice della nuova vegetazione sono presenti i boccioli fiorali, che ben presto si aprono, regalando magnifici fiori. Questi sono di grosse dimensioni, generalmente tondeggianti, ma dalle forme più particolari.
La fioritura è prolungata ed avviene da inizio Luglio sino ai primi geli. La sua capacità di rifiorire permette di vedere Dahlie in fiore per oltre 3 mesi all'anno.

Le Dalie, più che su base genetica, vengono catalogate e raggruppate in base alle caratteristiche morfologiche.

In primis sull'altezza:
  • Dalie nane : alte meno di mezzo metro (1.6 ft), indicate per la coltivazione in vaso.
  • Dalie intermedie : alte sino ad 1 metro (3.3 ft).
  • Dalie alte : con altezza superiore al metro, indicate per la coltivazione in piena terra.

Sul tipo di Fiore (le foto descrivono ben meglio delle parole) :


-Dalia "Decorativa" : la classica Dalia che tutti conosciamo.

Dalia Decorativa Arancione

Dahlia Bianca
-Dalia "Cactus" : con fiori che, per forma, tendono ad assomigliare alla sommità di una pianta di Cactus, in cui le spine sono rappresentate dai petali.

Dahlia Cactus Rosa









-Dalia "Peonia" : i fiori ricordano quelli delle Peonie, con la parte centrale ben differenziata da quella laterale.

Dahlia Peonia
Dahlia Peonia Rosata


Dahlia Peonia Gialla

 -Dalia "Pompon" : con fiori dai petali corti ed assemblati in modo da formare qualcosa che potrebbe assomigliare a dei nidi di ape tondeggianti.

Dalia Pompon Arancione

Dalia Pompon Viola
-Dalia a "Collaretto" : in questo caso i petali non sono così serrati e permettono di vedere gli stami, un po' come avviene nella Rosa Rugosa.
    Dahlia a Collaretto

    Dahlia a Collaretto Porpora

    Dahlia a Collaretto Variegata
    -Dalia "Anemone" : la parte centrale del fiore ricorda l'Anemone di Mare.
      Dahlia Anemone

      Dahlia Anemone Bianca

      Ognuno di questi fiori può essere semplice o doppio e di tutti i colori. Le combinazioni possibili sono  quindi diverse centinaia.


      Come Crescere le Dalie ? - Coltivazione, Clima, Esposizione e Cure

      Le Dalie "nane" si possono coltivare con successo in vaso, sebbene, in generale, si abbiano maggiori risultati in piena terra. Ricordatevi che le specie del genere Dahlia hanno origini messicane, dunque una scarsa resistenza al freddo e dal momento in cui pianterete i bulbi non ci dovranno più essere forti gelate.
      Le Dalie, in Italia, sono poco adatte all'inselvatichimento, perciò, dopo la prima brinata, converrà tagliare alla base le piante con le foglie bruciate, estrarre i bulbi, farli seccare qualche giorno all'aria e conservarli in un luogo asciutto, fresco (ma esente da gelo) e buio, sino alla primavera successiva.
      Nei luoghi miti del Sud Italia, o laddove vi siano effimere gelate, si possono lasciare i tuberi nel terreno, provvedendo a coprirli con uno spesso strato di pacciamatura.

      Le Dalie amano un'esposizione calda, soleggiata ed un terreno fertile e ben drenante, condizioni che garantiranno una fioritura più abbondante.
      Le concimazioni dovranno essere equilibrate, ricordandosi che un'eccesso di azoto induce la produzione di foglie, a discapito di boccioli e fiori.

      Durante la fase vegetativa il terreno dovrà essere tenuto umido con irrigazioni frequenti, ma non troppo abbondanti; inoltre sarà utile predisporre dei supporti (ad es. canne di Bambù come quelle utilizzare per i Pomodori) a cui legare gli steli in allungamento.
      Le Dalie sono tropicali ed anche brevi gelate fanno morire la pianta, per questo motivo potrebbero essere delle buone piante spia, per verificare in quali luoghi avvengano le prime gelate autunnali.

      Le Dalie sono piante rustiche e generalmente resistenti ai patogeni, talvolta ci possono essere dei leggeri attacchi di oidio sulle foglie, ma solitamente non richiedono l'uso di prodotti chimici.


      Come Potare le Dalie per Avere Fiori più Grossi ?

      La potatura delle Dalie non è essenziale, ma consigliabile. Quando le piante sono alte circa 25 cm (10 inch), cioè hanno circa 6 foglioline, converrà cimare l'apice vegetativo. Questa operazione garantirà l'emissione di nuovi rami dalle gemme sottostanti, dando alla Dahlia una conformazione "ad albero", in cui ogni ramificazione avrà i suoi fiori.
      Un'altra pratica consigliata è quella della sbocciolatura, la quale prevede la rimozione dei boccioli laterali (quelli formati sull'ascella fogliare), lasciando solo il bocciolo centrale, presente sull'apice vegetativo. In questo modo le energie si concentreranno su pochi fiori, garantendo che essi diventino di maggiori dimensioni e con più petali.

      Dalia Giallo Tenue

      Dalia Porpora

      Campo di Dalie

      Come Coltivare la Dicksonia antarctica, una Felce dall'Aspetto di Palma

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      Parlando delle Felci avevamo detto che quelle che possono crescere in Italia sono perlopiù di piccole dimensioni e che, in linea generale, solo le Felci tropicali potevamo avere una struttura ad "albero" e superare i 150 cm (59 inch) di altezza.

      Eppure esiste una specie di Felce, la Dicksonia antarctica, che si può coltivare in ambienti relativamente freddi ed assume le sembianze di una palma, con un tronco perenne e ben sviluppato.

      Dicksonia antarctica

      Dove Cresce la Dicksonia antarctica ? - Origine, Diffusione ed Habitat

      La Dicksonia antarctica è una felce ad alto fusto nativa del continente Australiano. La sua distribuzione naturale è piuttosto estesa, anche se più concentrata nel Sud-Est dell'Australia (Victoria, New South Wales) e sull'isola Tasmania. A macchia di leopardo è diffusa anche più a Nord (es. Queensland), tuttavia è fondamentale che il clima non sia troppo arido.

      Il suo habitat naturale è rappresentato dalle foreste umide, con precipitazioni annue di almeno 1000 mm (40 inch). In Tasmania, in luoghi piovosi, la Dicksonia antarctica cresce dal livello del mare sino a circa 900 metri (2950 ft), mentre laddove la pioggia diventa più scarsa la specie è confinata a microclimi umidi, come valli strette o pendii poco assolati esposti a Sud; vi ricordo che la Tasmania è nell'emisfero Australe, di conseguenza l'esposizione è opposta rispetto a quella dell'Italia (per dettagli sulla Latitudine clicca qua).

      A livello ornamentale la specie è poco diffusa, poiché, data la crescita lenta, ci vorrebbero diversi anni prima che possa essere venduta a dimensioni accettabili.
      Tuttavia è molto apprezzata dagli amanti di giardinaggio, sebbene il prezzo da pagare per acquistare un esemplare adulto possa essere molto alto.
      Talvolta le piante vengono espiantate dal luogo di nascita, per essere vendute altrove. Anche in questo caso, data la lontananza dei luoghi d'origine, il costo è spesso proibitivo.

      Foglia Dicksonia antarctica

      Com'è Fatta la Dicksonia antarctica ? - Botanica e Fisiologia 

      D. antarcticaè una specie di felce sempreverde che appartiene alla famiglia delle Dicksoniaceae, correlata alla famiglia delle Cyatheaceae, sebbene la prima sia più primitiva e risalente ad oltre 150 milioni di anni fa.
      Il genere Dicksonia comprende circa una ventina di specie (es. D. arborescens, D. lanata, D. sellowiana, D. squarrosa), distribuite nel Centro-Sud America, Oceania e Sud-Est Asiatico.

      La Dicksonia antarctica può occasionalmente raggiungere un'altezza di oltre 12 metri (39 ft), tuttavia di norma si mantiene intorno ai 5-6 metri (16-20 ft).
      La crescita è estremamente lenta e, nella fase adulta, si aggira mediamente intorno ai 5 cm (2 in) all'anno, sebbene possa essere ben inferiore in zone fredde, dove la crescita è relegata solo al semestre caldo dell'anno.
      La pianta impiega circa 40 anni per diventare alta 1,5 metri (5 ft), ma, come avviene spesso nelle specie a crescita lenta,è molto longeva e può vivere fino ad un'età di 1000 anni.

      Le foglie (anzi fronde, dato che parliamo di Pteridofite) sono relegate all'apice vegetativo ed un'esemplare in salute ne mantiene circa 20-25. Le fronde hanno la forma tipica delle Felci, sono grandi, di colore verde scuro, disposte a 360°, generando una chioma che ha un diametro medio di 3-4 metri (13-16 ft).

      Il tronco di questa felce non è legnoso, ma formato dai resti delle fronde e da radici aeree, le quali possono anche assorbire l'umidità atmosferica. Il tronco della Dicksonia antarctica ha un diametro variabile, sino ad oltre 50 cm (20 in), e può essere un buon substrato per ospitare piante epifite, come muschi o altre specie di felci.
      Se si taglia la pianta alla base, la parte sovrastante, se interrata in ambienti umidi, è in grado di radicare e sopravvivere, mentre la base solitamente muore.

      La Dicksonia antarctica appartiene alle Pteridofite, ovvero piante crittogame vascolari, cioè con vasi linfatici, ma prive di organi riproduttivi visibili. Questo tipo di piante, evolutivamente antecedenti alla Conifere, non hanno perciò né fiori né frutti.

      La Dicksonia antarctica, come del resto le altre felci, si riproducono tramite spore, le quali si formano sotto le fronde (foglie).
      In zone tropicali la produzione di spore può essere più o meno continuativa durante l'anno, mentre in zone con una certa stagionalità il picco massimo di produzione avviene solitamente tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno. In condizioni di stress abiotici o biotici si ha una netta diminuzione di spore, sino all'assenza; mentre in condizioni ottimali ogni fronda può produrre sino a 700 milioni di spore.
      L'acqua trasporta le spore che germinano in circa 10 giorni, anche se ci vogliono mediamente 5-7 mesi prima che spunti la prima fronda "completa" e circa 1 anno affinché la pianta assuma una posizione eretta.
      La specie raggiunge l'età riproduttiva (ovvero inizia a produrre spore) a circa 20-25 anni.

      Tronco Dicksonia antarctica

      Chioma Dicksonia antarcticaApice Vegetativo Dicksonia antarctica

      Come Crescere la Dicksonia antarctica ? - Coltivazione, Esposizione, Clima e Cure

      Questa felce a forma di Palma è rustica ed adattabile, può crescere dalle zone tropicali sino a quelle temperate calde.
      Ha una buona resistenza al freddo e da adulta può sopportare temperature minime di -10° C (14° F), mentre in estate tollera innalzamenti sino a 40° C (104° F). Come detto in precedenza, la Dicksonia antarcticaha una scarsa tolleranza alla siccità e può prosperare solo laddove non ci siano lunghi periodi secchi.
      Per questo motivo, se non si ha la possibilità di innaffiare, la coltivazione è più indicata per le regioni meno fredde del Nord Italia, in cui ci siano temporali estivi.
      Una delle zone climatiche più indicate per la coltivazione della Dicksonia antarctica è quella dei grandi laghi Alpini (ad es. il Lago Verbano), dove ci sono inverni miti ed estati piovose.

      L'esposizione ideale è piuttosto ombreggiata o al limite con mezza giornata di Sole diretto. Nel suo habitat naturale cresce nel sottobosco di foreste umide, in cui la vegetazione sovrastante non è troppo fitta, garantendo così un'ombra luminosa.
      Un'esposizione in pieno Sole, specie nel Centro-Sud Italia, è sconsigliabile, poiché le foglie tenderebbero a bruciarsi e le radici aeree faticherebbero ad assorbire la poca umidità atmosferica presente. Anche una posizione eccessivamente ventosa è controproducente, in quanto indurrebbe disidratazione.

      Il terreno ideale è fertile, ricco di humus, fresco e deve essere mantenuto umido, anche tramite irrigazione. Per piantare questa felce si dovrà scavare un buco pari almeno al doppio del volume del vaso in cui è contenuta la pianta, interrarla e ricoprire con terra soffice e drenante.
      Alla base della pianta si può creare uno strato di pacciamatura, possibilmente con foglie, cortecce ed aghi di pino. In questo modo, oltre a proteggere la pianta dalla siccità e dal gelo, i resti organici inizieranno a degradarsi, fornendo una lenta ma continua concimazione.

      La Dicksonia antarctica, grazie al modesto apparato radicale, si può agevolmente coltivare anche in vaso, sebbene questa non sia la condizione ideale. In vaso, infatti, le piante potrebbero non sviluppare il fusto o averlo di dimensioni trascurabili, oltre a ridurre ulteriormente la velocità di crescita.

      La specie può essere cresciuta anche come pianta d'appartamento, ricordandosi di evitare di collocarla in zone vicino a fonti di calore (es. termosifoni, stufe, etc.) e di nebulizzare le foglie con acqua.

      Fronde e Spore Dicksonia antarctica

      Dicksonia antarctica

      Clima, Piante e Paesaggi degli Stati Uniti d'America - Con Foto e Descrizione

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      Gli Stati Uniti d'America, il cui acronimo è U.S.A. (United States of America), sono una repubblica federale composta da 50 stati, 48 dei quali raggruppati e geograficamente compresi tra Canada (a Nord) e Messico (a Sud). Gli altri due stati sono l'Alaska (a Nord del Canada) e le Hawaii (nell'Oceano Pacifico).

      Gli Stati Uniti (i 48 stati "centrali") sono situati nel Nord America e confinano : a Nord, con il Canada, a Sud con il Messico ed il Golfo del Messico, ad Est con l'Oceano Atlantico ed ad Ovest con l'Oceano Pacifico. 

      Tutti conoscono gli Stati Uniti, ma molti meno conoscono le peculiarità dei 50 Stati che li compongono.
      Data l'enorme estensione, le differenze climatiche, paesaggistiche e di flora/fauna sono molto marcate e, nelle prossime righe, cercheremo di capire quali climi ci siano negli USA, quali tipi di piante crescano e quali ambienti potremmo incontrare durante un viaggio.

      Le descrizioni dei luoghi saranno corredate da foto suggestive, un po' come fatto per Giappone, Africa ed Europa.
      Canyon Stati Uniti

      Mappa Politica Stati Uniti

      Quanti climi diversi esistono negli Stati Uniti ? Quali piante rare vivono ? Quali animali tipici si possono vedere ? Cosa visitare durante un viaggio ?


      Costa Atlantica (Orientale) Settentrionale :

      Lo stato più a Nord-Est degli USA è il Maine, ad una latitudine media pari a quella di Milano. In questo tratto di costa il clima è continentale umido, con forti fluttuazioni termiche sia stagionali che giornaliere.
      In inverno, le temperature minime possono scendere abbondantemente sotto i -15° C (5° F), tuttavia il freddo non è continuativo come in Europa e si possono alternare fasi più miti, quasi primaverili, a fasi estremamente rigide. Le nevicate sono frequenti ed abbondanti.
      L'assenza di barriere orografiche a Nord, permette la discesa di masse d'aria gelida, direttamente dall'artico, inoltre l'effetto mitigatore della corrente del Golfo (che rende gli inverni Europei miti) è assente. 
      Sebbene il clima sia diverso, alcuni paesaggi potrebbero ricordare quelli dell'Inghilterra, come ad esempio il faro di Cape Elizabeth, dal quale si possono osservare tramonti mozzafiato.
      Procedendo verso Sud incontriamo stati di piccole dimensioni, come il Vermont, New HampshireRhode Island, Massachusetts (in cui è presente la città industriale di Boston), Connecticut, tutte caratterizzate da un clima simile a quello del Maine.
      La Baia di Capo Codè una baia originatasi dal ritiro dei ghiacciai, dopo l'ultima glaciazione. Presenta una fauna ittica molto ricca, con diversi mammiferi acquatici. La caccia alle balene è storicamente iniziata proprio in questo luogo.

      La vegetazione spontanea è di tipo temperato freddo, con presenza di conifere, alternate a piante decidue, come le Querce.

      In questa parte d'America c'è quella che probabilmente è la città simbolo degli USA, ovvero New York. Ovviamente qui non è la natura a fare da protagonista, ma lo sviluppo quasi verticale della città, che riesce a dare un tetto ad oltre 8 milioni di persone.
      La Statua delle Libertà rappresenta la libertà d'opinione, un marchio nella costituzione della più grande democrazia al Mondo.

      Faro Cape Elizabeth

      Spiaggia Capo Cod

      Statua della Libertà New York


      Costa Atlantica (Orientale) Meridionale :

      Lo stato più famoso di questa zona è senza dubbio la Florida, nota per le lunghe spiagge di Miami (Miami Beach), sulle quali si può prendere il Sole praticamente tutto l'anno.
      Nel Sud della Florida il Clima è subtropicale, Miami è al 25° N, appena 2° a Nord del Tropico del Cancro.
      Per questo motivo non si può parlare di un vero e proprio inverno, in questa stagione, infatti, le temperature massime sono di circa 25° C (77° F), mentre quelle minime di 15° C (59° F).
      La penisola della Florida è piatta e molto esposta, in occasioni di fronti freddi le temperature possono scendere rapidamente sotto i 10° C (50° F), solitamente non più di 15 notti l'anno.
      Molto raramente le temperature si possono avvicinare agli 0° C (32° F), ma quasi mai perdurano per più di un paio d'ore.
      In estate le temperature, sia minime che massime, sono circa 10 gradi Celsius (18 gradi Fahrenheit) più alte.

      Più che delle 4 stagioni, in Florida (parte meridionale) potremmo parlare della stagione delle piogge e di quella secca. Quest'ultima coincide con il periodo più fresco dell'anno (da Dicembre a Marzo), mentre quella delle piogge è concentrata in estate. 
      Nel complesso la piovosità è abbastanza alta e, anche durante l'estate, le precipitazioni sono a carattere di rovescio e le perturbazioni molto veloci, lasciando ampi spazi al Sole.

      La parte più meridionale della florida è ricoperta da una fitta rete di paludi e fiumi, note come Everglades.
      In questo habitat vivono i Lamantini (Trichechus manatus), chiamati anche mucche d'acqua poiché sono sono mammiferi acquatici di grossa taglia, ma erbivori.
      In questi acquitrini si trovano anche numerosi Alligatori Americani (Alligator mississippiensis), Caimani e Coccodrilli. Sulle coste sono presenti le tartarughe di mare (Dermochelys coriacea), le quali nidificano sulle spiagge della Florida.
      Nelle Foreste vivono anche i Puma della Florida (Puma concolor), che si nutrono di conigli, uccelli, ma anche di prede più grandi come il Cervo della Florida (Odocoileus virginianus clavium).

      La vegetazione che cresce in queste zone salmastre è prevalentemente costituita da Mangrovie, piante che, grazie ad un complesso sistema filtrante, sono tolleranti al sale. Le Mangrovie sono dotate di radici che spuntano dal terreno, venendo a contatto con l'aria quando c'è bassa marea, in questo modo possono sopravvivere anche in terreni quasi privi di ossigeno.

      Il Clima "quasi" tropicale della Florida meridionale, permette la coltivazione di innumerevoli specie, alcune delle quali non sopravvivrebbero/fruttificherebbero neppure nelle zone più calde del Mediterraneo, come ad esempio le Palme da Cocco, la Graviola o il Mamey Sapote.

      Più diffuse, e coltivate anche più a Nord in Florida, sono alcune piante da frutto tropicali come la Papaya, e soprattutto il Mango (Mangifera indica), specie che ha riscontrato un enorme successo in questo stato, tanto che, nel corso degli anni, sono state selezionate numerose Cultivars locali, alcune delle quali hanno oggi fama internazionale (es. "Tommy Atkins", "Glenn", "Keitt").

      Al Nord della Florida troviamo la Georgia, la South Carolina e la North Caroline, il clima diventa via via più temperato salendo verso Nord, con piogge abbastanza abbondanti, sempre meglio distribuite durante l'anno procedendo verso Nord.

      Everglades

      Lamantino

      Miami Beach
      Frutti di Mango Florida


      I Monti Appalachi :

      Nella parte orientali degli USA si estende, in direzione Nord-Est/Sud-Ovest, la catena montuosa degli Appalachi, lunga oltre 2500 km (1550 mi), ma con vette abbastanza basse. Il Mount Mitchell, con i suoi 2037 metri (6.684 ft) è il picco più alto.
      Qui le foreste variano considerevolmente in base alla latitudine ed all'altitudine, troviamo dalle conifere sino alle foreste decidue, formate da Frassini (Fraxinus americana), diverse specie di Quercia, il Castagno Americano (Castanea dentata).
      Ai margini di questi boschi composti da piante ad alto fusto troviamo gli arbusti, prevalentemente della famiglia delle Ericaeae, come Mirtilli (Vaccinium spp.) e numerose specie di Rododendro.

      Nelle zone boschive delle pianure adiacenti ai Monti Appalachi (sia ad Est, che ad Ovest) troviamo l'Asimina triloba, la pianta da frutto che produce il frutto più grande di tutto il Nord America.
      La fauna comprende diverse specie di uccelli e mammiferi, tra cui più specie di Scoiattoli e l'Orso Nero Americano (Ursus americanus). ma non mancano neppure i serpenti (es. Agkistrodon contortrix).

      Appalachi

      Louisiana, Mississipi ed Alabama :

      Questi paesi fanno parte degli Stati Uniti Meridionali che si affacciano sul Golfo del Messico.
      Qui ci troviamo alla stessa altezza del Nord della Florida, con una latitudine media di 30° N, la città simbolo di queste regioni, New Orleans, si trova al 29,5° N.
      Qui il clima è molto piovoso, con piogge di oltre 1500 mm (59 inch), abbastanza ben distribuite durante l'anno.
      Le temperature sono abbastanza miti, paragonabili a quelle che si trovano sulle coste della Sicilia, tuttavia l'assenza di protezioni dai venti provenienti da Nord, permette incursioni di aria polare, che possono far scendere il termometro sotto gli 0° C (32° F).
      Questi stati si affacciano sul caldo Golfo del Messico, una delle zone più soggette alla formazione di tornado. Purtroppo nubifragi e trombe d'aria sono abbastanza frequenti.

      Questa regione è anche tristemente ricordata per lo sfruttamento degli schiavi neri, nelle piantagioni di Cotone. Oggigiorno questi sono gli stati degli USA con il maggior numero di Afro-americani.
      Una specie diffusa sia negli Stati del Sud, che su quelli affacciati sull'oceano Atlantico (es. Virginia) è la Magnolia (Magnolia virginiana).

      Magnolia virginiana


      Fattoria in Alabama

      Paesaggio Louisiana

      Le Grandi Pianure dell'America Centrale :

      Tolta la catena degli Appalachi, gli Stati Uniti Orientali sono prevalentemente composti da estese pianure.
      Partendo da Sud incontriamo l'Oklahoma, quello che si può definire lo Stato degli Indiani d'America, poi il Kansas ed il Nebraska, dove sconfinate pianure si perdono all'orizzonte, tra campi di Girasole e di Granoturco.
      La densità di popolazione è scarsa e le città sono distanziate l'una dall'altra, l'Agricoltura è il motore economico di questi stati.

      Il Clima, per via della lontananza dal mare, è condizionato da elevate escursione termiche, sia giornaliere che stagionali, con inverni molto rigidi ed estati calde.
      In estate lo scontro di masse d'aria calda (provenienti dal Golfo del Messico) e fredda (provenienti dal Canada) danno origine a violenti temporali, trombe d'aria e pesanti grandinate. Ciò nonostante queste terre rappresentano il granaio d'America ed enormi fattorie sono piuttosto comuni.

      Sebbene esistano i boschi, buona parte del territorio è composto da praterie, dove la fauna selvaggia trova spazi ancora incontaminati. Il Bisonte Americano (Bison bison) è presente in queste terre, così come Volpi, Rapaci, Alci, Antilopi e selvaggina di varia natura.

      Il Mount Rushmore National Memorial, è una montagna nel South Dakota, in cui sono stati scolpiti i volti di 4 presidenti americani (Washington, Jefferson, Roosevelt, Lincoln), ed è diventano uno dei simboli patriotici degli USA.

      Fattoria Kansas

      Bisonte Americano

      Mount Rushmore National Memorial


      La Regione dei Grandi Laghi e Le Cascate del Niagara :

      A cavallo tra Canada e Stati Uniti esiste un complesso formato da 5 enormi laghi di origine glaciale, i quali rappresentano la più grande riserva di acqua dolce non ghiacciata.

      • Lago Superiore : è quello con la superficie maggiore, nonché quello più settentrionale del complesso. In Canada confina con la regione dell'Ontario, mentre negli USA lambisce gli stati del Minnesota, Michigan e Wisconsin. Il Lago Superiore è il lago (di acqua dolce) più esteso al Mondo, ed il terzo per volume d'acqua. Ha una profondità massima di 406 m (1330 ft) e conta circa 4400 km (2730 ft) di coste. 
      • Lago Huron : è il secondo per superficie e, data la sua conformazione, il primo sulla terra per lunghezza delle coste.
      • Lago Michigan : unico (tra i 5) ad essere interamente compreso in territorio Statunitense. Bagna l'Illinois e l'Indiana, oltre agli Stati USA che lambivano il Lago Superiore. Il Lago Michigan è sviluppato prevalentemente in direzione Nord-Sud e sulle sue sponde meridionale sorge Chicago, la più grande città della regione dei Grandi Laghi.
      • Lago Erie : è il più meridionale dei 5, nonché il meno profondo, raggiungendo una profondità media di appena 19 m (62 ft).
      • Lago Ontario : il più piccolo per superficie, comunica con il Lago Erie tramite il fiume Niagara, noto per le omonime cascate.
      Le Cascate del Niagara sono probabilmente le più famose al mondo, tuttavia compiono un salto relativamente basso (circa 50 m o 164 ft). La loro spettacolarità sta nell'enorme volume d'acqua coinvolto e nella conformazione a ferro di cavallo (ad "U"), che permette un'ampia veduta.

      Anche se li chiamiamo Laghi, questi sembrano di più a dei mari, la sponda opposta non è praticamente mai visibile e sono lunghi come mezza Italia. Per intenderci il Lago Michigan è poco più piccolo del nostro Mar Adriatico. 
      In compenso la profondità non è eccessiva e solo il Lago Superiore ha una profondità maggiore a quella del nostro Lago Maggiore.

      I Grandi Laghi Americani hanno un effetto mitigatore sul Clima, rendendo le estati più fresche e gli inverni leggermente più miti. Tuttavia, data la localizzazione prettamente continentale, gli effetti massimi mitiganti si hanno in Autunno.
      In inverno i fronti gelidi in discesa dal Canada si scontrano con questa enorme massa d'acqua, la quale umidifica questi venti, regalando abbondantissime nevicate.
      L'effetto mitigatore dei Laghi viene meno quando essi ghiacciano, situazione piuttosto comune, così come le impetuose tempeste di neve.
      La natura che circonda questi Laghi è piuttosto selvaggia ed incontaminata, nulla a che vedere con l'antropizzazione tipica dei Laghi Italiani.
      In prossimità dei Grandi Laghi è diffuso l'Acero Canadese (Acer saccharum), la cui foglia è diventata simbolo del Canada, tanto da comparire nella bandiera canadese. 

      Grandi Laghi Nord America

      Cascate del Niagara

      Cascate del Niagara Dall'Alto

      Coste Grandi Laghi Americani
      Grandi Laghi in Inverno


      Il Fiume Mississippi :

      Questo fiume nasce poco ad Ovest rispetto al Lago Superiore e percorre tutti gli Stati Uniti, da Nord verso Sud, sfociando nel Golfo del Messico.
      Durante i suoi 3800 km (2360 mi) riceve numerosi affluenti che, nel complesso, generano il terzo bacino idrico più grande al mondo.
      Il Fiume Mississippi rappresenta un punto di ristoro per i numerosi uccelli che compiono rotte migratorie annuali, per raggiungere i luoghi di nidificazione.
      Nelle acque del Mississippi vive il Pesce Spatola Americano (Polyodon spathula), imparentato con lo Storione ed in grado di raggiungere una lunghezza di oltre 2 m (78 in).
      Indimenticabili sono gli storici Battelli a Vapore che, usando una ruota a pala come propulsione, si muovevamo lungo il Mississippi.

      Battello a Vapore Mississippi


      Texas, New Mexico, Arizona :

      Questi Stati, situati nel Sud degli USA a confine con il Messico, sono particolarmente siccitosi e caldi.
      A Houston, in Texas, le temperature massime estive sono di circa 35° C (95° F), ma non è raro che superino i 40° C (104° F), mentre in inverno si alternano fasi calde, che possono far schizzare il termometro a temperature superiori ai 20° C (68° F), a fasi fredde che possono far registrare giornate di ghiaccio (temperature sotto 0° C o 32° F per più di 24h).

      Le precipitazioni diminuiscono procedendo da Est verso Ovest.
      A Phoenix, in Arizona, cadono circa 200 mm (8 inch) di pioggia l'anno, che rappresenta il limite per considerare una zona come Deserto.
      In Arizona troviamo l'Antelope Canyon, un Canyon stretto con rocce particolarmente levigate oppure il celeberrimo Grand Canyon.
      Esso è una gola profonda, larga dai 500 m sino a quasi 30 km (0,3-19 mi), scavata dal fiume Colorado. Il Grand Canyon si estende per quasi 500 km (310 mi) ed ha un'altezza (dalla base, dove scorre il fiume, sino al vetta) variabile, con un dislivello massimo di circa 1800 metri (5900 ft).

      In queste zone crescono piante xerofili, come Cactus e piante grasse. Numerose specie di Agave sono native di queste zone semi-desertiche.

      Grand Canyon

      Grand Canyon

      Panorama Nuovo Messico

      Agave Arizona

      Le Montagne Rocciose ed il Parco Nazionale di Yellowstone :

      La Catena delle Montagne Rocciose (Rocky Mountains) si estende per circa 4800 km (2980 mi), dal Canada sino alla parte più settentrionale del Nuovo Messico (New Mexico).
      Diversamente dagli Appalachi, le cime delle Montagne rocciose sono in alta montagna, superando spesso i 4000 m (13120 ft) e raggiungendo i 4400 m (14430 ft) con la vetta più alta, il Monte Elbert.

      Questa catena montuosa funziona da spartiacque, dividendo in due gli Stati Uniti; ad Est troviamo le grandi pianure, umide e rigogliose, ad Ovest troviamo valli ed altopiani semi-desertici.

      Le Rocky Mountains occupano gran parte del territorio del Colorado, Wyoming, Idaho e del Montana, sul confine con il Canada. Parliamo di vaste zone, poco antropizzate e selvagge, in cui animali e piante vivono indisturbate in armonia.

      In questi stati sorge il Parco Nazionale di Yellowstone, conosciuto in tutto il mondo per i suoi Geysers. Il nome Yellowstone (tradotto in "Pietra Gialla") deriva dal fatto che alcune rocce hanno tonalità giallastre, probabilmente dovute alla presenza di Zolfo.
      Il parco si sviluppa prevalentemente su un altopiano, in cui il clima è estremamente rigido, con nevicate abbondanti.
      In questo luogo troviamo il Lago di Yellowstone che, con i suoi 2357 m (7733 ft) di quota, è il Lago di Montagna più grande del Nord America.

      In tutti il parco si contano oltre 300 Geyser e circa 10.000 sorgenti di acqua calda e fumarole. Sotto il Parco di Yellowstone si suppone esista un "Supervulcano" che, qualora eruttasse, provocherebbe danni a livello mondiale.

      Old Faithfulè il Geyser più famoso al mondo ed erutta ogni 60-90 minuti, per una durata di circa 2-5 minuti. Probabilmente il suo nome deriva proprio dall'affidabilità e dalla costanza delle sue eruzioni. I getti d'acqua bollente possono arrivare a circa 55 metri di altezza (180 ft).

      Grand Prismatic Springè invece la più famosa sorgente di acqua calda che, grazie all'azione di diversi batteri (ed archeobatteri), assume colorazioni che spaziano dal giallo al verde, a seconda della temperatura dell'acqua.
      La colorazione è dovuta alla presenza di batteri che producono pigmenti (prevalentemente Clorofilla e Carotenoidi).
      I batteri crescono in quest'acqua cristallina, ricca di minerali e batteri diversi prediligono acqua con temperatura diversa, motivo per cui la colorazione non è uniforme e varia dal centro del lago, sino agli strati più vicini alla terraferma.
      La colorazione muta anche con le stagioni, in Estate, con alte temperature, le tonalità sono più calde (rosso-arancio), in inverno prevalgono tonalità di verde.

      La fauna di Yellowston è molto ricca di specie rare e selvagge. Oltre all'Orso Grizzly (Ursus arctos horribilis), ormai simbolo del Parco, anche grazie alla caricatura dell'Orso Yoghi, troviamo la Pecora delle Montagne Rocciose (Ovis canadensis), il Bisonte (Bison bison) il Cervo Wapiti (Cervus elaphus canadensis), ma anche predatori come il Coyote (Canis latrans) o l'Aquila Testabianca (Haliaeetus leucocephalus), presente un po' su tutto il territorio Statunitense.

      Geyser Parco Yellowstone

      Grand Prismatic Spring

      Montagne Rocciose

      Utah ed Nevada :

      Sono due Stati dell'Stati Uniti Occidentali che non hanno sbocchi al mare, possiedono un clima arido e con forti escursioni termiche.
      Qui troverete il Parco dello Bryce Canyon e quello degli Arches. Il primo, che in realtà è un anfiteatro originatosi per erosione dell'altopiano di Paunsaugunt, è noto per i pinnacoli frastagliati e per gli Hoodoo, una sorta di "piramidi" scolpite nella roccia per via del vento e della pioggia.
      Il Parco degli Arches deve il suo nome alla presenza di circa 2000 archi naturali, fatti di roccia arenaria. Il più celebre è senza dubbio il Delicate Arch.

      Il Nevada è lo stato più arido degli USA ed è noto sia per l'Area 51, che voci di corridoio narrano sia una base segreta militare in cui siano stati studiati gli alieni, sia per Las Vegas, la città sorta nel Deserto.

      Las Vegas è la città degli eccessi e la si può considerare una cattedrale nel deserto. Qui sorgono lussuosi Hotels, prestigiosi Casinò e locali mondani.
      Las Vegas, sebbene sia in mezzo al Deserto, è una città ricca d'acqua, fontane ed attrattive acquatiche; l'acqua viene "pescata" dal Lago Meade, artificialmente creato nel 1936 ed alimentato dal Fiume Colorado.
      Purtroppo la recente siccità ha minato profondamente queste riserve idriche e l'approvvigionamento d'acqua per "la città del peccato" diventerà un problema molto serio nei prossimi anni.

      Sulle montagne del Nevada ed Utah cresce il Pinus longaeva, una conifera molto longeva che può vivere oltre 4500 anni. Un suo esemplare detiene il record di longevità, tra le piante non clonali.

      Pinus longaeva


      Parco Arches

      Parco dello Bryce Canyon

      Las Vegas

      California e Costa dell'Oceano Pacifico (Costa Occidentale) :

      La California è lo stato più meridionale che si affaccia sull'Oceano Pacifico. La popolazione è prevalentemente concentrata nel Sud dello stato (SoCal), dove si trovano città come Los Angeles (e la nota Collina di Hollywood), San Diego San Francisco; inoltre l'antropizzazione è quasi esclusiva di una sottile fascia Nord-Sud, larga appena 80 Km (50 mi). In pochi vivono lontani più di 80 Km dall'Oceano.

      Il Clima della California è di tipo Mediterraneo, ovvero con inverni (relativamente) umidi  e miti, ed estati calde e secche. Quindi, diversamente dalla Florida, la stagione più calda coincide con quella più arida.

      Si devono però fare dei distingui; le coste della California sono bagnate da una corrente fredda, la quale condiziona notevolmente il clima in prossimità delle Rive, rendono minime le escursioni termiche.
      Basta spostarsi di 20 km (12 mi) nell'entroterra per aver temperature massime estive di 35° C (95° F), mentre, alla stessa latitudine, ma sulla costa, ce ne sono 25° C (77° F).
      Viceversa, in inverno, le zone interne possono registrare gelate, mentre quelle costiere difficilmente scendono sotto i 5° C (41° F).

      L'esacerbazione di quanto appena detto lo troviamo nella città di San Francisco. Questa città, ben lontana dai tropici, ha temperature abbastanza costanti durante l'anno; in inverno la temperatura min/max è di 8/14° C (46/57° F), mentre in estate 12/19° C (53/66° F).
      In poche parole San Francisco non ha un'estate, almeno non una come quella che conosciamo in Italia, semmai come un'estate "scozzese", sebbene le latitudini siano ben diverse.

      Tra Maggio e Luglio è frequente un fenomeno noto come June Gloom. Esso si produce quando l'aria calda si dirige dall'entroterra della California, verso le fredde acque dell'Oceano Pacifico, inducendo la formazione di una fitta nebbia alta, che si spinge sulle spiagge della California, oscurando il Sole e raffreddando l'aria.

      Nell'entroterra californiano troviamo la Death Valley, un avvallamento (si trova sotto il livello del Mare) arido ed assolato che, per la sua conformazione orografica, ha fatto registrare il record climatico di temperatura massima, con  56,7 ° C (134° F) all'ombra.

      Sulle più umide coste del Centro-Nord della California troviamo il Parco nazionale di Redwood, il quale ospita (e protegge) quasi il 50% delle Sequoie sempreverdi (Sequoia sempervirens), il cui habitat naturale si estende lungo la fascia costiera che va dalla California settentrionale all'Oregon.
      Queste sequoie, come molti di voi già sapranno, sono gli esseri viventi più alti al mondo.

      Il Clima della costa occidentale diventa via via meno arido procedendo verso Nord ed a Seattle, nello stato di Washington, c'è un clima prettamente oceanico, con precipitazioni paragonabili a quelle del Nord Italia, ma altre città sono ancora più piovose.

      In zone un po' più interne, ma sempre negli Stati Uniti Occidentali, troviamo il Lago Tahoe ed il Lago Crater, due laghi vulcanici, posti ad oltre 1800 metri (5900 ft) di quota.
      Questi due laghi sono noti per le acque cristalline e per essere i laghi più profondi degli Stati Uniti, oltre all'affascinante contesto in cui sono inseriti.

      Ponte San Francisco

      Death Valley

      Parco Sequoie Redwood

      Lago Tahoe

      Arcipelago delle Isole Hawaii ed Alaska :

      Le Hawaii, situate in mezzo all'Oceano Pacifico, sono l'unico Stato degli USA a sconfinare nella fascia tropicale.
      Questo arcipelago, formato da 8 isole principali, si trova a quasi 4000 km (2.485 mi) dalle coste californiane ed è formato da isole di vulcaniche, la cui vetta più alta (Mauna Kea) è ad un'altitudine di 4200 metri (13.780 ft).
      Numerosi sono i vulcani attivi, alcuni dei quali molto spettacolari, come il vulcano Kīlauea, la cui lava arriva a "tuffarsi" nell'oceano, creando fumarole ed esplosioni (per via del raffreddamento istantaneo).

      L'isola gode di un clima prettamente tropicale, con minime escursioni termiche annue e precipitazioni generalmente abbondanti. Le Hawaii sono meta ambita per gli amanti della Natura, ma anche per sportivi (surfisti etc.), scienziati e fotografi.

      Le specie, sia vegetali che animali, sono arrivate su quest'isola nuotando, volando o trasportate dal vento e dalle onde (ad es, semi). Altre specie furono introdotte direttamente o indirettamente (es. nascoste nelle navi) dagli uomini.

      Dato l'isolamento geografico, sia la Flora che la Fauna Hawaiana presentano elevato endemismo e molte specie si trovano selvatiche unicamente qua.
      Una specie comune, in Italia utilizzata come pianta da appartamento, è la Palma delle Hawaii (Brighamia insignis). Essa è molto ornamentale, cresce solitamente su un unico tronco e produce fiorellini gialli dotati di un lungo picciolo. Per il suo portamento, la Brighamia insignis assomiglia ad una palma (anche se in realtà appartiene ad un'altra famiglia).
      Tra i mammiferi acquatici ricordiamo la Foca Monaca delle Hawaii (Neomonachus schauinslandi), una specie ad alto rischio di estinzione, che vive nelle acque al largo delle coste Hawaiane.

      L'altro stato "isolato" degli Stati Uniti è l'Alaska, quello con l'estensione maggiore e più settentrionale di tutti. L'Alaska si trova infatti a Nord del Canada, in un clima polare.
      Le maggiori città (es. Anchorage, Juneau) sono localizzate nella parte meridionale dell'Alaska, zona in cui, pur facendo freddo, non si raggiungono mai picchi estremi e raramente le temperature invernali scendono sotto i -20° C (-4° F).
      La parte centrale dell'Alaska presenta un clima continentale, con minime invernali rigidissime (paragonabili a quelle della Siberia) e estati corte, ma con temperature relativamente alte.
      La fascia dell'Alaska più vicina all'artico è invece caratterizzata da inverni gelidi ed effimere estati, in cui le temperature difficilmente superano i 5° C (41° F).

      In Alaska è presente il Monte Denali che, con i suoi 6190 metri (20.300 ft), è la montagna più alta di tutto il Nord America.

      L'Alaska basa la propria economia sull'estrazione di Petrolio e sulla Pesca ed, essendo lo stato meno densamente abitato degli USA, vanta un territorio per lo più incontaminato e selvaggio.
      La Flora è dominata dalle foreste di Conifere e, dove il clima diventa più rigido, da fiori annuali, muschi e licheni, come tipico delle zone di Tundra.
      Tra gli animali più grossi ricordiamo gli Orsi Polari (a Nord) e gli Orsi Bruni (a Sud).

      Paesaggio Hawaii

      Vulcano Kīlauea

      Palma delle Hawaii

      Panorama Alaska

      Monte Denali























      Infine vorrei postare qualche cartina degli Stati Uniti che metta in evidenza le precipitazioni medie annue (noterete che ad Est delle Montagne Rocciose piove molto più che ad Ovest), una mappa orografica (che metterà in evidenza come la parte orientale sia decisamente più pianeggiante di quella occidentale), una mappa delle temperature medie annuali (come ovvio noterete che aumentano da Nord verso Sud, ma anche come alcune zone come l'Oregon siano molto miti per la latitudine a cui sono) ed, infine, una foto notturna che mostra l'illuminazione (proporzionale alla densità di popolazione), dove noterete che le due Coste sono le più popolate e che, escluse le coste, gli USA ad ovest delle Montagne rocciose sono in gran parte disabitati.

      Precipitazioni Annue Stati Uniti

      Cartina Orografica Stati Uniti

      Illuminazione Notturna Stati Uniti

      Albero dei Fazzoletti (Davidia involucrata)

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      Di specie con fiori curiosi ne esistono a centinaia, molte delle quali sono di origine tropicale. Oggi vorrei invece parlare della Davidia involucrata (sin. Davidia laeta), una pianta che produce dei fiori che assomigliano a dei fazzolettini di carta, tanto da farle meritare l'appellativo di "Albero dei Fazzoletti".

      Nelle prossime righe cercheremo di capire dove si può crescere in Italia e Come si coltiva la Pianta dei Fazzoletti.

      Albero dei Fazzoletti

      Origine e Diffusione :

      Davidia involucrata è una specie nativa della Cina, scoperta relativamente di recente.
      Il nome scientifico di questa pianta fu dato in onore del missionario (e botanico) francese Armand David, che per primo identificò un esemplare che cresceva isolato sulle montagne cinesi, ad oltre 2000 m (6560 ft) di quota, descrivendone le caratteristiche. 
      Successivamente, Augustine Henry individuò un secondo esemplare (anch'esso che cresceva solitario) nella regione centrale di Yangtse Ichang, in Cina.

      Come epoca stiamo parlando della seconda metà dell '800 che, se pensate bene, sono pochi anni fa se paragonati alla scoperta di altre specie vegetali (es. Aloe vera), di cui si trovano addirittura riferimenti negli antichi testi egiziani.

      I primi semi giunsero in Europa tra fine '800 ed inizio '900, probabilmente ad opera di Ernest Wilson, un giovane botanico inglese spedito in Cina allo scopo di individuare esemplari di Davidia involucrata.
      L'Albero dei Fazzoletti è, a tutt'oggi, una pianta poco conosciuta e diffusa, sebbene abbia tutte le potenzialità per essere un'ottima pianta ornamentale per grandi giardini o parchi pubblici.

      Almeno una paio di esemplari si possono trovare nei Giardini di Villa Taranto, a Verbania, in Piemonte, proprio sulle rive del Lago Maggiore.

      Com'è fatta la Pianta dei Fazzoletti ? - Botanica e Fisiologia

      L'Albero dei Fazzoletti (Davidia involucrata) è una specie decidua che appartiene alla famiglia delle Nyssaceae.
      Questa specie è l'unica del genere Davidia, sebbene vi siano due sottospecie differenti : D. involucrata var. vilmoriniana, con foglie totalmente glabre e D. involucrata var. involucrata, con una leggera pelosità fogliare.
      Tuttavia le due sottospecie hanno un diverso numero di cromosomi e, se incrociate tra di loro, producono piante sterili. Per questo motivo alcuni botanici le trattano come due specie distinte.

      Fiore Davidia involucrataDavidia involucrata è una pianta a crescita rapida, che si sviluppa sotto forma di albero di medio-grosse dimensioni, raggiungendo un'altezza di circa 25 m (82 ft).
      Il portamento è espanso e, nei vecchi esemplari, i rami della larga chioma possono essere ricadenti, fino a sfiorare terra.

      Le foglie sono tondeggianti, leggermente a forma di cuore, e sembrano una via di mezzo tra quelle del Tiglio e quelle del Nocciolo. Esse sono di medie dimensioni ed hanno un margine marcatamente dentellato.

      L'Albero dei Fazzoletti deve il nome ai suoi fiori particolarmente curiosi, che assomigliano a fazzoletti di carta.
      In realtà l'infiorescenza vera e propria è un formata da un raggruppamento di fiori maschili (fiori "staminati") rossastri, piccoli e poco appariscenti e da un unico fiore femminile.
      Da ogni "gruppetto" di fiori spuntano due Brattee, le quali avvolgono il fiore (da qui l'epiteto "involucrata"), svolgendo la funzione solitamente ascrivibile ai petali.

      Queste due brattee sono opposte e la più grande, lunga anche oltre 20 cm (8 inch), riproduce sia per forma che per dimensione, la foglia della pianta stessa. Entrambe le brattee sono di color bianco "neve", lisce e rivolte con la punta verso il basso.

      La fiorituraè molto copiosa ed avviene nel periodo primaverile, indicativamente tra i mesi di Aprile e Maggio. Quando l'Albero dei Fazzoletti è in fiore è davvero spettacolare, con un contrasto tra il verde del fogliame ed il bianco dei fiori, sebbene in alcuni casi prevalga, visivamente, quest'ultimo.

      I frutti sono delle noci molto dure delle dimensioni di una pallina da Golf. Essi sono "appesi" alla pianta ed, a maturità, sono di color grigio-bruno e tendono a raggrinzirsi. Ogni frutto contiene mediamente 4-6 semi e matura in autunno, (indicativamente Settembre-Ottobre), sebbene rimanga attaccato a penzoloni sino alla primavera successiva.

      Le radici sono carnose, fittonanti e con poche diramazioni; sono però massicce ed ancorano saldamente la pianta al suolo, tuttavia rendono complessi i trapianti di piante adulte e ben radicate.

      Il legno (e la corteccia) è di color grigio e, nel tronco e nei rami più vecchi, tende a fessurarsi.

      Fioritura Davidia involucrata

      Foglie Albero dei Fazzoletti


      Come Crescere l'Albero dei Fazzoletti ? - Coltivazione, Esposizione, Clima e Cure

      La Davidia involucrata ha come habitat naturale le montagne della Cina e cresce in boschi decidui, dove il freddo è sempre presente in inverno.
      Per questo motivo l'Albero dei Fazzoletti ha una buona tolleranza al gelo e può tranquillamente crescere in tutta Italia, comprese le Valli del Nord, che in inverno registrano temperature minime abbondantemente sotto gli zero gradi centigradi (32° F).

      Sia l'esposizione in pieno Sole, che quella a mezz'ombra permettono un corretto sviluppo ed un'abbondante fioritura. La specie non ha particolari esigenze in quanto a terreno e, pur preferendo suoli umidi e ricchi di humus, si può coltivare ovunque.

      L'Albero dei Fazzoletti ha una longevità media e può superare i 100 anni di età, inoltre è rustico, poco soggetto ad attacchi da parte di patogeni e resiste bene all'inquinamento atmosferico.

      La potatura non è essenziale ed ha esclusivamente uno scopo contenitivo. Se non avete problemi di spazio potrete anche lasciarla crescere liberamente, limitandovi ad eliminare i rami morti o quelli troppo bassi.

      La specie viene propagata solitamente per semina ed i semi hanno una germinabilità circa pari al 50%. Con piante ottenute da seme si dovranno aspettare 7-9 anni per vedere la prima fioritura.
      L'Albero dei Fazzoletti si riproduce anche tramite innesto, in questo caso si velocizza l'entrata a fiore ed è inoltre possibile moltiplicare specifiche cultivars, come la Davidia involucrata ‘Sonoma’, selezionata per i suoi enormi fiori e per il portamento più compatto e "colonnare", rispetto alla specie tipo.

      Insomma l'Albero dei Fazzoletti è ideale sia come pianta da ombra, che come pianta ornamentale ed è indubbiamente una specie inusuale e particolare, che saprà stupire tutti coloro che la vedranno in fiore.

      Rami e Frutti Davidia involucrata

      Frutti Maturi Albero dei Fazzoletti

      Come Coltivare le Carote (Daucus carota) nell'Orto.

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      La Carota (Daucus carota) è uno degli ortaggi più diffusi al mondo e la si può mangiare sia cruda, che cotta.
      La parte edule di questa specie, un po' come per i Ravanelli, è la radice sotterranea, motivo per cui non è sempre facile capire quando la carote siano mature e pronte per essere raccolte.

      Nelle prossime righe farò una breve descrizione della specie e darò qualche informazione sulla loro coltivazione, sulle temperature necessarie per la crescita ed indicherò il periodo migliore per piantarle, a seconda delle varie regioni d'Italia.

      Carota radice

      Origine e Diffusione :

      La Carota "Domestica" (Daucus carota subsp. sativus) è una sottospecie di carota selvatica, la quale cresce spontanea in diverse zone d'Europa ed Asia.
      La Carota selvatica è nativa della Persia, nell'Asia Centrale, corrispondente all'attuale Iran ed Afghanistan.
      Inizialmente  la specie veniva coltivata per le sue foglie aromatiche e per i suoi semi.
      L'uso culinario delle radici di carota è più recente; le prime testimonianze scritte risalgono infatti al primo secolo dopo Cristo.
      In Europa arrivarono inizialmente in Spagna, ma la diffusione vera e propria iniziò solo nel rinascimento, prevalentemente ad opera degli Olandesi.

      Secoli di incroci portarono alla selezione delle Carote domestiche, le quali erano più grosse, meno amare e dalla consistenza poco "legnosa". Oggi sono presenti carote di tutti i colori, dimensioni e forme.


      Quando Piantare le Carote ? Clima e Temperature di Crescita

      Le Carote sono piante che vogliono sì caldo, ma non amano gli eccessi di temperatura e, per un corretto sviluppo, sarebbe meglio evitare i mesi più caldi dell'anno (Luglio-Agosto).
      Ovviamente sto parlando dell'Italia, in altre regioni Europee con estati più fresche (es. Inghilterra) è proprio questa la stagione più adatta. In Italia, l'estateè la migliore stagione per la coltivazione di Carote solo in collina o in bassa montagna, ad esempio sulle Alpi o sugli Appennini.

      In Italia, in pianura, si possono seminare tra Marzo e Maggio (al Nord) o in autunno (al Sud), in modo che siano pronte ad inizio estate o in inverno, rispettivamente.
      Consiglio di seminarle a più riprese, indicativamente ogni 10-12 giorni, così da avere una maturazione scalare.
      Ricordate che quando la temperatura del suolo è inferiore ai 10° C (50° F) la germinazione potrebbe essere lentissima o non avvenire, mentre a temperature superiori avviene di solito in 10-15 giorni dalla semina. Per velocizzare il processo (ed aumentare la percentuale di germinazione) si possono  reidratare i semi, lasciandoli per qualche ora in acqua, a temperatura ambiente.

      Le temperature ideali per la coltivazione delle carote sono 24° C (75° F) di giorno e 15° C (59° F) di notte. Temperature massime superiori ai 28° C (82° F) rallentano notevolmente la crescita della radice e le conferiscono un gusto poco gradevole.
      Le Carote possono tollerare effimere gelate, tuttavia sarebbe meglio evitare che le temperature scendano sottozero.


      Dove Seminare le Carote ? Terreno ed Esposizione 

      Le Carote si seminano direttamente nell'orto (dato che sviluppano un fittone non conviene trapiantarle). La Carota è una specie piuttosto esigente in quanto a terreno; esso deve essere sciolto, profondo e fertile.
      E' molto importante lavorare il terreno in profondità (almeno 40 cm o 16 inch), poiché la radice non riesce a "gonfiarsi" in un suolo troppo compatto, per questo motivo sono decisamente più indicati i terreni sabbiosi, rispetto a quelli sassosi.

      Affinché le radici diventino grosse e dolci si devono produrre zuccheri tramite la fotosintesi clorofilliana; per questo motivo le Carote prediligono un'esposizione in pieno Sole, tuttavia reggono meglio di altre verdure una posizione luminosa, ma a mezz'ombra. L'ombra piena è da evitare.

      I piccoli semi di carota si interrano ad un paio di centimetri (0,8 in) di profondità, su file distanziate almeno 20 cm (8 in). Una volta spuntate le prime foglioline si possono diradare quelle sulle fila, lasciando una pianta ogni 5 cm (2 in). Si può seminare anche a spaglio, in questo modo le piantine dovrebbero essere distanziate di 10 cm (4 in), in tutte le direzioni.
      E' importante il diradamento, poiché la competizione per il nutrimento limiterebbe lo sviluppo delle radici.

      Germogli Daucus carota

      Carote nell'Orto

      Quando si Raccolgono le Carote ? Ciclo Colturale e Maturazione

      Tenete presente che, in media, il ciclo vitale di una carota è di 75-120 giorni. Questo periodo comprende anche la fioritura, che di solito serve solo per ottenere semi.
      Da quando si semina una Carota a quando è matura per essere raccolta (prima che fiorisca) calcolate in media 2 mesi. I tempi variano in funzione del clima, ma anche della varietà e delle condizioni di crescita.

      Le Carote si raccolgono quando il loro diametro è compreso tra 1 e 2 cm (0.4-0.8 in), per capire quando sia il momento giusto si possono raccogliere a campione.

      Le Carote mature si estraggono dal terreno e vengono lasciate asciugare qualche giorno in ambiente secco e non a contatto diretto con i raggi solari.
      Ricordate di non lasciare crescere troppo le carote, poiché la radice, lignificando, si indurisce, rendendola meno adatta ad usi culinari.


      Come Crescere le Carote ? - Coltivazione e Cure

      Le carote appena germinate iniziano a crescere velocemente. Se il terreno attorno alla pianta cedesse, lasciando esposta la radice, si dovrà rincalzarlo.
      La carota ama un terreno soffice e l'umidità aiuta a tenerlo tale, tuttavia può tollerare anche un suolo relativamente secco. Si dovrà irrigare frequentemente, evitando però ristagni d'acqua. Stress idrici (ad esempio innaffiature abbondanti dopo lunghi periodi secchi) possono portare alla rottura del tubero o a marciumi.
      La concimazione va effettuata con letame maturo ed, in generale, con sostanza organica, possibilmente con una maggior concentrazione di potassio e fosforo (che aiutano lo sviluppo radicale) ed una minore di azoto (che aiuta la produzione di foglie, a discapito delle radici).
      Se vi è un eccesso di azoto nel terreno la pianta produrrà carote più piccole, biforcate, meno saporite e con più peli radicali.
      Per questo ortaggio è molto importante il controllo delle erbe infestanti che, se non tolte, sottrarrebbero preziose energie.
      Le carote sono soggette ad avversità sia di natura abiotica (es. Stress idrici o Temperature troppo elevate), che di natura biotica (es. i temuti nematodi o le larve della mosca della carota, le quali si nutrono scavando all'interno delle radici o, in fine, i numerosi funghi e batteri patogeni).

      Per mantenere fertile ed equilibrato il terreno è meglio non piantare la Carota (o altre Ombrellifere come Sedano e Finocchi) nello stesso terreno prima di 2-3 anni. L'anno successivo alla coltivazione delle carote, il terreno è adatto ad ospitare ortaggi della famiglia delle Solanaceae (es. Pomodori, Melanzane, Peperoni).

      In alternativa, se non si avesse a disposizione un orto, si possono seminare anche in vasi di opportune dimensioni.
      Le Carote sono vegetali che, a differenza di altri ortaggi, si possono coltivare anche in vaso, riuscendo a svilupparsi correttamente.


      Com'è Fatta la Pianta della Carota (Daucus carota) ? - Botanica e Fisiologia

      La Carota è una specie erbacea che appartiene alla famiglia delle Apiaceae (o Umbelliferae), poiché  le specie appartenenti hanno fiori che ricordano la forma di un ombrello.
      La Carota "coltivata" ha la parte aerea leggermente meno sviluppata di altre sottospecie e solitamente non supera i 100 cm di altezza (40 in).
      Le foglie delle Carote sono verdi, estremamente frastagliate, con un picciolo massiccio e possono ricordare quelle del Prezzemolo.
      Le infiorescenze ad "ombrello" sono costituite da molti fiori di color bianco (talvolta sfumati di rosa), sorretti da numerose sottili brattee verdi. La forma appiattita di questi fiori può vagamente ricordare quella dei fiori di Sambuco.

      La brattee sottostanti l'infiorescenza, dopo l'impollinazione dei fiori, tendono a chiudersi per proteggere i frutti. Questi ultimi sono degli Acheni dotati di aculei; in questo modo i frutti rimangono "intrappolati" nella pelliccia (o nelle piume) degli animali, i quali disperdono i frutti/semi nell'ambiente, permettendo la colonizzazione di nuove aree.

      La Radice della Carota, ovvero la parte edule di questo ortaggio, ha dimensioni e forme variabili.
      La Carota "media"è arancione, lunga circa 20 cm (8 in) ed con un diametro massimo di 2 cm (0.8 in); tuttavia esistono varietà di carote di colore viola, nero, giallo, bianco o con diverse sfumature del rosso.
      La forma della carota, oltre che dalla varietà, è estremamente influenzata dalle condizioni di coltivazione (es. terreno, acqua, temperatura etc.); a livello hobbistico non è raro raccogliere dall'orto carote corte e tozze, biforcate o a "forma di S".

      Infine ricordatevi che la Carota selvatica è molto più diffusa di quanto crediate. Tra le varie "erbe" che crescono in un prato assolato, in una zona non siccitosa, troverete sicuramente le Carote, anche se la competizione con le altre specie non permette loro di sviluppare la radice della "classica" carota.

      Foglia Daucus carota

      Radice Daucus carota

      Carota Tozza

      Dov'è e Com'è Arona ? - Con Foto della Città

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      Nel parlare di Arona non potrò mai essere oggettivo, è la città in cui sono cresciuto e quella a cui sono più affezionato. Ogni suoi angolo lo associo ad un ricordo personale, ogni sua viuzza è stata da me percorsa decine di volte; tuttavia cercherò di fornire una descrizione quanto meno faziosa riuscirò, ma soprattutto mostrerò diverse fotografie, le quali sono sicuramente più esaustive delle parole.

      Lungo Lago Arona

      Attracco Barche Arona

      Arona è un comune della provincia di Novara, situato nella parte meridionale della sponda Piemontese del Lago Maggiore.
      Arona dista circa 70 km (42 mi) da Milano, 38 km (24 mi) da Novara e 75 km (47 mi) dalla Svizzera italiana (Canton Ticino).
      Arona è una cittadina che conta più o meno 14.000 abitanti, circa 2000 in meno rispetto agli anni '80.

      Le prime testimonianze di Arona sono precedenti all'anno 1000, ma nel vicino Parco dei Lagoni sono stati ritrovati resti di insediamenti umani che risalgono alla preistoria. 
      E' quindi probabile che la zona del Lago Maggiore (tra cui Arona) fosse abitata ben prima dell'arrivo della scrittura.

      Molti di voi (Milanesi etc.) avranno visto Arona durante i Weekend assolati di primavera, o ad Agosto.
      In questi periodi le vie principali sono affollate, i bar pieni ed i negozi sempre aperti, ma Arona nasconde anche un lato più introspettivo, intimo, che potrete cogliere solo camminando per il suo lungolago semi-deserto, sotto la pioggerellina, durante una fredda serata di fine autunno.

      Il lungo lago di Arona (circa un paio di chilometri) corre parallelo alla via del Corso, ricca di negozi di vestiti, e termina in Piazza del Popolo, la piazza più antica e caratteristica di Arona.
      Percorrendo questo tratto potremo ammirare la sponda lombarda del Lago Maggiore, su cui spicca il ben conservato Castello di Angera.

      Arrivando in Piazza del Popolo da Sud, noterete il precipizio della Rocca (a Nord), il Lago Maggiore/Castello d'Angera (ad Est), l'antico Broletto, ovvero il palazzo di Giustizia eretto nel '300, e la chiesa di Santa Maria di Loreto (ad Ovest).

      Piazza del Popolo

      Piazza del Popolo

      Broletto Piazza del Popolo


      La Rocca di Arona sovrasta la cittadina e conserva i resti del Castello in cui nacque San Carlo Borromeo, distrutto da Napoleone nell'800. 
      La Rocca è visitabile, gratuitamente, e permette un'ottima visione sulla città di Arona e sui dintorni, oltre ad offrire una panoramica della parte Sud del Lago Maggiore e delle colline che lo circondano
      Ricordatevi che, in inverno, in settimana la Rocca è chiusa (consultate gli orari cliccando qui).

      Arona Vista dall'Alto

      Castello d'Angera Visto dalla Rocca di Arona

      Ricche di storia sono anche le chiese interne, adiacenti al comune. Molto caratteristica è Piazza San Graziano, che ospita una riproduzione dell'Arco di Palmira ed un presepe scolpito nella roccia.

      Riproduzione Arco di Palmira

      Piazza San Graziano

      Chiesa di San Graziano

      Scalinate di Piazza San Graziano
      Piazza De Filippi

      Non dimentichiamoci le frazioni di Arona (Mercurago, Dagnente, Montrigiasco e San Carlo). Proprio quest'ultima frazione collinare ospita l'imponente Statua di San Carlo Borromeo, la più grande statua visitabile all'interno (la Statua delle Libertà è più alta per via del piedistallo).

      Statua di San Carlo Borromeo

      Arona è ad un'altitudine di 202 metri sul livello del mare (663 ft) e possiede un clima temperato freddo, solo leggermente mitigato dal Lago.
      Questo perché Arona è esposta a Nord, il lago qui è abbastanza stretto (e quindi con un minor volume d'acqua, in grado di mitigare solo lievemente gli sbalzi termici) ed è poco riparata, senza alte vette a picco sul lago, come invece avviene nella ben più mite Cannero Riviera (clicca qui per capire quali fattori determinano un microclima più mite).

      Per intenderci, Arona ha un clima più freddo (come temperature minime) dell'hinterland milanese e vi è una discreta inversione termica; tuttavia solitamente registra minime 2-4 gradi più alte rispetto alle zone aperte della Pianura Padana, che possono diventare anche 7-8 gradi in caso di avvezione d'aria gelida da Nord-Est (venti di Burian).
      Inoltre, ad Arona, le temperature massime invernali sono solitamente più alte rispetto alle zone di pianura del Novarese-Pavese-Milanese (ed un po' di tutta la Pianura Padana), poiché la nebbiaè un fenomeno raro ed effimero.
      Non è inusuale che, in Dicembre a mezzogiorno, ad Arona ci siano 8-9° C (47° F) con Sole splendente e, pochi chilometri più a Sud, si sia immersi nella nebbia fitta, con temperature prossime agli 0° C (32° F).

      Ad Arona precipitazioni sono abbondanti, con un picco massimo nel mese di Maggio, tuttavia, anche durante l'estate, sono frequenti i temporali e gli acquazzoni.
      La stagione più secca è l'inverno, ciononostante nevica più o meno tutti gli anni, sebbene con accumuli solitamente modesti.

      Infine vi lascio con le ultime foto del lungolago, scattate in Ottobre, in una bella giornata di Sole.

      Barche a Remi Lago Maggiore

      Fontana di Arona

      Monumento alla Memoria ad Arona

      Statua sulla Barca del Lungolago di Arona

      Corso di Arona

      Imbarcadero di Arona

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